In viaggio per l’Europa per pulire le spiagge dalla plastica. Carola Farci, 32 anni, insegna storia e letteratura a Cagliari. Da ottobre 2021 ha deciso di partire insieme al suo labrador, Polly, con l’obiettivo di liberare il mare e i fiumi dai rifiuti. “Ho sempre pulito la spiaggia del Poetto, nella mia città – racconta – ma a un certo punto lo sporco era talmente tanto, che ho deciso di fare qualcosa in più”. Italia, Albania, Turchia, Grecia, Croazia sono solo alcuni dei Paesi che ha attraversato negli ultimi otto mesi, raccogliendo più di 3 tonnellate di bottigliette e sacchetti. “Le persone non capiscono che l’ambiente non è solo risorsa sfruttare nella stagione balneare. Il mare ci dà il 50% ossigeno – afferma – Dobbiamo proteggerlo sempre”.

Quando ha annunciato il suo progetto, i suoi alunni non si sono stupiti. “Da circa sei anni porto avanti a scuola dei laboratori ecologisti e di consapevolezza ambientale – racconta – A casa, la mia famiglia invece sì. Non ero mai uscita da Cagliari con la macchina, ma era l’unico modo per portare con me Polly”. Farci però ha chiesto un anno sabbatico e ha lasciato la sua isola per percorrere quasi 12mila chilometri in Europa. Ora racconta i suoi viaggi e continua la sua attività di sensibilizzazione sul suo profilo Instagram Ecoprof_Travel. Dall’Italia, alla Macedonia alla Bulgaria, dal Kosovo, al Montenegro, alla Croazia, alla Bosnia Erzegovina. Fino alle più belle spiagge del Peloponneso, dell’Attica e delle isole greche. Rimane in ogni località pochi giorni, il tempo di preparare i suoi sacchetti e riempirli di polistirolo e plastica, che altrimenti avrebbero inquinato l’acqua. L’aiuta anche il suo labrador: “Siamo sempre insieme. Ormai è specializzata nel recuperare le bottiglie di plastica dal mare – racconta – In inverno, quando l’acqua è fredda, fa la sua nuotatina e le prende”. La quantità di rifiuti raccolti varia, a seconda della marea, dei luoghi o dei giorni: dai 2 chili agli 80 chili, che spesso si sfaldano ed entrano così nella nostra catena alimentare. “Ho trovato le spiagge più sporche in assoluto in Albania, spiega. “Lì c’è un problema di smaltimento dei rifiuti: non hanno i cassonetti e fanno lunghi viaggi in macchina per abbandonare la spazzatura”. Per la stagione estiva “passano con un trattore e bruciano l’immondizia. Tutta quella che rimane nel frattempo, però, finisce in mare”. In particolare, un’immagina le ha fatto provare tanta frustrazione: “Ero in una spiaggia vuota, in mezzo al nulla. Mi abbassavo e trovavo una bottiglia di shampoo, flaconi di detersivo e pacchetti di patatine. Tutto sotto la sabbia”. Anche il Mar di Marmara, in Turchia, era invaso da “un’infinità di buste di plastica”.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Carola (@ecoprof.travel)

In Italia la situazione è meno critica: “La spiaggia del Poetto a Cagliari non è così sporca. Negli scorsi giorni però ero a Chioggia e ho trovato 53 chili di spazzatura. Anche nelle spiagge di Bari, Napoli e Amalfi l’incuria è tanta: “Non è una questione di Sud o Nord, tutta questa plastica è enorme e disgustosa – afferma – Per me, che sono una grande fan delle spiagge d’inverno, l’idea che siano associate solo al turismo estivo è tragica”. Farci non ha un itinerario preciso. Stabilisce i suoi spostamenti di settimana in settimana, in base a dove trova ospitalità. Di solito si affida progetti di Workaway, in cui gli aderenti offrono il proprio tempo in cambio di vitto e alloggio. “È stata un’esperienza umana bellissima. Ho imparato nuovi mestieri e conosciuto persone. Sicuramente mi lascerà molta tristezza aver visto quantità così grandi di spazzatura”. Spesso la gente che incontra le fa i complimenti per il suo lavoro, “pochissimi però mi danno una mano”. Qualcuno accoglie la sua attività con indifferenza, altri invece chiedono informazioni: una mamma di Matera, per esempio, l’ha vista mentre recuperava dei rifiuti dal letto di un fiume e ha insistito perché ne parlasse ai suoi figli. Ad Arcudi, in Grecia, – proprio di fronte all’Isola di Zante – un albergatore, dopo il suo passaggio, ha iniziato a distribuire l’acqua in brocche di vetro. Farci aveva raccolto, nei tre giorni della sua permanenza, più di 150 chilogrammi di spazzatura. Ormai l’attivista è arrivata alle ultime tappe del suo viaggio. Ora, dopo 213 giorni, la professoressa è tornata a casa, a Cagliari. A settembre ricomincerà la scuola. “Riprenderò a insegnare, ma tenterò di mandare avanti dei progetti in Sardegna”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

La Corte Suprema dà ragione a Joe Biden sulla quantificazione economica dei danni all’ambiente causati dalla Co2

next
Articolo Successivo

Sardegna, l’invasione delle cavallette voraci sottovalutata sta mettendo in ginocchio l’agricoltura: “Ora si incentivi la coltivazione”

next