Questa volta l'ultima cronometro non lo ha tradito, perché la Marmolada aveva già emesso le sue sentenze: dopo un lunghissimo duello con Carapaz, lo scalatore della Bora-Hansgrohe può meritatamente festeggiare a Verona
Questa volta l’ultima cronometro non lo ha tradito, perché la Marmolada aveva già emesso le sue sentenze: Jai Hindley è il vincitore del Giro d’Italia 2022. Il 26enne australiano sabato ha conquistato la maglia rosa in salita, oggi la può celebrare all’Arena di Verona, al termine degli ultimi 17 km di gara. Due anni fa, nel Giro 2020 corso a ottobre per via della pandemia, Hindley aveva potuto assaporare il primato giusto per 24 ore, prima di inchinarsi a Tao Geoghegan Hart perdendo il testa a testa proprio nella cronometro dell’ultima tappa. Ora invece nessun pericolo: il margine sull’ecuadoriano Richard Carapaz era rassicurante. A chiudere il podio lo spagnolo Mikel Landa, davanti a un fantastico Vincenzo Nibali, che forse avrebbe voluto coronare l’ultima corsa rosa con una vittoria di tappa, ma saluta il “suo” Giro d’Italia conquistando un incredibile quarto posto.
A decidere il Giro 2022 è stata la tappa regina, la 20esima frazione di 168 km con partenza da Belluno e arriva sulla Marmolada, con due Gpm di prima categoria oltre alla cima Coppi di questa edizione (il Passo Pordoi). Hindley sulle pendenze dal Passo Fedaia ha ipotecato la vittoria finale quando, per la prima volta, la sua bici e quella di Carapaz si sono ritrovate distanti. Per 19 tappe i due protagonisti del Giro sono rimasti sempre appiccicati, in corsa come in classifica. Uno scattava, l’altro ricuciva. E viceversa. Tutti già pensavano che quei risicati tre secondi di distacco sarebbero rimasti tali fino alla cronometro conclusiva. Invece lo scalatore della Bora-Hansgrohe proprio negli ultimissimi chilometri di salita di questo Giro è riuscito fare la differenza e staccare il diretto rivale, il grande favorito.
Un’azione che ha dimostrato come quel successo sfiorato due anni fa non fosse stato un caso. Hindley non sarà giovanissimo come i nuovi talenti del ciclismo – da Remco Evenepoel a Tadej Pogačar – ma con il lavoro e l’esperienza è cresciuto, fino a caricarsi sulle spalle la responsabilità di correre da leader, senza mai sbagliare un colpo. In un Giro d’Italia che non rimarrà nella storia per la spettacolarità, in cui tutti aspettavano la vittoria di Carapaz (già in rosa nel 2019) e temevano l’assenza di rivali, Verona consegna invece un probabile protagonista delle corse a tappe dei prossimi anni. Un australiano che porta nel cuore l’Abruzzo, la regione in cui è cresciuto da dilettante. Per il ciclismo italiano, che con Vincenzo Nibali perde il suo ultimo grande campione, è una magrissima consolazione.