Maxi-frode da 440 milioni sull’edilizia, arrestati il “re dei bonus” e la “mente tecnica”: erano latitanti in Sud America
La guardia di Finanza di Rimini, coordinata dalla procura, ha arrestato due persone nell’ambito dell’operazione “Free Credit”, riguardo le frodi sui bonus fiscali contenuti nel Decreto Rilancio: i due, si apprende, sono considerati i vertici di un’organizzazione smantellata negli scorsi mesi. Da qualche tempo vivevano da latitanti in Colombia e Repubblica Domenicana. Lo scorso gennaio, le Fiamme Gialle avevano eseguito 35 misure cautelari e più di 80 perquisizioni tra Emilia Romagna, Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto, smantellando una rete che operava su tutto il territorio nazionale e che avrebbe frodato lo Stato italiano per 440 milioni di euro, commercializzando i bonus introdotti dal Decreto Rilancio.
L’organizzazione era composta da 56 associazioni, 22 prestanome e aveva la sua base operativa a Rimini. Alle operazioni della guardia di finanza del capoluogo romagnolo solo in due erano riusciti a sfuggire: quello che dagli inquirenti viene chiamato il “Re dei Bonus“, ovvero il capo del ramo pugliese dell’organizzazione, e un commercialista, considerato la “mente tecnica” della vicenda. Pochi giorni prima dell’esecuzione dell’ordinanza dello scorso gennaio, i due erano volati a Santo Domingo e in Colombia per una vacanza, ma poi erano rimasti nei due paesi dove ora sono stati arrestati.
Nel dettaglio, mentre il commercialista è attualmente detenuto in carcere a Bogotà, in Colombia, in attesa dell’estradizione, il “Re dei Bonus” è stato espulso dalla Repubblica Dominicana e imbarcato su un aereo per l’Italia, scortato da due agenti di polizia. L’ex latitante è atterrato domenica scorsa all’aeroporto di Fiumicino, dove i finanzieri e gli agenti della polizia di frontiera lo hanno formalmente arrestato e portato in carcere a Rimini. Il capo del ramo pugliese dell’organizzazione aveva con sé molti cellulari, con schede telefoniche di diversa nazionalità e più di dieci carte di credito, oltre a denaro contante in euro, pesos colombiani e dominicani: il tutto per un valore di circa 6mila euro.