Il sindacalista e attivista per i diritti dei braccianti ha scritto un post su Facebook: "Aspetto delle scuse, anche per tutte le persone che questo tassista non fa salire a bordo del suo taxi a causa del suo atteggiamento, apparentemente di deriva razzista, che deve essere stigmatizzato"
“Puoi chiamare chi ti pare, con me non viaggi“. È la risposta che un tassista, in fila al posteggio davanti alla stazione di Roma Termini, ha dato venerdì 20 maggio al sindacalista e fondatore della “Lega dei braccianti”, Aboubakar Soumahoro, che ha denunciato l’episodio sul suo profilo Facebook.
Il racconto – “Pochi minuti prima, mentre aspettavo il mio turno nel rispetto delle precedenze – si legge sul post – ho notato che lo stesso autista faceva cenno con l’occhiolino e con la testa a dei turisti ‘bianchi’ in fila alle mie spalle per prendere il suo taxi”. Un espediente, secondo l’attivista, per evitare che lui stesso entrasse nella vettura. “Non potendo farli salire nel suo veicolo prima di me, mi ha chiesto dove andavo prima ancora di entrare nel suo taxi”, prosegue. Ma dopo avergli dato l’indirizzo, l’autista si è rifiutato di accompagnarlo, dicendo al sindacalista, indispettito dalla situazione, che “aveva finito la corsa e che era diretto a casa sua”. Eppure, poco dopo, “lo stesso autista ha fatto salire una signora ‘bianca’ senza aver chiesto neppure dove andasse, al contrario di come si era rivolto in modo irrispettoso a me”. Un gesto che ha spinto Soumahoro a chiedere spiegazioni, precisando che quel “comportamento era da segnalare alle forze dell’ordine“. Per tutta risposta, l’autista, di cui Soumahoro si è segnato licenza e targa, ha ribadito che sulla sua macchina non sarebbe salito. “Aspetto delle scuse, anche per tutte le persone che questo tassista non fa salire a bordo del suo taxi a causa del suo atteggiamento, apparentemente di deriva razzista, che deve essere stigmatizzato”, conclude la nota.
I precedenti – Nel luglio 2021 Soumahoro, tra i fondatori della “Coalizione Internazionale Sans-Papiers, Migranti e Rifugiati” e storico attivista per i diritti dei braccianti, aveva denunciato alla polizia un’aggressione subita all’interno della metropolitana A della capitale. “Un sessantenne mi ha aggredito verbalmente, urlando tra le altre cose, ‘Testa di cazzo, stai lontano'”, aveva scritto su un post di Twitter. Qualche mese prima – a gennaio 2021 – aveva subito una violenza verbale: “Senti animale fai presto che qui abbiamo da fare”, si era sentito dire da un signore. Tre anni fa, nel 2019, era stato insultato da un altro tassista romano, che poi si era scusato.