“Gianluca Vacchi non mi ha trattato bene, non ha rispettato i miei diritti di lavoratrice. Quando lui cercava le medicine che aveva perso e non trovava più. Ci convocava e noi andavamo in bagno a cercarle. Intanto, mentre noi frugavamo nei cassetti, lui ci lanciava addosso delle bottiglie“. A parlare è Laluna Maricris Bantugon, la colf filippina di 44 anni che ha deciso di denunciare l’imprenditore e influencer per i soprusi che a suo dire ha subito negli anni in cui ha prestato servizio a casa Vacchi, da maggio del 2017 fino a dicembre del 2020. In un’intervista a Repubblica, la donna ha raccontato le angherie e le condizioni di lavoro che le venivano imposte, con “più di 20 ore al giorno” di servizio, senza ferie né riposi settimanali: per questo ora chiede che le vengano riconosciuti 70mila euro tra straordinari e Tfr non pagati.
Neanche a dirlo, il focus sono stati subito i famigerati video di TikTok che hanno reso Gianluca Vacchi una star dei social: girarli, in realtà, a detta della signora Bantugon, “era fonte di stress”, così come “la preparazione dei pasti, dell’abbigliamento o dei bagagli poteva scatenare scatti d’ira e comportamenti aggressivi”, come si legge nell’atto di citazione civile. “In alcuni casi dovevamo partecipare in prima persona ai video, anche se non volevamo comparire. Dovevamo presentarci vestiti con il grembiule da cameriere. Una volta abbiamo girato un filmato con dei colleghi maschi, uno ha sbagliato una mossa e lui gli ha dato una botta sul petto“, ha raccontato ancora. “Diceva un sacco di parolacce, bestemmiava. Non ho mai sentito una persona dire così tante parolacce come lui”.
E ancora. “Non dovevi lamentarti. Mi è capitato di lavorare anche di più di 20 ore al giorno. Per dieci giorni senza interruzione dalle 8 di mattina sino alle 6 del giorno successivo. Questo è accaduto a Milano nel 2017. In quel periodo le altre mie colleghe erano scappate via. Per questo eravamo rimasti in pochi. Vacchi mi portò a Milano e la mia condizione peggiorò ulteriormente, ero l’unica domestica tuttofare. Fu un periodo terribile. Dieci giorni in cui non ho praticamente mai riposato. C’erano sempre degli ospiti che arrivavano a tutte le ore del giorno e della notte. Ricordo che alle sei e mezza di mattina arrivava la massaggiatrice e dovevo aprire io dopo i party notturni in cui avevo servito. Adesso in tribunale rivendico solo quello che mi spetta, avendo piena fiducia nella giustizia italiana”, ha concluso la 44enne.