“In Italia più di un milione di persone nate da genitori stranieri ma cresciute ed attive nel tessuto sociale italiano sono costrette a vivere senza cittadinanza”. Per questo, studenti e universitari oggi si sono uniti in un flashmob fuori dai rispettivi istituti per chiedere, insieme alla Rete per la riforma della cittadinanza, una nuova legge sulla cittadinanza. La mobilitazione è partita dal cortile della scuola Casa del Sole di Milano e ha coinvolto le strutture scolastiche a più livelli. Accanto agli studenti, infatti, come riporta una nota di Rete per la riforma della cittadinanza, che comprende Afroveronesi, Arising Africans, Black Lives Matter Bologna, QuestaèRoma, Festival Divercity, Dei-Futuro Antirazzista, Sonrisas Andinas, Collettivo Ujamaa, Rete degli studenti medi, Unione degli Studenti (UDS), Unione degli Universitari (UDU), Link, Rete della conoscenza, ActionAid Italia, Amnesty International, Fondazione Migrantes, Rete Saltamuri, Restiamo Umani Brescia, Volare e decine di attiviste e attivisti di nuove generazioni di tutta Italia, c’erano anche docenti e dirigenti.
Come il preside dell’Istituto Giacosa del parco Trotter di Milano, Francesco Muraro, eccellenza nell’integrazione tra scuola e città, in una zona ad alta presenza di persone di origine straniera che ha sottolineato come sia intollerabile oggi che “i nostri studenti si debbano scontrare con problemi burocratici che li escludono dalle attività didattiche e rendono più difficile l’integrazione. La differenza che costruisce questo Paese tra chi ha la cittadinanza e chi ancora non ce l’ha, proviamo ad abbatterla ogni giorno all’interno delle mura di questa scuola, ma questo non basta: è necessario approvare la riforma il prima possibile”.
Questi, specifica la nota, “sono giorni fondamentali per la calendarizzazione alla Camera della riforma della legge sulla cittadinanza”. Il provvedimento, cosiddetto “Ius Scholae” è stato votato a marzo in bozza in Commissione e sostenuto da diverse forze politiche, da Sinistra Italiana a Forza Italia. “La Rete per la riforma della cittadinanza insieme chiede ai partiti un’immediata presa di responsabilità per portare subito in aula la legge. Il momento è ora”, si legge ancora. Le mobilitazioni a livello nazionale dureranno un mese, “per mostrare che l’Italia è già ampiamente a favore di questa riforma che rappresenta davvero il minimo sindacale nell’avanzamento dei diritti di cittadinanza”. Proprio nelle scuole, si legge ancora, un sondaggio ha mostrato come “l’85% di studenti e studentesse sia a favore dello Ius Scholae”. Tante le rinunce che gli studenti senza cittadinanza sono costretti a fare, come Deepika, studentessa e attivista della campagna per l’Unione degli Universitari che ha raccontato come, a causa della mancanza della cittadinanza, non abbia potuto ricevere in tempo il visto per partire in Erasmus in Svezia.
“Da oggi torniamo nelle scuole e nelle piazze per un mese di mobilitazioni, fino all’approvazione della riforma. Sui nostri social abbiamo già lanciato una nuova challenge con l’hashtag #ItaliaDimmiDiSì, anche utilizzando TikToK per coinvolgere i più giovani – Dichiara Eva Ugiagbe, attivista della Rete- Questa iniziativa ha già sortito un primo effetto: abbiamo incontrato alle 12 con una delegazione il presidente Brescia (Giuseppe ndr. del M5s), che ci ha comunicato che domani ci sarà la conferenza dei capigruppo alla camera. Chiediamo che sia decisiva per la calendarizzazione”.