Francia Marquéz è sicuramente la novità politica delle elezioni che si terranno in Colombia il 29 di maggio, giornata nella quale si designerà il successore dell’attuale presidente Iván Duque. La nomina dell’afrocolombiana Marquéz, come candidata a vicepresidentessa di Gustavo Petro (rappresentante della sinistra colombiana, al suo terzo tentativo di conquistare la presidenza), ha suscitato reazioni molto diverse tra loro.
Il fronte della destra conservatrice non ha risparmiato attacchi all’attivista originaria del Cauca, riconosciuta internazionalmente per le sue lotte a favore dei diritti umani e della difesa della natura. Francia, avvocatessa e riconosciuta femminista, è stata infatti premiata nel 2015 in Colombia con il Premio Nazionale per i Diritti Umani e nel 2018 con il premio Goldman per l’ambiente (considerato il premio Nobel ambientale). Neanche questa traiettoria, iniziata quando aveva solo 15 anni in uno dei luoghi più violenti del Paese (il dipartimento del Cauca lo è ancora oggi), l’ha però messa al riparo dalla furia dell’establishment conservatore colombiano. Primo fra tutti l’attuale presidente del congresso, il politico di destra Juan Diego Gómez, che il 6 aprile ha dichiarato proprio nel congresso (senza nessuna prova) che il gruppo guerrigliero delll’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale) accompagna la candidatura di Marquéz e che le vecchie FARC e le attuali dissidenze della stessa guerriglia, celebrano la sua nomina.
Neanche le donne hanno risparmiato il loro astio per la possibile futura vicepresidentessa della formula presidenziale di Petro per l’alleanza “Pacto Historico” (coalizione di sinistra lanciata l’11 febbraio 2021). La giornalista Paola Ochoa infatti, anch’essa inizialmente candidata a vicepresidentessa nelle formula dell’ex sindaco di Bucaramanga , Rodolfo Hernández, è stata accusata di razzismo per le sue dichiarazioni nei confronti di Marquéz. A fine marzo, in un’intervista a Blu Radio, Ochoa ha fatto riferimento al candidato a presidente dell’alleanza della destra colombiana, (l’ex sindaco di Medellin, Federico Gutiérrez), dicendo che quest’ultimo avrebbe dovuto scegliere un uomo come vicepresidente, perché qualsiasi donna avesse scelto, sarebbe risultata troppo bella, troppo elegante, troppo di buone maniere e troppo ricca se comparata con Francia…
Come se non bastasse un’altra accusa che viene mossa contro Marquéz è quella di essere povera! Aveto letto bene, povera. Francia è infatti sotto indagine perché durante la pandemia ha avuto accesso ad un programma di sussidio per persone in situazione di povertà gestito dal Sisben (entità parte del Dipartimento Nazionale di Pianificazione della Colombia). Le famiglie in situazione di povertà, le persone disoccupate e le persone in situazione di vulnerabilità hanno infatti ricevuto in Colombia durante la pandemia da Covid-19, un buono chiamato “giro solidario” di 160.000 pesos al mese (circa 40 euro). Francia, rientrando all’epoca nei parametri di cui sopra, ha ricevuto da questo programma 400.000 pesos durante la pandemia (100 euro) e per questo è stata messa sotto accusa… Tutto il suo passato di colombiana povera è stato messo a setaccio, ogni sua recente acquisizione (due case a Cali) e ogni suo movimento bancario sono oggi sotto la lente d’ingrandimento dei media e della giustizia.
Francia in mezzo alle polemiche ha subito diversi attacchi dai mezzi di comunicazione in mano alla destra conservatrice e in questo caso specifico è stata difesa da Gustavo Petro (non che fosse necessario, lei sa difendersi molto bene da sola), che in un tweet ha scritto quanto segue: “La W (emittente radio proprietà di Caracol Radio) ha scoperto che Francia è economicamente povera e spiritualmente ricca. Sono sorpresi che le persone che non sono economicamente potenti vogliano il potere politico.”
Se da un lato però c’è una Colombia con il volto di una cane rabbioso che ringhia di fronte all’affronto che Francia Marquéz rappresenta per elite colombiane, dall’altro c’è un popolo che si vede personificato nella vita e nella lotta dell’attivista afrodiscendente. Sono stati 800.000 mila i voti che l’hanno confermata vicepresidentessa di Petro per l’alleanza del Pacto Historico e ogni volta che si muove per il Paese, Marquéz riceve bagni di folla e canti di gioia. Il motto del duo Francia-Petro è “Cambio por la Vida” (Cambiamento per la Vita) e ogni apparizione di Marquéz in pubblico è una festa popolare fatti di canti, balli e un sentimento contagioso di appartenenza e di rivendicazione di quelle realtà storicamente marginate dagli spazi del potere politico nel Paese.
Proprio il 4 maggio, nella capitale Bogotá, Francia Marquéz ha realizzato un tour nel centro facendo tappa in punti iconici come il Parco Espinoza, il monumento alla grande patriota dell’indipendenza colombiana Policarpa Salavarrieta (La Pola) e infine a quella che oggi è conosciuta come Piazzetta Misak, nelle vicinanze dell’Universidad del Rosario (una delle università più antiche della Colombia). Quest’ultimo luogo è particolarmente emblematico perché proprio nel maggio 2021, nel pieno delle proteste iniziate con lo sciopero nazionale del 28 aprile, un gruppo di indigeni del popolo Misak abbatterono la statua di Gonzalo Jiménez de Quesada: il conquistador spagnolo fondatore di Bogotá.
Francia Marquéz riunisce dunque intorno alla sua figura una moltitudine di controstorie, di altri mondi possibili, di altri riferimenti possibili. Lei, donna, afrodiscendente, senza titoli in altisonanti università statunitensi o europee, forte, carismatica e senza peli sulla lingua è parte di quella nuova America Latina che non chiede permesso per cambiare la Storia… Se Francia sarà la nuova vicepresindetessa della Colombia lo sapremo solo il 29 di maggio (i sondaggi dicono che sia molto probabile), ma il cambiamento, quello si è già arrivato. Benvenuto dunque al futuro in Colombia, quel futuro con volto di donna afrodiscendente, ecologista, insorgente che scuote d’un colpo la sedia del patriarcato capitalista, colonialista, razzista ed elitista.