Il blocco del grano ucraino nei porti del sud del Paese diventa una questione internazionale di primo piano, tra l’interessamento della Cina e l’ipotesi avanzata dai media inglesi – ma poi smentita da Downing Street – di uno schieramento di navi da guerra della Royal Navy nel Mar Nero per proteggere i mercantili che trasportano “l’oro giallo” dal blocco imposto dalla Russia. Nel giorno in cui il primo treno con un carico di grano arriva in Lituania via treno, la principale novità è legata al tentativo di mediazione proposto da Pechino. In una telefonata con la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, l’omologo cinese Wang Yi ha proposto un “canale verde” per l’export di grano da parte di Ucraina e Russia, dicendo che la Cina è “disposta a mantenere la comunicazione con tutte le parti” coinvolte nel conflitto. Wang Yi ha discusso con Baerbock del rischio di crisi alimentare innescata dalla guerra in Ucraina e ha sostenuto che “la comunità internazionale dovrebbe” anche “spingere per un cessate il fuoco tempestivo”.

Per le sue esportazioni, Kiev è alla ricerca di rotte alternative e proprio nelle scorse ore il primo treno merci con un carico di grano è arrivato in Lituania attraverso la Polonia, al porto di Klaipeda, hanno riferito le ferrovie di stato di Vilnius. “Ci aspettiamo di ricevere un treno al giorno dall’Ucraina, ciascuno con un carico fino a 1.500 tonnellate di grano e altri prodotti agricoli”, ha detto il portavoce della compagnia ferroviaria Ltg Mantas Dubauskas, citato sul sito della Reuters. Nei primi 10 giorni di maggio, l’export di grano ucraino è più che dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2021, passando da 667.000 a 300.000 tonnellate.

Nelle ore precedenti Londra, per voce di un rappresentante del governo di Boris Johnson, ha dovuto smentire di avere piani concreti sullo schieramento di navi da guerra della Royal Navy nel Mar Nero per proteggere dal blocco russo i mercantili. Il quotidiano Times aveva dato conto di questa possibilità per creare corridoi di uscita dal porto di Odessa attraverso il Bosforo e permettere il passaggio delle navi cariche di derrate alimentari, scrivendo che il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis ne ha parlato con l’omologa britannica, Liz Truss. Resta il fatto che tutto l’Occidente, Gran Bretagna compresa, sta studiando come sbloccare l’export di un Paese fondamentale per i rifornimenti di grano di molti Stati che, senza quelle derrate, rischiano di rimanere senza beni primari. E frenare i furti dei prodotti per mano delle forze russe che controllano il sud e gli accessi al mare nel Paese invaso da Vladimir Putin. “Il deprecabile blocco di Odessa da parte di Putin impedisce che il cibo arrivi alle persone che ne hanno bisogno”, ha affermato il portavoce del governo britannico. “Continueremo a lavorare intensamente con i partner internazionali per trovare il modo di riprendere l’esportazione”.

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, da Davos ha ricordato che “stiamo assistendo a come la Russia ha trasformato in armi le sue forniture energetiche” e “sfortunatamente, stiamo vedendo lo stesso modello emergere nella sicurezza alimentare. L’Ucraina è uno dei paesi più fertili del mondo. Anche la sua bandiera simboleggia il paesaggio ucraino più comune: un campo di grano giallo sotto un cielo blu. Ora, quei campi di grano sono stati bruciati. Nell’Ucraina occupata dalla Russia, l’esercito del Cremlino sta confiscando scorte di grano e macchinari. Oggi l’artiglieria russa sta bombardando i depositi di grano in tutta l’Ucraina deliberatamente”.

E ancora: “Le navi da guerra russe nel Mar Nero stanno bloccando le navi ucraine piene di grano e semi di girasole. Le conseguenze di questi atti vergognosi sono sotto gli occhi di tutti. I prezzi sono alle stelle. E sono i Paesi fragili e le popolazioni vulnerabili a soffrirne di più. I prezzi del pane in Libano sono aumentati del 70% e le spedizioni di cibo da Odessa non sono potute arrivare in Paesi come la Somalia. Come se non bastasse la Russia sta accumulando le sue derrate alimentari da esportazione come forma di ricatto, trattenendo le forniture per aumentare i prezzi globali o scambiando grano con sostegno politico”.

Un portavoce della Commissione ha aggiunto che “le truppe russe rubano il grano ucraino o distruggono le scorte, ci sono varie prove”. Un video pubblicato dalla Cnn mostra nuove foto satellitari del porto di Sebastopoli, in Crimea, in cui sembra che due navi russe carichino quello che si ritiene sia grano ucraino rubato. Le nuove immagini della Maxar Technologies, datate 19 e 21 maggio, mostrano le navi – la Matros Pozynich e la Matros Koshka – attraccate accanto a silos di grano, con il cereale che si riversa da un nastro in una stiva aperta. Secondo il sito di tracciamento navale MarineTraffic.com, entrambe le navi hanno lasciato il porto: la Matros Pozynich sta navigando nel Mar Egeo, affermando di essere diretta a Beirut, mentre la Matros Koshka si trova ancora nel Mar Nero.

L’emittente sottolinea che è difficile sapere con certezza se le navi siano state caricate con grano ucraino rubato, ma la Crimea, annessa alla Russia, produce poco grano, a differenza delle regioni ucraine di Kherson e Zaporizhzhia, ricche di colture, immediatamente a nord. Funzionari ucraini e fonti industriali hanno riferito che le forze russe nelle aree occupate hanno svuotato diversi silos e trasportato il grano a sud. All’inizio di questo mese, la Matros Pozynich ha compiuto una missione simile: ha caricato grano e ha salpato dal Mar Nero per raggiungere il Mediterraneo. Inizialmente era diretta in Egitto con il suo carico, ma è stata respinta da Alessandria dopo un avvertimento da parte dei funzionari ucraini, secondo il governo del Paese. Gli è stato anche impedito di entrare a Beirut e alla fine ha attraccato a Latakia, in Siria, dove la Russia da anni sostiene il regime di Bashar al-Assad. La guerra in Ucraina ha causato un aumento su larga scala dei prezzi dei cereali, che si è fatto sentire soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Un totale di 25 milioni di tonnellate sono attualmente bloccate nei porti ucraini, secondo il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock. Quello dello sblocco dei carichi di grano dal porto di Odessa è stata definita una “priorità” anche dal segretario del Pd Enrico Letta che chiede “una iniziativa umanitaria e militare” per “portarlo a quei Paesi del sud del mondo che senza quel grano avranno milioni di persone che muoiono di fame e permettere che ulteriore grano vada nei depositi del porto”.

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