Da più di dieci giorni non hanno notizie dei loro cari. Per questo le mogli e le sorelle dei combattenti ucraini arrestati dalle truppe russe nelle acciaierie Azovstal di Mariupol hanno fondato il Consiglio delle Donne d’acciaio. L’iniziativa, presentata al Media Center di Kiev, mira ad accendere i riflettori sulle sorti degli uomini che fino a poco tempo fa combattevano a Mariupol ma che dopo la resa sono scomparsi o arrestati. “Il principale ruolo del Consiglio è quello di identificare e riportare a casa tutti gli uomini scomparsi o arrestati – spiega a margine Olena Chornobay, 34 anni, moglie di un soldato del distaccamento della frontiera di Donetsk -. E vogliamo che venga applicata la Convenzione di Ginevra”. Attualmente non sanno in che condizioni sono i propri mariti e fratelli. “Vogliamo che i rappresentanti della Croce Rossa siano presenti in ogni sito in cui i prigionieri sono stati portati”, aggiunge Olena. Accanto a lei c’è Nataliia Zarytska, 36 anni. “Mio marito ne ha 31 ma sembra che ne abbia 100. Ha perso più di 20 kg, ho le foto che lo provano”, racconta mostrando le immagini dal proprio cellulare.
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