“Gli ho detto in faccia che è un assassino, e glielo ridirei sempre, spero in una condanna alla massima pena “. Luigi Ciatti, il papà di Niccolò il 22enne di Scandicci (Firenze) pestato a morte fuori da una discoteca di Lloret de Mar, ha raccontato all’Ansa di aver aver visto per la prima volta Rassoul Bissoultanov, l’uomo accusato di aver ucciso suo figlio nel 2017. L’incontro è avvenuto all’esterno del Palazzo di giustizia di Girona in Spagna dove oggi è iniziato il processo. L’imputato accusato di omicidio doloso. L’uomo, un ceceno con cittadinanza russa, è arrivato assieme all’amico Movsar Magomedov, accusato dalla famiglia Ciatti di esser stato complice nell’omicidio di Niccolò.
“Sono arrivati in versione bravi ragazzi”, ha affermato Ciatti, “ma sono degli attori impressionanti”. Secondo diversi media, la polizia è intervenuta per evitare un contatto fisico tra gli accusati e la famiglia di Niccolò. Il padre del 22enne dice di attendersi che il tribunale spagnolo condanni i due “alla massima pena” possibile. “Non deve passare l’idea che mio figlio fosse un attaccabrighe. Parliamo di un ragazzino che era in vacanza e voleva solo divertirsi”.
La difesa di Bissoultanov chiede che il sospetto sia condannato per omicidio preterintenzionale e non per omicidio doloso, come sostiene invece la procura. La tesi della difesa è che il calcio in faccia che risultò fatale a Ciatti non gli fu dato dall’accusato con l’intenzione di ucciderlo. Per questo, la pena massima che si potrebbe infliggere non dovrebbe superare i 4 anni di carcere. Una versione dei fatti in contrasto con quella proposta dall’accusa, secondo i quali, invece, Bissoultanov uccise il 22enne fiorentino intenzionalmente. Il pm chiede una pena da 24 anni di carcere e nove di libertà vigilata. Previste le dichiarazioni come testimoni di sei amici di Niccolò, mentre i genitori sono convocati per prestare dichiarazioni di fronte a giudice e giuria popolare, martedì alle 12.