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Arrestato in Turchia il nuovo Califfo di Isis: “Preso senza sparare un colpo”. Era salito al potere da meno di tre mesi

Se confermata, la notizia è solo l'ennesimo colpo alla tenuta del gruppo in Siria e Iraq dove, dopo la caduta del Califfato, i membri hanno dovuto riorganizzarsi in cellule dormienti sparse per i due Paesi sferrando attacchi mirati contro obiettivi militari e civili. Anche se, sostiene Forbes citando fonti dell'Fbi, a novembre c'era un piano delle Bandiere Nere per uccidere l'ex presidente americano George W. Bush
Arrestato in Turchia il nuovo Califfo di Isis: “Preso senza sparare un colpo”. Era salito al potere da meno di tre mesi
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A circa tre mesi di distanza dal suicidio dell’ex leader dello Stato Islamico, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, che si è fatto esplodere in Siria nel corso di un blitz americano per catturarlo, l’organizzazione terroristica perde anche il suo nuovo leader. Abu Al-Hasan al-Qurashi, il terzo Califfo di Isis, è stato arrestato a Istanbul, in Turchia. Lo sostiene il portale turco Oda Tv secondo cui il presidente Recep Tayyip Erdogan è stato informato e sta pensando di annunciare ufficialmente l’arresto nei prossimi giorni. Conferme arrivano anche da un funzionario turco sentito da Bloomberg. La tv turca aggiunge che il terrorista è stato arrestato durante un blitz e che si è arreso senza sparare un colpo.

Se confermata, la notizia è solo l’ennesimo colpo alla tenuta del gruppo in Siria e Iraq dove, dopo la caduta del Califfato, i membri hanno dovuto riorganizzarsi in cellule dormienti sferrando attacchi mirati contro obiettivi militari e civili. Una regressione che ha reso l’organizzazione più debole in quelli che sono stati i territori dove si è sviluppata, già dal 2005, e dove ha costruito il suo successo internazionale rispetto ad altre aree del pianeta, come l’Afghanistan, dove riesce a mantenere una presenza e una capacità offensiva più penetrante, seppur con un numero inferiore di adepti.

Una situazione che ha svalutato il ‘brand’ Isis, tanto da rendere più difficili e meno frequenti anche gli attacchi mossi fuori dall’area mediorientale, dopo aver seminato il panico in mezza Europa nel corso della stagione del terrorismo islamista. Questo nonostante nel novembre scorso, secondo quanto scrive Forbes citando fonti interne all’Fbi, il gruppo abbia messo in piedi un piano per uccidere l’ex presidente americano, George W. Bush, inviando un suo emissario a Dallas, in Texas, per filmare l’abitazione dell’ex inquilino della Casa Bianca che ordinò l’invasione dell’Iraq, evento che diede origine alla caduta del regime di Saddam Hussein e alla conseguente nascita di numerose organizzazioni jihadiste, compreso un allora embrionale Stato Islamico.

Twitter: @GianniRosini

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