“Pagateli di più e troverete tutti i lavoratori che vi mancano”. E’ l’unico consiglio che si potrebbe dare a un noioso Al Bano che si lamenta di non riuscire a trovare lavoratori per la sua tenuta di Cellino San Marco. “La colpa? Il reddito di cittadinanza” dice l’uomo che spargeva felicità con un bicchiere di vino ed un panino. A fargli eco è un’altra star, Karina Cascella, anche lei in crisi nel trovare personale per il suo ristorante perché, dice, tanto “c’è il reddito di cittadinanza” e per questo motivo nessuno si presenterebbe ai colloqui perché è passata la voglia di lavorare nei weekend.

Il tutto sembra una ripetizione, tediosa, della polemica scaturita qualche settimana fa dopo l’uscita di Alessandro Borghese che si era lanciato contro “i giovani che non hanno voglia di lavorare”. Ovviamente non poteva mancare Briatore, noto per la sua passione del lavoro, che ha dato manforte allo chef stellato con una filippica sui giovani scansafatiche in contrasto con la sua storia di uomo di successo.

Il comune denominatore in tutti questi personaggi è il fatto che non siamo a conoscenza dei contratti che offrono. Il sospetto è che le paghe non siano adeguate. Ormai il gioco al ribasso che si è fatto in questi anni non funziona più, proprio grazie al reddito di cittadinanza che è da molti messo sotto accusa. Per anni, i giovani sono stati costretti ad accettare stipendi da fame, al limite dello sfruttamento, perché altro non c’era. E se quello stipendio, quei pochi spicci elargiti da imprenditori senza scrupoli, non andavano bene le uniche strade erano due: la disoccupazione o l’emigrazione.

Tanto meglio vivere con il reddito di cittadinanza, piuttosto che sopravvivere lavorando… ma senza dignità.

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