Non ce l’ha fatta nemmeno M49 ad aggiungere un po’ di brivido a tutto ‘l’equilibrio sopra la follia’ del primo concerto-evento in Trentino: si temeva che l’orso ribelle imprigionato nella gabbia di Casteller, a pochi passi dalla nuova mega-arena dove si è esibito Vasco Rossi, potesse saltare tutte le recinzioni per reazione nei confronti dell’inquinamento acustico, ma invece niente.

Restano sul campo, al di là della simpatia che tutti proviamo nei confronti del cantautore di Zocca, problemi e polemiche d’ogni genere, peraltro ampiamente previsti.

Tra le prime querelle, sui costi collaterali, le proteste dei fan per birra a 8 euro e panino a 10 nell’area del concerto: memorabile la risposta “Non siamo mica la Croce Rossa” immediatamente fornita dal manager dell’organizzazione Live Nation in una conferenza stampa. A tal proposito, ora che si cominciano a calcolare i disagi e i danni alle infrastrutture pubbliche, a partire dalla stazione dei treni, c’è da segnalare anche la questione sanitaria, con la concentrazione di ambulanze e soccorritori che ha messo a repentaglio persino la routine ospedaliera.

A proposito dello ‘sconcertone’ trentino, degno di nota è stato anche l’incidente tra i vigili del fuoco e gli uomini della security, che hanno letteralmente impedito ai pompieri un intervento di controllo della vigilia, rischiando la rissa per le male parole (“Levatevi dal cz!”), in una situazione già delicata, in cui era stato evitato all’ultimo secondo uno sciopero. Impressionanti i dati ufficiali del dopo concerto di Dolomiti ambiente: 49,8 tonnellate di rifiuti raccolti da 251 addetti che hanno lavorato in turni sulle 24 ore, con 75 mezzi tra spazzatrici e altri camion. Che non siano bastati le 70 isole per la raccolta differenziata sparse tra la città, i parcheggi e l’arena, e i 500 cassonetti in più, lo testimoniano le foto degli interventi. Infine, si noti bene, di questi 50mila chili di spazzatura, solo il 30 per cento verrà riciclato!

Di tutte le ricadute ambientali del modello di sviluppo turistico mordi-e-fuggi se ne frega, programmaticamente, il presidente della provincia Fugatti, commercialista di Avio e leghista doc, che ha fortemente voluto questo primo assaggio di un evento clou. Ma certo un’esperienza che ha messo così a dura prova la struttura ferroviaria, la polizia stradale, i vigili del fuoco, l’organizzazione sanitaria e la società di raccolta dei rifiuti, per dire dei primi di cui si è saputo, non sarà così semplice da riproporre. C’è da sperare anche che gli elettori, al momento opportuno, sappiano scegliere meglio gli amministratori, ma non è poi così scontato.

Resta la domanda di fondo, che vale per i mega-concerti come per gli impianti di risalita per lo sci: perché tutti i cittadini onesti, che pagano le tasse, devono sostenere costi e danni relativi alle occasioni di guadagno di pochi e alle passioni, rispettabilissime per carità, di una parte? La risposta potrebbe forse essere diversa se non si trattasse di colossali business dei soliti noti, ma di eventi ad alto valore culturale e zero ricadute ecologiche: nessuno si scandalizza se lo Stato o le Regioni o i Comuni sostengono il teatro o le biblioteche. Live Nation e il grandissimo Vasco no, non hanno nessun bisogno di aiuto.

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