Lo stato di emergenza per la pandemia è finito per tutti, o quasi. I migranti che arrivano a Lampedusa, infatti, secondo il ministero della Salute devono ancora osservare una quarantena che dura dai dieci ai quindici giorni, con o senza sintomi da Covid. Nonostante la fine dello stato di emergenza, però, non si è ancora interrotta l’attività delle navi-quarantena, le enormi imbarcazioni da crociera che da ormai due anni fanno la spola tra l’isola porta d’Europa e i porti siciliani di Augusta, Porto Empedocle e Pozzallo. Create per limitare i contagi da parte dei migranti che arrivavano sull’isola, le navi costano allo Stato più di 35mila euro al giorno, più una diaria di 25 euro per ogni ospite. In mare ce ne sono ancora due: la nave Azzurra, oggi ad Augusta, e la Aurelia, al largo di Siracusa, pronta a raggiungere lo stesso porto. Ma la loro funzione oggi è diversa: nel weekend, dopo un arrivo in massa di barchini, quasi mille migranti sono stati trasferiti dall’hotspot di Lampedusa (che superava il limite di capienza) alle strutture di accoglienza siciliane proprio grazie all’ausilio delle navi-quarantena. Che quindi ora vengono utilizzate anche come traghetti: in 649 sono saliti domenica sulla nave Azzurra, mentre altri 245 si sono imbarcati sulla Aurelia. Ciò ha permesso di far respirare l’hotspot di contrada Imbriacola, in cui il numero di migranti ospitati è in eccedenza da un mese, costringendo donne e bambini a trascorrere la notte all’aperto.

La stessa logica ha spinto il ministero dell’Interno alla riapertura di centri di accoglienza temporanea che erano stati chiusi dopo anni di polemiche e proteste. Su tutti Villa Sikania, ex locale per matrimoni che, dopo più di dieci anni di contestazioni di cittadini e amministrazioni, a meno di un anno dalla prevista chiusura ha riaperto da pochi giorni come centro Covid per migranti. A soffrire questa condizione di isolamento sono gli stessi ospiti, che a intervalli regolari tentano di evadere lungo la strada statale 115: l’ultimo episodio il 29 maggio, quando 27 persone sono fuggite dalla finestra, provocando disordini in strada. Un copione già visto che ha provocato pure un morto, nel settembre 2020: un giovane era investito di notte da un’auto mentre tentava la fuga.

A riaprire i battenti sarà anche la tensostruttura di Porto Empedocle, chiusa lo scorso anno dopo diverse proteste ed episodi di fuga. In testa alle contestazioni contro la riapertura si schierano gli esponenti locali di Fratelli d’Italia: “È stata attivata nella zona portuale di Porto Empedocle una nuova tensostruttura che sarà utilizzata per le operazioni di transito e l’identificazione dei migranti, una installazione provvisoria nelle more che ne venga costruita una permanente nella zona Kaos – hanno scritto in una nota – ovvero in un’area non lontana dalla casa natìa di Luigi Pirandello, sito di interesse turistico-culturale, e dalla omonima spiaggia, molto frequentata in estate da tanti agrigentini che, probabilmente, saranno costretti ad andare al mare altrove. Il territorio agrigentino, dopo anni di crisi economica conseguente alla pandemia, anziché vedere arrivare turisti e navi da crociera, vede arrivare, grazie alle politiche migratorie di questa maggioranza di governo, migliaia di nuovi clandestini illegali”.

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