Igor Dodon, ex presidente della Moldavia e attuale capo dell’opposizione filo-russa, è stato posto in stato di fermo per 72 ore nell’ambito di un’inchiesta della Procura nazionale per la lotta alla corruzione. Lo rendono noto la televisione di Stato e le agenzie russe. La procuratrice Elena Kazakov ha precisato che Dodon è accusato tra l’altro di “corruzione” e “alto tradimento”. Dodon è stato presidente dal 2016 alla fine del 2020. Le autorità hanno anche perquisito la sua abitazione e la sede dell’Unione del business moldavo russo, da lui guidata.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che l’inchiesta è una questione interna moldava, ma ha auspicato che “tutti i diritti legali di Dodon vengano rispettati”. Si è inoltre detto “allarmato” per la persecuzione che ancora una volta colpisce “chi sostiene lo sviluppo di relazioni amichevoli con la Russia”. La Moldova è al centro dell’attenzione dopo l’invasione russa della confinante Ucraina. Paese fra i più poveri d’Europa ospita molti profughi ucraini e teme di essere risucchiato nel conflitto, anche perché in una parte del suo territorio si trova l’autoproclamata repubblica della Transnistria, entità filo russa che ospita truppe di Mosca.

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