Ci son volute due proroghe e tre bandi per assegnare i 2,4 miliardi di fondi del Pnrr per la realizzazione di asili nido. A non rispondere subito all’appello del governo sono stati i comuni del Sud e ancora oggi tre regioni – Basilicata, Molise e Sicilia – vanno a passo di lumaca e sembrano non volere i 70 milioni messi a loro disposizione fino al 31 maggio.
Il primo bando, chiuso il 28 febbraio, aveva stanziato cinque miliardi di euro per la costruzione di nuove scuole, la manutenzione di quelle vecchie e la digitalizzazione. La maggior parte di questi fondi, tre miliardi, era destinata alla fascia 0-6 anni, 2,4 dei quali agli asili nido. Su questi ultimi la macchina si è inceppata: le richieste arrivate a fine febbraio sono state appena sufficienti a coprire metà dell’investimento al punto che il ministero dell’Istruzione, in accordo con quello del Sud e della Famiglia, hanno prorogato i termini al primo aprile per consentire una maggiore adesione da parte degli enti locali al bando.
Un mese durante il quale sono stati organizzati seminari, incontri, aperte linee di supporto dedicate e prevista una campagna di comunicazione specifica. Risultato? Alla chiusura del bando asili, lo scorso 1 aprile, risultavano 1.676 le candidature presentate per la fascia da zero a due anni, a fronte delle 953 arrivate il 28 febbraio, alla prima scadenza (+76% a livello nazionale). Le quattro regioni con più domande presentate in termini assoluti sono state Campania (196), Lombardia (157), Lazio (138), Calabria (137).
A quel punto due miliardi su 2,4 sono stati assegnati. I 400 milioni residui sono stati immediatamente ricollocati: con un decreto firmato dal ministro Bianchi di concerto con il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia e il quello per il Sud, sono stati destinati all’ulteriore finanziamento delle candidature già pervenute nell’ambito del bando Pnrr per l’incremento dei poli dell’infanzia per la fascia 0-6 anni. Restavano sul piatto settanta milioni che sono stati oggetto di un nuovo bando per gli asili nido destinato ai Comuni delle Regioni del Mezzogiorno, con priorità a Basilicata, Molise, Sicilia, che hanno presentato meno candidature rispetto al budget che poteva essere loro assegnato in base alle risorse disponibili nel Pnrr.
Una vera e propria maratona per riuscire a non “sprecare” i finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza: “Con il decreto che abbiamo predisposto all’esito dei bandi le risorse disponibili saranno destinate al potenziamento del sistema educativo, mantenendo la quota del 55,29% nel Mezzogiorno, dove più alto è il bisogno. Rispettiamo gli impegni presi con l’Europa: tutte le risorse disponibili vengono utilizzate. Aumentare il numero di posti negli asili nido significa dare più opportunità educative per le bambine e i bambini su tutto il territorio, sostenere le famiglie e l’occupazione femminile”, ha detto il ministro dell’Istruzione.