Matteo Salvini in missione a Mosca, “a breve”, già “nei prossimi giorni“. Però rimane “un’ipotesi di lavoro”, un viaggio ancora “tutto da decidere”. Fonti interne alla Lega fanno trapelare alle agenzie di stampa la notizia che il leader del partito si recherà a Mosca. Se da una parte, però, viene fatto sapere che la missione “volta a facilitare i negoziati e la pace” è in programma a breve, dall’altro lato viene precisato che di certo non c’è ancora nulla e nessun viaggio è stato per ora organizzato. Poco dopo, in un incontro elettorale a Como, è intervenuto lo stesso Salvini. Le sue parole a proposito di un eventuale viaggio a Mosca non aiutano a fare chiarezza ma non sono una smentita: “Draghi ha fatto bene a chiamare Putin e io ce la sto mettendo tutta – dice il segretario della Lega – ma già sento i ritornelli della sinistra perché se dice di andare o chiamare Mosca qualcuno che va bene al politicamente corretto, allora è una grande operazione di pace. Se ci va Salvini chissà cosa succede, però abbiamo le spalle larghe e bisogna solo tirare dritto“. Viene anche svelato un sms di Salvini nella chat di partito: “Si sta aprendo la possibilità di incontrare – scrive – rappresentanti dei governi di Russia e Turchia“. Fonti della Farnesina invece fanno sapere che il ministero degli Esteri, per il momento, non è stato informato di nulla: “No, non ci è stata fatta alcuna comunicazione, non siamo a conoscenza di alcun viaggio”. Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, ha commentato così: “Mi stupisce arrivi così tardi perché va dove naturalmente gli batte il cuore fin dall’inizio, Evidentemente lo considera un luogo dove andare” ha detto da Como ribadendo che il Pd “sostiene il governo Draghi per la pace. Iniziative strampalate alla Salvini non hanno alcuna utilità. Servono a lui per ritrovare la sua identità”, ha concluso.

Il messaggio in chat – Salvini ha scritto un lungo messaggio nella chat della Lega: “Dopo un lavoro di settimane e a tutti i livelli, ed ormai entrati nel quarto mese di guerra, si sta aprendo la possibilità di incontrare, per parlare di cessate il fuoco, forniture di grano e ritorno al dialogo, rappresentanti dei governi di Russia e Turchia, nonché rappresentanti di altri governi e istituzioni internazionali”, spiega il segretario della Lega. “Qualora la possibilità si facesse concreta – prosegue il messaggio – nelle prossime ore ne parlerò direttamente coi vertici del Movimento e delle Istituzioni. Ritengo che ogni iniziativa diplomatica che riporti al tavolo le parti in conflitto vada perseguita, nella scia dei colloqui con Putin e Zekensky avuti nelle ultime ore dal premier Draghi. Ovviamente, quando a muoversi è la Lega da sinistra (e non solo) le polemiche non mancano, è così da sempre. Ma quando in ballo ci sono milioni di vite e di posti di lavoro da salvare, in Ucraina, in Africa e in Italia, nessuna iniziativa va esclusa a priori“. Poi Salvini aggiunge anche un post scriptum: “Per me sarebbe più comodo stare qualche giorno a casa coi miei figli o con la mia compagna, ma in un momento così drammatico per il mondo e per l’Italia, forse il riposo può aspettare”.

Il viaggio smentito – Non è la prima volta che si parla di un viaggio di Salvini a Mosca per incontrare Vladimir Putin in una sorta missione di pace. A inizio maggio su alcuni organi di stampa era stata pubblicata la notizia secondo cui il leader della Lega aveva chiesto il visto alle autorità russe. Il ministro leghista Giancarlo Giorgetti era intervenuto dicendo: Non mi risulta che sia in programma un viaggio di questo tipo a Mosca. Credo che le relazioni diplomatiche internazionali in una situazione come questa richiedano grande prudenza, soprattutto debbano essere coordinate con il governo che la Lega sostiene”. Poi però, il giorno dopo, lo stesso Salvini aveva smentito tutto con una nota stringata: “Nessun visto richiesto o missione organizzata”.

Il precedente in Polonia – Peraltro, l’unica missione all’estero attinente alla guerra in Ucraina organizzata dal leader della Lega era stata un flop: lo scorso 8 marzo Salvini si era recato a Przemysl, cittadina al confine tra Polonia e Ucraina, punto d’approdo per migliaia di profughi in quei primi giorni di conflitto. Il leader del Carroccio era stato contestato non solo da un gruppetto di italiani, ma anche dal sindaco della città, Wojciech Bakun. Il primo cittadino non aveva perdonato a Salvini la sua vicinanza a Putin: aveva mostrato una maglietta con il volto del presidente russo, la stessa che Salvini indossò in una foto scattata nella Piazza Rossa, a Mosca.

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