“Secondo la Francia ci vorranno 15-20 anni per la nostra adesione all’Unione Europea? Noi crediamo non sia corretto darci delle date per l’ingresso in Ue”. Così, la viceministra degli Esteri ucraina Emine Dzhaparova, risponde a una domanda de IlFattoquotidiano.it, a margine di una lectio magistralis all’Università Luiss di Roma. “Abbiamo dato tutte risposte all’Ue, la valutazione inizierebbe all’inizio di giugno e a fine giugno ci sarà un meeting dove i leader europei definiranno il nostro futuro. La mia nazione non è un ladro che cerca una scorciatoia per entrare in Ue, lo stiamo facendo dal 2014, stiamo facendo del nostro meglio. Diventare un membro Ue è un percorso e noi siamo pronti, ma porre questo tipo di messaggi su delle scadenze ci sembra come se ci chiudessero le porte in faccia e noi stiamo pagando già un prezzo molto alto”, ha rivendicato.

A gelare le speranze del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky e del governo di Kiev su un rapido ingresso nell’Unione europea era stato negli scorsi giorni il nuovo ministro francese per gli Affari Europei, Clement Beaune, che aveva precisato: “Bisogna essere onesti. Se si dice che l’Ucraina entrerà nell’Unione Europea in 6 mesi, 1 anno o 2 anni, si mente”. Per poi aggiungere come, nell’attesa che il percorso si concluda, l’Ucraina potrebbe entrare a far parte della comunità politica europea proposta dal presidente Emmanuel Macron. Una posizione simile a quella della Germania, dato che anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva spiegato di non essere favorevole ad una procedura più corta rispetto a quella standard per l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue, nel corso di un intervento al Bundestag, sottolineando che eccezioni a favore dell’Ucraina sarebbero ingiuste nei confronti dei Balcani occidentali.

Da Roma, però, Dzhaparova insiste: “La mia formula è sopravvivere, resistere, per poi rivivere e rinascere nell’Europa, per arrivare ad essere un paese moderno e democratico”, ha spiegato, nel corso della Lectio Magistralis alla Luiss, dal titolo ‘Ucraina e Unione Europea: insieme’. “Penso che se esiste una volontà politica esiste anche un modo per realizzarla – ha detto ancora – Gli ucraini si sono ribellati all’occupazione della Crimea, abbiamo avuto molti morti. Abbiamo iniziato il processo per entrare nella famiglia europea prima ancora della guerra attraverso molte riforme”, ha continuato. E ancora: “La Russia, la seconda potenza nucleare, ci ha attaccati. Finlandia e Svezia hanno iniziato a discutere il loro ingresso nella Nato. In Europa è il momento per avvenimenti straordinari. L’Europa sta cambiando e la guerra deve essere contenuta altrimenti si allargherà ulteriormente”.

In merito ai negoziati e alle trattative per raggiungere la pace, ha poi aggiunto: “La pace in Europa sarà possibile finché l’Ucraina resisterà e respingerà l’attacco russo. Ringrazio la comunità internazionale per il supporto, un sostegno pratico che non ci fa sentire da soli”. Ma la viceministra degli Affari esteri ha spiegato come l’integrità territoriale del suo Paese non può essere messa in discussione: “Accogliamo con favore qualunque iniziativa che possa aiutare a mettere fine a questa guerra. Ma voglio essere chiara su alcuni elementi sacri: l’integrità territoriale e la sovranità non possono essere negoziabili. Siamo dunque pronti a discutere, ma consideriamo imprescindibili l’integrità territoriale e la sicurezza. Il mio popolo non è pronto a fare passi indietro quando si tratta di Crimea e di Donbass”.

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