A dare l’allarme era stato uno dei figli che da un paio di giorni non riusciva a rintracciare telefonicamente i genitori, ritrovati morti suicidi in seguito a due colpi di arma da fuoco sparati in contemporanea in camera da letto nella loro villa di Spinello, una frazione di 200 abitanti di Santa Sofia in provincia di Forlì Cesena.

Paolo Neri e Stefania, Platania rispettivamente di 67 e 65 anni, erano due pensionati ex dipendenti del Senato della Repubblica residenti a Roma e avevano scelto il piccolo borgo sull’Appennino come seconda casa per un motivo ben preciso. La coppia, certamente dal 2002 al 2012 e forse anche in seguito, era seguace della comunità religiosa Ramtha che, fra gli altri insegnamenti spirituali, esercizi fisici e dettami a cui obbedire per ottenere un’esistenza fatta di pace, serenità e libertà, predicava la fine del mondo che sarebbe dovuta avvenire, come nella famigerata profezia Maya, il 21 dicembre del 2012, una vera e propria Apocalisse che avrebbe però risparmiato gli adepti e alcuni luoghi, fra cui appunto Spinello.

In questo piccolo centro i coniugi si erano fatti costruire una casa dotata di un bunker antiatomico contenente una cisterna d’acqua e scorte di cibo non deperibile, per garantire la sopravvivenza in seguito ad un evento catastrofico. Sul comodino è stato ritrovato un post it con un messaggio per i figli e un’inquietante allusione ad una realtà alternativa da ricercare dopo la morte: ”Ora noi lasciamo questa terra sperando di trovare altrove in un posto migliore la nostra pace e la nostra libertà”.

La setta a cui apparteneva la coppia, nata negli Stati Uniti nel 1977 e approdata in Italia alla fine degli anni 90, prende il nome da Ramtha, un guerriero di 35.000 anni fa che secondo gli adepti trasmetterebbe importanti messaggi attraverso la loro leader spirituale, Judy Zebra Knight, al secolo Judith Darlene Hampton, una delle più celebri “canalizzatrici” dei movimenti New Age nati oltreoceano negli ultimi decenni del secolo scorso e poi divenuta fondatrice della scuola misterica che ha fatto proseliti in tutto il mondo e anche nel nostro Paese.

A Spinello in particolare si tenevano le adunate dei seguaci di Ramtha e parecchi fra loro avevano optato per ville ed edifici corredate da bunker e dispositivi di sopravvivenza in caso di eventi apocalittici, proprio come la coppia di suicidi. La Knight, che tramite il proprio portavoce ha fatto sapere che il suicidio non rientra assolutamente nelle pratiche e negli insegnamenti impartiti dalla sua scuola spirituale, non è certo estranea a polemiche e accuse, alcune delle quali sfociate in processi, uno fra tutti intentatole nel 1992 da un uomo che accusò lei e la propria moglie, sua seguace, di aver ritardato cure mediche tradizionali per una infezione da Hiv trattata semplicemente attraverso “l’intervento spirituale” di Ramtha. L’uomo vinse il processo nel 1995 ma purtroppo morì proprio in seguito alla gravità della patologia non curata.

Nel caso dei coniugi romani, anche se alcune indiscrezioni parlano dell’apertura di un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio come atto dovuto per poter acquisire le pistole da cui sono partiti i colpi, gli inquirenti avrebbero lasciato intendere che potrebbe non sussistere alcun nesso di causa ed effetto tra l’appartenenza alla psicosetta e il duplice suicidio; ma alcune domande sorgono spontanee. Come mai nel biglietto d’addio lasciato ai figli si identifica il gesto estremo come la ricerca di un luogo che possa garantire la pace e la libertà? Come mai, come evidenziato dalla trasmissione Mattino 5, Paolo Neri era ossessionato dalla possibilità che si verificassero eventi catastrofici tanto da dare indicazioni su come costruire un bunker, dotarsi di una stanza di decontaminazione per purificarsi dopo eventuali giri di perlustrazione esterna, favorire il ricambio forzato dell’aria interna e sfruttare eventuali fonti di vitamina D in assenza dei raggi solari?

Le elucubrazioni dell’ex dipendente del Senato farebbero pensare a convinzioni maturate nel tempo in seguito ad un processo di manipolazione mentale e per quanto il cosiddetto lavaggio del cervello ad opera di una setta sia un’imputazione molto difficile da dimostrare, soprattutto da quando il plagio in Italia non è più un reato, è auspicabile che la Procura possa lasciare aperta la possibilità di indagare seguendo molteplici piste.

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