Un decreto legge del 2021 prevedeva il centro per l'intelligenza artificiale (I3A) proprio a Torino, stanziando anche i primi 21 milioni di euro. Ieri l'annuncio del dietrofront che ha scatenato critiche bipartisan: Montaruli (FdI) e Serritella (M5s) annunciano interrogazioni, il sindaco Lo Russo chiede chiarimenti e Appendino parla di "colpo ferale per la città". La ministra interviene: i fondi del Pnrr, 1,61 miliardi di euro, verranno assegnati tramite bando. Nel capoluogo piemontese ci sarà un Centro italiano di ricerca per l'automotive
Per avere il centro per l’intelligenza artificiale, Torino “dovrà partecipare a un bando come tutti”. Le parole pronunciate venerdì dalla ministra per l’Università e la Ricerca, Maria Cristina Messa, hanno provocato un terremoto politico sotto la Mole e anche a Roma, dove lunedì la questione finirà in Parlamento per iniziativa della deputata FdI Augusta Montaruli e del collega pentastellato Davide Serritella, che hanno annunciato interrogazioni urgenti. Tutto nasce da un decreto legge dello scorso anno che prevedeva il centro per l’intelligenza artificiale (I3A) proprio a Torino, stanziando anche i primi 21 milioni di euro. Per questo il sindaco Stefano Lo Russo bolla le dichiarazioni del ministro Messa come “improvvise e inaspettate“. E la invita a un “urgente chiarimento”, che arriva a stretto giro. “Non ci sono equivoci”, sostiene Messa. E fornisce la sua versione sulla retromarcia del governo: un conto sono i fondi del Pnrr, 1,61 miliardi di euro, per partenariati con Università, centri di ricerca e imprese, che verranno assegnati in modo competitivo. Un altro è la fondazione di un Centro italiano di ricerca per l’automotive, istituita per decreto legge, con sede a Torino.
Due “ambiti collegati ma diversi”, spiega quindi la ministra, tentando di spegnere la polemica dopo 24 ore di richieste di chiarimenti bipartisan. Tra i primi a commentare anche l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, che all’Ansa ha dichiarato: “La notizia che Torino ha perso il Centro per l’Intelligenza Artificiale è un colpo ferale per la città. Specie in un contesto di lavoro comune per una ripartenza attesa da troppo tempo. È una battuta di arresto di cui non si sentiva il bisogno”. L’assessorato all’Internazionalizzazione della Regione Piemonte, Fabrizio Ricca, si è detto “scosso e amareggiato per la mancanza di prospettive legate all’intelligenza artificiale a Torino”. E poi intervenuto appunto anche l’attuale primo cittadino di Torino, Lo Russo: “Il centro sull’intelligenza artificiale a Torino è frutto del lavoro di un territorio e del costante impegno per fare rete tra istituzioni, Università e imprese”.
“Il governo deve dare seguito a una legge del Parlamento, al momento non mi risulta ci siano decisioni diverse. Spero quanto prima si chiarisca l’equivoco: il centro per l’intelligenza artificiale a Torino si deve fare”, ha commentato il viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto. Poi è arrivato il nuovo intervento della ministra Messa. Quello dell’intelligenza artificiale, spiega, è “un argomento trasversale e declinato in diversi aspetti”. Secondo la ministra, le risorse del Pnrr vengono assegnate in modo competitivo, come tutti i bandi per la realizzazione di grandi progettualità, mentre la fondazione a Torino di un ‘Centro italiano di ricerca per l’automotive’, prevista dal decreto legge 73/2021, rientra nelle applicazioni della ricerca sull’intelligenza artificiale. “Ciò che stiamo cercando di costruire è un Paese sempre più competitivo e che possa competere a livello internazionale in diversi settori, stimolando la creazione di reti e supportando grandi collaborazioni, per uno sviluppo sostenibile e stabile pensando alla Next Generation”, aggiunge la ministra Messa.