Mauro Capicchioni è morto per un'emorragia polmonare provocata dalle zoccolate del grosso camelide. Lavorava nell'allevamento di un agriturismo e dava da mangiare agli animali. Al termine delle indagini, le autorità hanno contestato agli imprenditori di non aver previsto una serie di protezioni da adottare in caso di aggressioni
A uccidere l’operaio Mauro Capicchioni non è stato un malore, ma un’emorragia polmonare provocata dalle zoccolate di un lama. Secondo la perizia del medico legale, il 64enne di Cernobbio è morto il 3 luglio 2021 a seguito dei colpi ricevuti al petto dal grosso camelide, che gli ha provocato anche alcune ferite sui polsi e su un ginocchio. I titolari dell’agriturismo con l’allevamento di animali in cui lavorava Capicchioni sono stati accusati di omicidio colposo dalla Procura di Como.
Un anno fa, come d’abitudine, l’uomo era andato a dare da mangiare agli animali della fattoria. Non indossava alcun tipo di protezione perché i lama, solitamente, sono mansueti. Tuttavia, secondo quanto riportato dagli inquirenti, quel giorno un esemplare maschio lo ha atterrato e pestato numerose volte. Al termine delle indagini, le autorità hanno contestato agli imprenditori di non aver previsto una serie di protezioni da adottare in caso di aggressioni, a cui Capicchioni era esposto quando svolgeva le sue mansioni da solo. Assenti anche sistemi di emergenza come un allarme acustico o la predisposizione di vie di fuga.