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“Multe se non trovava le punture di testosterone. Se non ballavamo a tempo su TikTok, spaccava tutto”: la denuncia dell’ex colf di Gianluca Vacchi

Repubblica porta a galla una storia di "sfruttamento e stress" subito - secondo la sua ricostruzione - dall'ex colf dell'imprenditore e influencer, una donna 44enne di origini filippine. "Il contratto era da 6 ore al giorno, ma a volte lavoravo anche 20 ore, senza interruzioni e quasi mai con straordinari pagati, senza riposo settimanale né ferie", poi spunta quel messaggio vocale che sembra una conferma

di Paolo Aruffo

Gianluca Vacchi fa ancora parlare di sé. Dopo le recenti dichiarazioni sul proprio stile di vita (“Mi sveglio alle 5 e mi chiudo nella camera iperbarica”), adesso c’è un’altra vicenda che lo riguarda da vicino. Stando a quanto riportato da Repubblica, infatti, una 44enne delle Filippine, ex colf di Vacchi, ha portato in tribunale l’imprenditore e tiktoker bolognese denunciando una serie di episodi disdicevoli. La donna ha fatto causa all’influencer e, nell’atto di citazione civile, ha ripercorso i tre anni (2017-2020) a casa sua. Anni d’inferno, stando alla sua ricostruzione. Con una richiesta di riconoscimento di 70.000 euro – tra straordinari e tfr non pagati – la donna e altri due domestici hanno accusato Gianluca Vacchi di sfruttamento e stress sul posto di lavoro. Nella fattispecie ha spiegato che il contratto da lei firmato prevedeva un impiego di 6 ore al giorno per 6 giorni a settimana. Ma la realtà – ha sostenuto lei – era un’altra. Spesso, infatti, si ritrovava a lavorare fino a 20 ore senza interruzioni e quasi mai ricevendo gli straordinari, senza riposo settimanale né ferie.

Non solo. Ai domestici Vacchi richiedeva anche una certa abilità nel ballo, affinché i video con le sue coreografie pubblicate sui social fossero impeccabili. “Se non venivano eseguiti perfettamente i balletti” e i dipendenti non “andavano a tempo di musica”, “si scatenava la rabbia di Vacchi che inveiva contro di loro, lanciando il cellulare e spaccando la lampada usata per le riprese“, riporta ancora Repubblica. Lo stesso sito ha pubblicato anche alcuni messaggi vocali in cui Vacchi inveiva contro i domestici, teorizzando multe da 100 euro (da detrarre dalla busta paga), per aver “spostato le punte di testosterone dal loro solito posto”. Oppure ancora perché non gli erano stati fatti trovare gli occhiali da sole già pronti in automobile. “Mi sono rotto i cogl**ni, non sto scherzando – afferma infastidito Vacchi nell’audio -. Non mi frega un ca**o, possono anche licenziarsi. Divento una bestia. Li mando via a calci in cu*o, una multa tutti i giorni. È un incubo, non rispettano un orario. Mai. E parlo dei miei orari. Adesso torno a casa mia e se vedo un muso lungo gli metto le mani addosso, facciamo così”.

Infine un “contratto di riservatezza”, dal momento che “il dottor Vacchi è persona che, anche in virtù della sua attività, ha assunto una rilevantissima notorietà e popolarità a livello mondiale; per la parte rilevante dette informazioni costituiscono un patrimonio personale, economico e commerciale di valore considerevole che intende tutelare”. Pena? “50 mila euro da detrarre dal Tfr”. Su tutta questa vicenda si esprimerà il tribunale il prossimo novembre. Al momento Vacchi – 43mln di follower tra Instagram e TikTok – non ha commentato (o almeno non pubblicamente) le accuse della colf, licenziata.

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