Un nuovo quotidiano, contro il monopolio informativo nella regione Trentino Alto-Adige. A lanciarlo, da martedì 1 novembre, con diffusione a Trento e provincia, è un pool di imprenditori trentini, che per il momento tengono coperto il nome della testata. Avrà un calendario di uscita di 6 giorni su 7 (con esclusione, quindi, del lunedì), un formato di 40 pagine e una redazione composta da 22 giornalisti. A dirigerlo sarà Simone Casalini, già in servizio al Corriere del Trentino e attuale caporedattore web del Corriere del Veneto e del Corriere di Bologna. La nuova iniziativa editoriale nascerà in un contesto informativo che è finito anche nel mirino dell’Antitrust nel 2018.

L’editore Michl Ebner (a destra nella foto in evidenza, ndr) di Athesia oltre un anno fa ha chiuso Il Trentino (conservato in versione web), ma è proprietario de L’Adige di Trento, di Radio Dolomiti (acquistate nel 2018), dell’Alto Adige di Bolzano e del Dolomiten, il giornale di famiglia in lingua tedesca. Praticamente detiene il controllo dell’informazione in regione, se escludono le testate Corriere del Trentino e il Corriere dell’Alto Adige, che fanno riferimento al gruppo del Corriere della Sera, e quindi a Urbano Cairo, essendo diffuse assieme al quotidiano lombardo. L’Antitrust scrisse: “In Trentino Alto Adige emerge una situazione in cui un operatore privato appare detenere una posizione di preminenza informativa. Analizzando, infatti, la total audience dei vari gruppi editoriali spicca la leadership (75 per cento) del gruppo Athesia, nonostante la presenza di Rai, che con i propri brand informativi raggiunge circa il 70 per cento della popolazione regionale”. Emergeva, quindi, “una posizione di notevole forza informativa in capo ad un gruppo privato locale che esercita un’influenza significativa sull’intero ecosistema territoriale (comprensivo di tutte le diverse comunità linguistiche e culturali)”.

L’idea di un nuovo giornale a Trento è nata all’inizio del 2021, dopo la chiusura del Trentino. Il progetto è stato presentato dai soci fondatori che appartengono al mondo imprenditoriale trentino: Ance (costruttori), Associazione albergatori (Asat), Associazione artigiani, Confindustria Trento e Federazione Trentina della Cooperazione. Queste associazioni hanno costituito la fondazione Synthesis che controllerà la società a responsabilità limitata che pubblicherà il giornale. Il presidente degli industriali Fausto Manzana (a sinistra nella foto in evidenza, ndr) ha spiegato: “Si tratterà di un giornale dei moderati a servizio del territorio e della comunità provinciali. Una palestra di dibattito di qualità con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di una classe dirigente che ora langue. Ciò che ci interessa è conquistarci credibilità creando dibattito per un Trentino coeso che dia voce alle diversità. Siamo consapevoli che fare un giornale è un atto politico, ma non partitico, nessuno lo utilizzerà in tal senso. Daremo il nostro contributo nel meritarci l’Autonomia”.

Italo Monfredini, vicepresidente vicario della Cooperazione è stato ancora più esplicito: “È un’operazione ad alto rischio. Cercheremo equilibrio e sintesi delle diversità che caratterizzano i soci fondatori. È un’operazione necessaria per un’informazione plurale. Non ci piacciono i monopoli”. Confesercenti e Confcommercio restano alla finestra, anche perché quest’ultima è presieduta da Gianni Bort, che siede nel consiglio di amministrazione di Sie, la società proprietaria sia de L’Adige che dell’Alto Adige. Marco Segatta, per gli artigiani, ha aggiunto: “Vista la perdita del giornale Trentino, c’era bisogno di una pluralità informativa”.

Il Corriere del Trentino ha svelato che Michl Ebner, preoccupato dal nuovo giornale, ha già fatto qualche contromossa. L’imprenditore ha registrato in Tribunale addirittura tre testate: Nuovo Trentino, Il Nuovo Trentino e Trentino Nuovo. Sicuramente è un modo per tagliare la strada al concorrente nella scelta del nuovo nome, ma potrebbe preludere a una battaglia vera e propria, con una riedizione cartacea del Trentino ormai chiuso.

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