Il nodo sembra essere legato al fatto che i presidi obbligati a candidarsi sono solo quelli delle superiori che, tuttavia, sono già impegnati a garantire il buon esito della prova finale nel loro istituto. C'è, inoltre, il problema delle retribuzioni
L’esame di maturità si avvicina e tornano i problemi di sempre, soprattutto in Lombardia: anche quest’anno la ricerca dei presidenti di commissione è una corsa contro il tempo. A differenza di altre Regioni (Lazio, Marche, Campania, Puglia, Calabria, Sardegna), qui mancano all’appello cinquecento presidi e professori con esperienza che possono ricoprire il ruolo di capo tra gli esaminatori. In realtà anche in Friuli si registra qualche difficoltà (su 247 Commissioni sono già stati assegnati 211 presidenti ma sono state acquisite anche le disponibilità di altre ventisei persone) ma entro il 31 maggio l’ufficio scolastico regionale conta di essere in grado di inserire quasi tutti i nominativi dei presidenti a oggi mancanti.
Per i 70mila studenti lombardi invece si sono presentati a oggi 1164 candidati presidenti che sono pochi a fronte delle 1700 commissioni che tra qualche giorno saranno formate per poi incontrarsi alla prima riunione il venti giugno. Un problema annoso che si ripresenta puntuale con l’esame di Stato e che costringe gli uffici territoriali ad un grande sforzo per mettere in moto la macchina operativa della maturità. Il nodo sembra essere legato al fatto che i presidi obbligati a candidarsi sono solo quelli delle superiori che, tuttavia, sono già impegnati a garantire il buon esito della prova finale nel loro istituto. Difficile trovare anche professori disponibili perché la norma esige che abbiano un’anzianità di almeno dieci anni e siano di ruolo. Altro problema è quello della mancanza, proprio in Lombardia, di presidi perché molte scuole hanno la reggenza e quindi un capo d’istituto che copre più realtà. Molti fanno rilevare che a scoraggiare i presidi a candidarsi sono anche le retribuzioni per il lavoro che devono fare, stabilite dal decreto interministeriale del 24 maggio 2007 cui è seguita la nota numero 7054 del 2 luglio 2007: i commissari (interni) percepiscono 399 euro, più eventuali compensi aggiuntivi; il presidente 1.249 euro e il vice 399 più il 10% del compenso previsto per la funzione di commissario.
Nei prossimi giorni, in Lombardia, i provveditori provinciali andranno alla ricerca dei commissari per chiudere il tutto entro fine mese. Nel caso non si trovassero dovranno pescare tra i pensionati oppure avere presidenti su più commissioni. Mercoledì 22 giugno dovrà essere tutto pronto per la prima prova scritta e il giorno dopo per quella d’indirizzo. Dopo gli anni del Covid, si torna alla vecchia maturità con i due scritti e l’orale. L’unico cambiamento – concesso dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – riguarderà crediti e voti: cinquanta punti di credito per il triennio e per le prove, suddivisi in quindici per la prima prova; dieci per la seconda e venticinque per il colloquio. Ci saranno ancora i cinque punti bonus, ma verranno assegnati solo agli studenti che arriveranno all’esame con cinquanta punti di credito e nelle prove prenderanno almeno trenta punti. La lode, anche questa a discrezione della commissione, la potranno prendere solo gli studenti che hanno preso il massimo dei crediti e il massimo alle prove, senza aver usufruito dei cinque punti bonus.