Daniil Medvedev, un tennista russo, nuovo numero 1 al mondo grazie a Wimbledon che ha escluso i tennisti russi e alla conseguente decisione dell’Atp di cancellare i punti del prossimo Slam inglese: un paradosso sportivo, quasi uno scherzo del destino, ma l’ipotesi è tutt’altro che peregrina. Tanto che l’ex campione italiano e voce del tennis su Sky, Paolo Bertolucci, tuona su Twitter: “Sono riusciti nell’ardua impresa, togliendo i punti a Wimbledon, di servire al russo Medvedev su un piatto d’argento la possibilità di diventare n. 1 del mondo”.
Bertolucci è particolarmente critico, anche perché nel corso della sua carriera ha vissuto sulla sua pelle qualcosa di simile: nel 1973 partecipò a un boicottaggio di massa del The Championships, a seguito della sospensione del giocatore jugoslavo Nikola Pilic che era stato escluso per essersi rifiutato di giocare con la Coppa Davis. Una situazione analoga, seppur in un contesto completamente differente, tanto che in un’intervista al Fatto Quotidiano, Bertolucci aveva auspicato una reazione collettiva da parte dei giocatori, di fronte al bando ai russi di Wimbledon. Non è successo, e per salvare le apparenze l’Atp ha deciso di neutralizzare i punti, con l’effetto boomerang di penalizzare alcuni tennisti e favorirne altri, tra cui proprio il russo Medvedev , che potrebbe ritrovarsi presto in vetta alla graduatoria.
Spieghiamo perché questo può davvero succedere, nel giro di poche settimane. Il ranking mondiale si basa su un complesso meccanismo in cui ogni giocatore deve “difendere” nello stesso torneo i punti conquistati nella stagione precedente. Come punizione per aver escluso i tennisti russi e bielorussi in maniera discriminatoria, l’Atp (l’associazione che gestisce il circuito) ha sanzionato Wimbledon, stabilendo che la prossima edizione (in calendario dal 27 giugno al 10 luglio) non assegnerà punti validi per la classifica. Una scelta anche condivisibile, considerando l’assenza forzata dei russi, ma l’Atp ha deciso pure di far scadere i punti dell’anno scorso. Così, saranno inevitabilmente e ingiustamente penalizzati i giocatori che nel 2021 erano andati meglio sull’erba inglese: come ad esempio Matteo Berrettini, protagonista di una storica finale, che ora uscirà dalla Top Ten, e appunto l’attuale leader della graduatoria Novak Djokovic, che perderà i 2.000 punti conquistati l’anno scorso con il trionfo a Londra, e non potrà rimpiazzarli nemmeno se dovesse fare il bis.
Medvedev, invece, che lo insegue in classifica, l’anno scorso era stato autore di un torneo mediocre: fu eliminato agli ottavi dal polacco Hurkacz, conquistando appena 180 punti. Dalla mancata partecipazione alla prossima edizione, non perderà praticamente nulla. Considerando che in classifica oggi Djokovic e Medvedev sono separati da meno di 700 punti (8.660 il primo, 7.980 il secondo), salvo risultati clamorosi nei tornei di contorno sull’erba il sorpasso è praticamente scontato. Insomma, se l’All England Club voleva togliere alla Russia e al regime di Putin la possibilità di strumentalizzare una possibile vittoria di Wimbledon, si può dire che ha fallito il suo obiettivo: con il bando (che ha costretto l’Atp a neutralizzare i punti) rischia di ottenere proprio l’effetto opposto, consegnando alla Russia il primo posto nel ranking mondiale.
Twitter: @lVendemiale