Le posizioni diverse, anche all'interno dello stesso ministero della Salute, continuano ad animare il dibattito tra "rigoristi" e "permissivi". La Lega e il sottosegretario Costa per lo stop all'obbligo, almeno in vista degli esami di Maturità. Ma il ministro Speranza ha sempre espresso la sua contrarietà
A due settimane dalla fine dell’anno scolastico, la battaglia sull’uso delle mascherine a scuola continua a far discutere. Da una parte ci sono i cosiddetti rigoristi (il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, quello della Salute Roberto Speranza; gli scienziati Pier Luigi Lopalco e Andrea Crisanti) dall’altra i permissivi che chiedono di lasciare liberi naso e bocca dei ragazzi almeno in quest’ultimo periodo (i sottosegretari all’Istruzione e alla Salute, Rossano Sanno e Andrea Costa; il Governatore della Liguria Giovanni Toti così come il direttore Malattie infettive del Policlinico “San Martino” di Genova, Matteo Bassetti, e Guido Rasi, responsabile scientifico di Consulcesi ed ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema).
Ad oggi, tra i banchi, l’uso del dispositivo di protezione individuale resta obbligatorio per gli studenti oltre i sei anni e per i docenti. Una decisione presa da Bianchi in accordo con Speranza per arrivare alla fine dell’anno sereni. In molti istituti la realtà è ben diversa dalle regole sulla carta: con l’arrivo anticipato dell’estate, maestri e professori consentono di toglierla aprendo le finestre in aula. Non solo. Ormai, la maggior parte dei ragazzi, suonata la campanella gioca senza mascherina.
La questione è stata sollevata in primis dal presidente Toti nei giorni scorsi facendo pressing sul Governo. Speranza, non certo entusiasta dell’idea ha detto che tocca alla comunità scientifica decidere ma il Comitato tecnico scientifico è stato sciolto con la fine dello stato di emergenza. Ad accerchiare i rigoristi ci ha pensato il sottosegretario all’Istruzione Sasso (Lega) che dallo stesso palazzo del ministro ha dichiarato: “Eliminerei l’obbligo fin da ora, ma almeno all’esame di maturità studenti e insegnanti dovrebbero poter stare in classe senza più vincoli. Come Lega lo stiamo chiedendo da diverse settimane, in considerazione sia del miglioramento dei dati epidemiologici sia della brusca impennata delle temperature che soprattutto nel Mezzogiorno rende davvero difficile seguire le lezioni. Oggi, in diversi centri, siamo abbondantemente oltre i 30 gradi”.
La battaglia rompe la maggioranza tanto che Sasso, dal suo profilo Facebook se l’è presa con Speranza: “Spieghi agli italiani quali evidenze scientifiche giustifichino l’eliminazione delle mascherine nei luoghi di ritrovo degli stessi studenti che poi sono invece costretti a tenerle per ore in aule che sono ormai roventi. I nostri ragazzi e i docenti lamentano difficoltà respiratorie, senso di nausea e altri malori: perché continuare ad accanirsi sulla comunità scolastica? Ministro Speranza, ammetta l’errore e torni sulla sua decisione”.
A sostenere Sasso è il collega Costa che a Radio24 ha detto: “C’è bisogno di un decreto, non lo si può fare con un’ordinanza. Pur essendoci sensibilità diverse all’interno del governo, mi auguro che si creino le condizioni per dare questo segnale per l’ultimo scorcio di anno scolastico e soprattutto per tutta la sessione degli esami, che comunque deve ancora iniziare. Questa è una scelta che, se si decide di fare, va fatta nel giro di pochi giorni per dare un segnale, altrimenti sarebbe inutile“.
Chi non ne vuole più sapere della mascherina ha fretta e vuole che a palazzo Chigi prenda in fretta una decisione. Con i politici che stanno con Toti ci sono anche due scienziati: “E’ giusto portare avanti un obbligo quando siamo sicuri che ci sia un’ efficacia nel ridurre la trasmissione ma non è questo il caso. Non è possibile – ha detto Bassetti all’AdnKronos – stabilire se questi dispositivi di protezione abbiano effettivamente ridotto la trasmissione del virus. Lo dico perché non c’è nessuna evidenzia scientifica che lo abbia stabilito rispetto alla vaccinazione, al lavaggio delle mani o al distanziamento“. Così anche Rasi: “Nell’ultimo mese di scuola lascerei liberi i bambini e i ragazzi dall’obbligo della mascherina. Dopo la scuola hanno una vita sociale e tante interazione che non prevedono più l’obbligo della mascherina. Magari l’insegnante può considerare di tenerla in aula”.
A difendere a spada tratta l’uso dei dispositivi sono invece Lopalco e Crisanti oltre ai presidi. Il primo non ha dubbi: “Finché la circolazione virale da Sars CoV-2 resta alta, la mascherina in ambienti confinati, scuola compresa, è utile. Penso che il principio che dovrebbe guidare le scelte sull’uso della mascherina da oggi in avanti debba essere basato sulla forte raccomandazione in concomitanza con livelli di circolazione virale elevata”. Della stessa idea Crisanti, convinto che debba essere tenuta per proteggere i più fragili.
Chi rappresenta il mondo della scuola è, invece, persino stupito che ci sia un dibattito così vivace sul caso mascherine. Antonello Giannelli, numero uno dell’Associazione nazionale presidi se la prende con la politica: “Trovo non solo inutile ma anche antieducativa l’ennesima polemica sulla scuola, questa volta relativa all’utilizzo delle mascherine chirurgiche. Che insegnamento stiamo dando agli studenti che vedono gli adulti continuare a litigare sul rispetto di una regola faticosamente appresa e rispettata? Abbiamo un’autorità sanitaria preposta ad assumersi la responsabilità di decisioni e ritengo che su questo non ci debbano essere ulteriori discussioni”.
Ora la partita si gioca sull’esame di maturità. Intanto su Change.org ci sono genitori che hanno lanciato una petizione per chiedere l’eliminazione della mascherina nell’ultima settimana di scuola e il Codacons ha annunciato il deposito al Tar del Lazio di un ricorso amministrativo, chiedendo la sospensione degli atti del governo che impongono agli studenti di utilizzare la mascherina a scuola fino al termine dell’anno scolastico.