C’è il dibattito sulla Tampon Tax con la conseguente battaglia per abbassare l’Iva sugli assorbenti, che fino a poco fa era al 22%, la stessa prevista per i beni di lusso. C’è la sindrome premestruale e ci sono le sue insidie: come prevenirle e – dove non si riesce – come gestirle e conviverci. Ma anche i racconti dalla guerra e di cosa significhi avere il ciclo sotto un conflitto armato, con carenza di dispositivi igienici, medicinali e acqua. È il primo Festival del Ciclo mestruale, che si terrà a Milano il 17, 18 e 19 giugno. Distribuito in tre sedi fra il municipio 7 e il municipio 9: Mare Culturale Urbano, Nuovo Armenia e Rob de Matt. L’idea è nata dall’incontro fra le autrici di Eva in Rosso, il podcast dedicato al tema – anche in questo caso, senza precedenti – e le associazioni Errante, Promise e Studio But Maybe. Dibattiti, laboratori, reading teatrali. Ma anche conferenze sul menarca, su salute e igiene mestruale, sulla discriminazione di genere, sulla transfobia. E sulle malattie come la vulvoldinia e l’endometriosi. La prima è una patologia spesso poco diagnosticata. Si stima che colpisca il 15% della popolazione femminile, di qualsiasi età. Lo scenario sta iniziando a cambiare grazie al contributo dell’influencer Giorgia Soleri, che insieme al Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo ha presentato alla Camera e al Senato la proposta di legge per il riconoscimento di questa patologia. La seconda interessa circa il 10% delle donne e delle ragazze in età riproduttiva: circa 190milioni su scala mondiale, se ne stimano 3 milioni in Italia. Come riporta il sito del ministero della Salute, è causa di sub-fertilità o infertilità nel 30-40% dei casi.
Parlare, quindi, per sciogliere uno fra i tabù più monolitici dell’epoca contemporanea: “È connesso al sangue, e già di per sé questo provoca un’allerta. Ed è poi legato alla sessualità della donna, da sempre celata o poco raccontata. Sembra che operiamo una scissione: non parliamo mai di come arriviamo alla nascita di nuovi esseri umani”, spiega Vania Cuppari, presidente e co-fondatrice dell’associazione Errante. Eppure il ciclo è, molto semplicemente la quotidianità della vita: “Abbiamo deciso di chiamarlo Festival del Ciclo mestruale proprio perché ci siamo concentrati sull’intero arco temporale dei 28 giorni, non solo i 5 di mestruazioni”. Fra gli ospiti anche Francesca Mannocchi, giornalista che ha documentato la presa di potere dei Talebani in Afghanistan e la guerra in Ucraina, ed Elise Thiébaut, autrice del libro Questo è il mio sangue, edito da Einaudi nel 2018
Per sostenersi, i promotori hanno presentato l’iniziativa su Produzioni dal basso e avviato un crowdfunding: “Ci ha concesso di coinvolgere i cittadini nella realizzazione. In molti ci hanno scritto per proporci idee e approfondimenti. E, dato che ogni donazione prevede un gadget, abbiamo pensato di chiedere a chi vorrà di acquistare una confezione di assorbenti da inviare in Ucraina, con la collaborazione del locale Rob de Matt”, prosegue Cuppari. Nessuna resistenza da parte delle istituzioni, spiega, perché la realizzazione del progetto è frutto di un lavoro di rete creato negli anni: “E sapevamo già a chi rivolgerci. Per esempio all’assessora Gaia Romani, che ha condotto negli scorsi anni proprio la battaglia sulla Tampon Tax”. “La parte più difficile di questo progetto è stata trasporre nel concreto idee portatrici di aspettative e valori. E anche trasformarli in qualcosa di fruibile: ha richiesto a tutti noi molto equilibrio. L’attenzione a questo tema era stata sollevata da tempo sui social network, ma da lì non si era smossa. Abbiamo cercato di farlo noi”. Intanto, in Europa, qualcuno si è portato avanti. la Spagna introdurrà il congedo mestruale. Tre giorni al mese per le donne che soffrono di forti dolori mestruali.
Foto di Chiara Marigliano: le tre ideatrici di Eva in Rosso e, a destra, Vania Cuppari di Errante