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Cancro al seno, con “Il filo di Arianna” psicologi, oncologi e terapisti del dolore al fianco donne

È stata l'esperienza di questi due anni di pandemia - quando le pazienti con tumore al seno vedevano ridotti i loro accessi ospedalieri - a portare alla pianificazione del progetto, che sarà raccontato assieme alle future iniziative il 26 maggio allo Spazio Alda Merini di Milano

di F. Q.

Sostenere le donne con tumore al seno in condizioni di particolari difficoltà per aiutarle a trovare l’equilibrio necessario a condurre una vita normale. Con questo obiettivo opera “Il filo di Arianna“, ideato dall’équipe di psicologi e oncologi dell’Istituto Nazionale dei Tumori in collaborazione con l’associazione no profit GO5. Il progetto e le future iniziative saranno presentate allo Spazio Alda Merini – in via Magolfa a Milano – il 26 maggio alle ore 18.

Il primo passo del progetto è stato quella di avviare una collaborazione con il carcere San Vittore di Milano, dove sono stati creati e offerti i turbanti – il copricapo più frequentemente usato dalle donne che perdono i capelli a causa della terapia. Successivamente, sono state coinvolte le detenute del reparto di alta sicurezza di Vigevano che, in collaborazione con la Caritas, confezionano borse e altri accessori – tra cui i turbanti disegnati da Helen Field che vengono poi proposti in eventi solidali. Durante l’incontro di giovedì 26 maggio saranno illustrati i risultati della prima edizione de “Il filo di Arianna”, che si è concretizzato in cicli di incontri di gruppo a cadenza settimanale (in presenza e online) in cui psicologi, oncologi, terapisti del dolore, radioterapisti, nutrizionisti ed anche dermatologi ed esperti di make up, hanno affiancato le donne nel loro percorso di cure: interverranno Claudia Borreani, responsabile della struttura di Psicologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Luciana Murru e Sara Alfieri, psicologhe e coordinatrici del progetto e il prof. Alberto Scanni, presidente emerito del Collegio Primari Oncologi Ospedalieri. In programma anche un breve reading di alcune attrici del CETEC – Centro Europeo Teatro e Carcere – che daranno voce alle testimonianze delle pazienti.

Il progetto si chiama “Filo di Arianna” perché, dicono Borreani, Murru e Alfieri, “spesso si ha l’impressione che l’esperienza del tumore al seno in fase metastatica coincida con l’ingresso in un labirinto“- il riferimento è al mito greco di Teseo: trovare la strada giusta in solitudine spesso è difficile e ci vuole un filo che consenta di affrontare il percorso mettendo in campo tutte le risorse necessarie per raggiungere l’uscita. È stata l’esperienza di questi due anni di pandemia – quando le pazienti con tumore al seno vedevano ridotti i loro accessi ospedalieri – che ha portato alla pianificazione del progetto. “Il filo che unisce le donne” è, invece, il titolo della nuova iniziativa con cui l’associazione si impegna a valorizzare il lavoro sartoriale delle carcerate di Vigevano: dopo la “capsule collection” realizzata per l’evento natalizio organizzato da GO5, il 16 giugno a partire dalle 17.00 sarà presentata una collezione estiva presso la galleria milanese ArtNoble, in via Ponte di Legno 9.

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