Stanno migliorando le condizioni del 17enne studente, di origini albanesi, rimasto gravemente ustionato in una carrozzeria di Merano dove è stato raggiunto da un ritorno di fiamma mentre stava pulendo un forno. È comunque ancora ricoverato nel centro grandi ustionati dell’ospedale di Murnau, in Baviera. Un cliente, che si trovava all’interno del capannone, è invece all’ospedale di Innsbruck, ma non è in pericolo di vita. Il ragazzo frequenta un istituto professionale di Merano ed era impiegato nell’alternanza scuola-lavoro. Si scatenano così nuove polemiche sia sulla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, sia sulle tutele che dovrebbero essere garantite agli allievi che effettuano esperienze di addestramento al di fuori della scuola.
Gli accertamenti dei carabinieri hanno appurato che nella carrozzeria il titolare si era assentato per andare ad acquistare un pezzo di ricambio. Un cliente era arrivato mentre il giovane era intento alla pulizia del forno. A quel punto si sono innescate le fiamme, probabilmente attivate dall’uso di prodotti chimici per la pulizia. La vampata ha raggiunto il diciassettenne che stava manovrando la pulitrice. Il cliente, di 36 anni, era più lontano e quindi ha avuto effetti meno gravi.
“La macchina lavapavimenti utilizzata dallo studente e la cabina forno di verniciatura sono sotto sequestro. Si tratta di un atto dovuto per cercare di accertare la causa dell’incidente”, ha dichiarato l’avvocata Monica Morisi, legale di fiducia del titolare della carrozzeria. Inevitabile, a questo punto, considerata l’ipotesi di concorso in lesioni colpose gravi, che siano in arrivo avvisi di garanzia, nella previsione delle perizie sui macchinari e sull’ambiente di lavoro. “Il titolare della carrozzeria, emotivamente molto provato dall’accaduto, non risulta essere indagato”, ha aggiunto l’avvocata Morisi.
Il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, partecipando all’evento Didacta, in corso alla Fortezza da Basso di Firenze, a proposito dei numerosi feriti nel percorso di alternanza scuola-lavoro e all’ultimo episodio di Merano ha dichiarato: “Innanzitutto cominciamo a distinguere le diverse scuole, queste sono scuole che lavorano già sulla formazione professionale, il che vuol dire che la nostra attenzione deve rivolgersi a tutto il comparto, non soltanto alla parte statale o non soltanto alla parte dei corsi tradizionali. Noi stiamo firmando un accordo ulteriore con il ministero del Lavoro, devono valere le regole di sicurezza sul lavoro per tutti. Non dimentichiamo che questo è il Paese che ha il più alto indice di morti sul lavoro, non solo per i ragazzi. Quando succede per un ragazzo, si deve mettere in evidenza che questo non è possibile per nessuno, tantomeno per un ragazzo”.
Durissima la reazione dell’Unione degli studenti: “Non staremo a guardare, ci saranno scioperi e mobilitazioni studentesche in tutto il Paese. Questo è il terzo incidente grave, quest’anno, in alternanza scuola lavoro”. Luca Redolfi, coordinatore nazione dell’Uds, ha aggiunto: “Questo incidente si aggiunge a una lunga lista di morti sul lavoro e all’interno delle scuole, morti causati da un sistema malato, volto solamente al profitto. Esprimiamo solidarietà e vicinanza alla famiglia, i compagni di scuola e gli amici del ragazzo. Vogliamo sicurezza dentro e fuori le scuole, vogliamo che l’alternanza scuola-lavoro e gli stage vadano aboliti a favore dell’istruzione integrata che metta in critica il sistema produttivo attuale per costruire, dai luoghi della formazione, un modello diverso di società”.
Bianca Chiesa, dell’Esecutivo nazionale ha aggiunto: “Evidentemente non sono bastate le morti di due ragazzi in stage durante questo inverno. Nonostante le oceaniche mobilitazioni studentesche che si sono susseguite, chiedendo una riforma strutturale del rapporto tra scuola e lavoro, il Ministro Bianchi continua ad ignorare le richieste degli studenti”. Questo il commento di Cgil/Agb: “Siamo costernati da questo nuovo gravissimo episodio a Merano. Ancora una volta uno studente rimane coinvolto a dimostrazione che il sistema non va, nonostante tutto quello che è successo, ancora la sicurezza non è parte fondamentale e connaturata all’attività lavorativa, né a quella di trasferimento delle conoscenze a chi si approccia al mondo del lavoro in età giovanissima”.