Politica

Reddito di cittadinanza, da Schifani a Garavaglia e Ronzulli: l’attacco della destra. Conte: “Barbarie da parte di privilegiati”

In un solo giorno esponenti di Lega e Forza Italia all'attacco del reddito. Il leader M5s: "Privilegiati della politica, che guadagnano 500 euro al giorno e che vogliono togliere 400 o 500 euro al mese a chi non ha di che sopravvivere, non mi sembra una cosa dignitosa nemmeno da pensare"

Torna l’estate e con essa la ricerca di lavoratori stagionali. Una ricerca spesso viziata dal fatto che le offerte equivalgono a condizioni di lavoro durissime, per pochi euro all’ora. Ecco dunque che con l’avvicinarsi della stagione la destra torna all’attacco. Già ad aprile il ministro del Turismo Massimo Garavaglia aveva lanciato l’allarme: “Il reddito fa mancare 250mila operatori nel turismo”. Oggi torna all’attacco: “Se hai il 10% disoccupazione e mancano solo nel turismo 300/350 mila persone, è evidente che qualcosa non quadra, poi, come sempre, la verità sta nel mezzo: sicuramente vanno rivisti determinati sussidi che sono ostacolo e bloccano mercato del lavoro. Sicuramente vanno rivisti i contratti, ne parlavo con il ministro del Lavoro Orlando… E’ il momento di sedersi intorno al tavolo e trovare una soluzione”, ha detto il ministro della Lega al Tg della Rai del Friuli Venezia Giulia, che lo ha intervistato a Tolmezzo, in provincia di Udine.

Da Palermo arriva l’attacco anche di Forza Italia, con Licia Ronzulli che sostiene: “Il reddito di cittadinanza uccide la competizione. Dobbiamo sospendere questa misura assistenziale, almeno per la stagione estiva. Occorre introdurre i voucher e abbassare la pressione fiscale”. Alla convention del partito di Silvio Berlusconi per la presentazione dei candidati al Consiglio comunale interviene anche Renato Schifani e spiega come Forza Italia non intenda rappresentare i più bisognosi: “Noi siamo il partito che guarda a chi produce, non a chi è parassita e percepisce il reddito di cittadinanza, grazie a un partito, quello dei grillini che sta morendo, per fortuna. Noi abbiamo bisogno di altro, di guardare a chi lavora, al commerciante all’imprenditore che rischia”.

Tre attacchi in un solo giorno ai quali si aggiunge quello di Confcommercio Milano, che ha diffuso i dati di una ricerca del suo ufficio studi: il 68% delle aziende del terziario del capoluogo lombardo, di Monza Brianza e Lodi che sostengono di non trovare impiegati collegano la mancanza di personale della presunta indisponibilità dei potenziali lavoratori a lasciare il reddito di cittadinanza. “Nonostante guerra in Ucraina, caro energia, crescita dell’inflazione e calo dei consumi, la maggioranza delle imprese del terziario crede ancora nella ripresa e prevede di investire nel personale. Ma reddito di cittadinanza e mancanza di competenze sono fra gli ostacoli più rilevanti allo sviluppo di nuova occupazione. Vanno riviste le politiche per il lavoro. Servono più formazione e incentivi maggiori per le imprese che assumono”, sostiene Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza.

Una vera e propria aggressione al reddito che provoca la reazione di Giuseppe Conte. “L’attacco al reddito di cittadinanza da parte di privilegiati della politica, che guadagnano 500 euro al giorno e che vogliono togliere 400 o 500 euro al mese a chi non ha di che sopravvivere, non mi sembra una cosa dignitosa nemmeno da pensare. E’ una barbarie politica”, ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle a margine di una iniziativa elettorale a Frosinone. Difende il reddito anche Nicola Fratoianni: “Continua senza soste anche in questi giorni la crociata contro il reddito di cittadinanza da parte del trio Salvini-Renzi-Meloni: per Salvini sono soldi rubati da gente che sta a casa a non fare una mazza dalla mattina alla serà. Per Renzi è un sussidio tappabuchi. Per Meloni è come ‘il metadone per i tossicodipendentì. Una gazzarra indegna e falsa, se pensiamo che per gli ultimi calcoli dell’Inps l’importo medio è pari a 583 euro. Ripeto 583 euro”, dice il segretario di Sinistra Italiana. “Ma non hanno vergogna di quello che dicono di fronte alla realtà? – continua – Per loro evidentemente è più facile la propaganda e la guerra ai poveri piuttosto che alla povertà”.