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Francesca De André: “Il mio fidanzato stava per uccidermi. Ricordo una serie di calci in testa, poi il vuoto. Mi ha salvato la vicina”

. Già all’inizio di marzo la nipote di De Andrè aveva rivelato via social di aver subito un’aggressione e di trovarsi "in gravi condizioni psicofisiche", ma non era scesa nei dettagli della vicenda. A meno di un mese di distanza, ha voluto però raccontare ciò che le è accaduto al settimanale Chi

di Francesco Canino

Botte, violenze, pugni, umiliazioni e colpi di tale intensità da procurale un trauma cranico. È una confessione shock quella di Francesca De Andrè, che al settimanale Chi ammette di aver rischiato la vita a causa del suo fidanzato, contro il quale ha sporto una denuncia al Carabinieri. Già all’inizio di marzo la nipote di De Andrè aveva rivelato via social di aver subito un’aggressione e di trovarsi “in gravi condizioni psicofisiche“, ma non era scesa nei dettagli della vicenda. A meno di un mese di distanza, ha voluto però raccontare ciò che le è accaduto, con particolari davvero inquietanti.

FRANCESCA DE ANDRÈ È STATA AGGREDITA DAL FIDANZATO – “Ero a terra. Il sangue usciva da ogni parte del mio corpo, dalla mia testa piena di buchi, dalle mie labbra. Urlavo ‘Basta, basta, fermati!!!’. Ricordo una serie di calci in testa uno via l’altro, poi il vuoto“. Comincia così il ricordo dell’ex gieffina, che da qualche tempo aveva deciso di trasferirsi a Lucca, mettendo da parte la tv per dedicarsi al sogno di costruire una famiglia con il fidanzato Giorgio. Ma quello che sembrava un “amore da favola” si è presto trasformato in un rapporto tossico, tra liti e violenze. “Subito sono iniziate le botte. Ogni oggetto a portata di mano, delle sue mani, era utile per colpirmi. Annullavo me stessa mentre ero sottoposta a ogni tipo di umiliazione, che avveniva sempre in due fasi: la prima a parole, la seconda fisica. Ma io lo amavo», confessa a Chi la figlia di Cristiano De Andrè e Carmen De Cespedes. “A volte riuscivo a fermarlo usando il cellulare per riprendere tutto e minacciando di denunciarlo. Ma le volte in cui ho vinto io sono state rare. Ho quasi sempre perso”.

LE MANCATE DENUNCE – Ma perché la nipote di Fabrizio De Andrè non ha mai denunciato Giorgio Tambellini? “Non lo denunciavo perché lui aveva già in atto delle misure ‘sospensive’ con la legge, altre denunce. Pensavo: proprio io lo devo mandare dentro? Sono così cattiva da fare questo? Mi autoincolpavo, ecco, dicevo a me stessa ‘proprio io devo fargli del male?’. Io lo volevo solo salvare”. E solo di recente ha compreso di essere vittima di un rapporto malato. “Sì, lo sono. Ho capito. Lo devo capire. Dopo l’ultima aggressione per via delle sue continue ‘alterazioni’, lo devo capire”.

L’AGGRESSIONE DI DUE SETTIMANE FA – Poi tutto è precipitato, due settimane fa, con una violenta lite durante la quale ha perso i sensi ed è stata salvata da una vicina di casa. “Mi ha colpito, picchiato anche mentre ero a terra incosciente. Non appena ho ripreso i sensi, la mia vicina di casa, che aveva sentito le urla, mi ha salvato: mi ha portato da lei e, spaventata, ha chiamato Carabinieri e ambulanza. Ma anche lui li aveva chiamati, per coprirsi le spalle. Il comandante Massimiliano De Luca, al quale devo tutto, ha capito immediatamente la situazione. In quel momento è successo il delirio“, rivela a Chi. A quel punto il fidanzato sarebbe scappato da casa, infilandosi in un bosco e portando con sé il cellulare della De Andrè, dove c’erano le prove di altre aggressioni. “Non volevo denunciare, ma questa volta, l’ultima volta, la denuncia era d’ufficio poiché è stato colto in flagranza di reato. Poi lo hanno preso e io sono finita in ospedale in codice rosso“. Lì gli esami hanno evidenziato un trauma cranico. “Ero irriconoscibile. I capi di accusa sono così aumentati e spero che la legge lo spedisca in carcere, dove gli auguro il peggio“, spiega. Poi confessa di vivere da sola, in un residence, senza contatti con la sua famiglia. “Mi sento persa, nel vuoto. Mi creda, io non sono ‘fatta sbagliata’: cercavo solo una famiglia, cercavo di costruire un amore, lo volevo salvare. Ma forse lottavo da sola. Cerco solo un tetto, sogno la stabilità. Una stabilità che non ho mai avuto”.

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