Il pacchetto di interventi sarà in parte finanziato da una tassa eccezionale del 25% sui profitti extra dei giganti di petrolio e gas annunciata in precedenza. Secondo il Tesoro la nuova tassa permetterà di raccogliere circa 5 miliardi di sterline (6 miliardi di euro) il prossimo anno. Lo scorso aprile l'inflazione britannica ha raggiunto il 9%
Il Cancelliere dello Scacchiere (l’equivalente britannico del nostro ministro dell’Economia, ndr) Rishi Sunak ha annunciato alla Camera dei Comuni un piano di intervento contro il caro vita nel Regno Unito da 15 miliardi di sterline (circa 17 miliardi di euro), di cui 9 miliardi sono destinati agli aiuti per le famiglie meno abbienti. Otto milioni di famiglie riceveranno un bonus una tantum da mille sterline incluso uno sconto di 4oo sterline sulle bollette di luce e gas il cui costo è più che raddoppiato nell’ultimo anno. Il pacchetto di interventi sarà in parte finanziato da una tassa eccezionale del 25% sui profitti extra dei giganti di petrolio e gas annunciata in precedenza ma ancora in attesa di essere introdotta. Secondo il Tesoro la tassa permetterà di raccogliere circa 5 miliardi di sterline (6 miliardi di euro) il prossimo anno.
La Gran Bretagna è sede di colosso petroliferi come Shell (prima compagnia petrolifera privata al mondo), British Petroleum. Il governo sta studiando la possibilità di estendere la tassa sugli extra profitti anche ai fornitori di elettricità. Il prelievo tuttavia prevede la restituzione sotto forma di crediti di imposta fino al 90% della somma se i profitti aggiuntivi garantiti dalla corsa dei prezzi vengono reinvestiti nel paese. Il pacchetto di aiuti annunciato oggi segue quello da 22 miliardi di sterline presentato solo lo scorso aprile. L’inflazione britannica ha raggiunto il 9% lo scorso aprile e il governatore della Bank of England Andrew Bailey ha detto di attendersi un’avanzata “apocalittica” del caro vita. Come raccontato da Ilfattoquotidiano.it le famiglie economicamente più disagiate sono messe a dura prova con testimonianze di persone che riducono il consumo di gas per cucinare o addirittura risparmiano sui pasti. A spingere i prezzi sono, come ovunque, soprattutto i costi dell’energia ma nel caso inglese si aggiungono le ricadute della Brexit sulle filiere logistiche.