Sono passati pochi giorni da quando davanti a Palazzo Marino i rappresentanti dell’associazione Upre Roma e del Movimento Kethane Rom e Sinti per l’Italia, hanno distribuito due libri agli assessori e consiglieri comunali di Milano. Lo hanno fatto per ricordare attraverso le testimonianze storiche il contributo (soprattutto di sangue) che Rom e Sinti hanno dato alla democrazia italiana. Il 16 infatti ricorreva la giornata mondiale della rivolta ad Auschwitz-Birkenau. E la celebrazione è stata anche occasione per ricordare la costituzione italiana
A spiegare l’iniziativa Dijana Pavlovic, Portavoce del Movimento Kethane Rom e Sinti per l’Italia: “La Costituzione all’Articolo 3 recita “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali…” In Italia questo non accade. Non accade nei confronti delle minoranze Rom e Sinti che ancora oggi vengono etichettate come “zingari”, E proprio l’antiziganismo, secondo la Commissione Europea viene definita come una forma specifica di razzismo, un’ideologia fondata sulla superiorità razziale, una forma di deumanizzazione e di razzismo istituzionale nutrita da una discriminazione storica che viene espressa, tra l’altro, attraverso violenza, discorsi d’odio, sfruttamento, stigmatizzazione e le più evidenti forme di discriminazione”.
La portavoce poi continua: “E l’antiziganismo in Italia si manifesta non solo con atti diretti e violenti, ma soprattutto con un vulnus legislativo che non riconosce la minoranza di Rom e Sinti come tale e che quindi ne limita l’inclusività nello stato italiano non riconosce la minoranza di Rom e Sinti come tale e che quindi ne limita l’inclusività nello stato italiano questo noi oggi per lo Stato italiano siamo soltanto un problema sociale o un problema di sicurezza, a seconda di chi ci definisce, e non siamo interlocutori riconosciuti, non siamo cittadini italiani presenti sul territorio italiano da sei secoli con la propria lingua, cultura e il modo di vivere. E nella nuova visione dell’Europa che sta emergendo dalla crisi pandemica e dalla guerra in Ucraina, quale ruolo hanno le minoranze, e in particolare la più grande minoranza europea, quella di rom e sinti? Cosa possono fare i deputati dei Parlamenti nazionali del Parlamento europeo per sostenere l’inclusione e la partecipazione di rom e sinti nei loro partiti e programmi politici, e incoraggiare la loro partecipazione, sia come elettori sia come candidati? La partecipazione politica è il presupposto per iniziare qualsiasi cambiamento non solo per le nostre comunità ma per l’intera società europea e italiana che non si potrà dire pienamente democratica finché non includerà le voci delle minoranze, che sono una risorsa culturale, sociale e economica ignorata. E un altro presupposto è il riconoscimento dello status di minoranza storico linguistica e il rispetto del articolo 6 della Costituzione Italiana. Per questo organizziamo un dibattito alla Camera dei deputati. Vogliamo arrivare alla proposizione di una legge di iniziativa popolare per il riconoscimento di Rom e Sinti in Italia. Una legge che ci tuteli e ci consenta di essere cittadini italiani come tutti gli altri”.
Il 26 maggio a Roma il Movimento Kethane incontrerà alcuni parlamentari proprio per dibattere di Europa, di economia e contributo dato da Rome Sinti. Il 26 maggio da Roma partirà la campagna di sensibilizzazione per la proposizione di una legge di iniziativa popolare. Il 26 maggio nascerà un nuovo sito (www.romesinti.it) che sarà il veicolo per rappresentare i diritti di Rom e Sinti ad una legge di riconoscimento nazionale.