Lo Stato riconosce 16 euro per ciascuna dichiarazione. Ma, rispetto all'anno scorso, il numero di domande è aumentato del 42%. I fondi quindi sono destinati a non bastare. Nel caso il servizio diventasse a pagamento, il prezzo non sarà inferiore ai 20-25 euro e molto probabilmente sarà stabilito autonomamente da ciascun centro
Dalla metà di giugno, la compilazione gratuita dell’Isee – indicatore della situazione economica delle famiglie – da parte dei centri di assistenza fiscale (Caf) rischia di diventare un servizio a pagamento. Il motivo? Poche risorse stanziate dallo Stato – 16 euro per ciascuna dichiarazione – in rapporto al numero di richieste, aumentate del 42% rispetto all’anno scorso. Insomma: le richieste sono notevolmente cresciute rispetto ai fondi disponibili per il rimborso della prestazione ai centri. Basti pensare che da gennaio ad oggi gli uffici hanno compilato 7 milioni e 800mila Isee e si prevede di arrivare a 10 milioni.
Il rischio che il servizio offerto dai Caf diventi un onere per le famiglie si palesa a ridosso della scadenza per la domanda dell’assegno unico e universale (Auu), sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni. La notizia spingerebbe i potenziali beneficiari a chiedere il supporto degli uffici il prima possibile, perché “per le domande presentate dal 1° gennaio al 30 giugno 2022 – si legge sul sito dell’Inps – l’assegno unico e universale spetta con tutti gli arretrati a partire dal mese di marzo 2022″. Al contrario, superato il termine ultimo, spetteranno solo le rate “correnti”, senza arretrati.
“C’è un tavolo di monitoraggio, quando sarà confermato che la convenzione deve essere sospesa nonpotremo che fermarci”, spiega al Messaggero Giovanna Angileri, presidente della consulta nazionale dei Caf. Se così fosse, gli utenti potranno scegliere due strade: rinunciare al servizio oppure pagarlo. Nella seconda ipotesi, il prezzo non sarà inferiore ai 20-25 euro e molto probabilmente sarà stabilito autonomamente da ciascun centro. In ogni caso, il rischio di una disparità di trattamento è dietro l’angolo: c’è chi tuttora richiede la compilazione gratis e chi – forse – dovrà sobbarcarsi il relativo costo. Si sta ipotizzando una soluzione-ponte che dia tempo agli ultimi aventi diritto – si parla di varie centinaia di migliaia di persone – di chiedere l’Isee ai Caf. Mercoledì 25 maggio è atteso un colloquio con la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, dopodiché, raggiunta la decisione politica, toccherà al ministero dell’Economia trovare le risorse necessarie.