La procura di Milano sta indagando su otto persone nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del patrimonio, di diversi milioni di euro, lasciato in eredità da Silvana Barbieri (deceduta nel 2019) alla figlia Patrizia Reggiani, vedova di Maurizio Gucci e condannata come mandante dell’omicidio di quest’ultimo, avvenuto nel 1995. Gli imputati sono indagati, a vario titolo, di circonvenzione di incapace, peculato, furto, corruzione e induzione indebita. La notizia si apprende dall’avviso di conclusione delle indagini notificato oggi nei confronti, tra gli altri, dell’avvocato Daniele Pizzi – ex amministratore di sostegno di Reggiani – e dell’allora compagna di cella della vedova Gucci, Loredana Canò.

Dall’avviso di chiusura delle indagini, condotte dalla Guardia di finanza e coordinate dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Michela Bordieri, risulta che oltre a Pizzi e Canò sono indagati l’avvocato Maurizio Giani, legale di Barbieri, e Marco Chiesa, consulente finanziario anche lui della madre di Reggiani. Infine, sarebbero coinvolti anche Marco Riva e Maria Angela Stimoli, accusati di esser stati “prestanomi” e Mario Wiel Marin e Marco Moroni, proprietari della società che aveva svolto una perizia sul “valore economico di cinque società immobiliari”, di cui Barbieri era amministratrice. Gli otto indagati avrebbero agito su Patrizia Reggiani per “condizionare pienamente il residuo di volontà che la sua malattia le consentiva” e incassare soldi. Gli inquirenti, nel corso delle indagini, hanno ricostruito entità e movimenti del patrimonio della madre di Reggiani a partire dal 1953 (anno in cui venne fondata la prima società immobiliare di Silvana Barbieri) fino al marzo 2021, quando Pizzi è stato sostituito dall’incarico di amministratore di sostegno di Reggiani. L’indagine, per cui erano state effettuate una serie di perquisizioni nell’aprile 2021, è nata dall’esposto presentato da Allegra Gucci, una delle due figlie di Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci: la figlia di Reggiani era stata sentita come testimone per chiarimenti sui rendiconti delle uscite (tre milioni di euro in due anni) che avevano portato alla sospensione dell’incarico di Pizzi.

Barbieri aveva lasciato in eredità alla figlia una villa nel centro di Milano, un capannone di 10mila metri quadri in via Mecenate e diverse società immobiliari. Aveva poi incaricato l’avvocato Giani di costituire una fondazione, da lui stesso presieduta a vita, a cui è legato, tra le altre cose, un complesso immobiliare da almeno 14 milioni di euro situato dietro la stazione centrale di Milano. Nell’ottobre 2018 inoltre, cioè prima della morte di Silvana Barbieri, l’ex compagna di cella di lady Gucci Loredana Canò si sarebbe introdotta “definitivamente nella vita della Reggiani, andando a vivere nella sua casa” e lì avrebbe acquisito “il pieno controllo della gestione domestica”, amministrando il “personale di servizio” ma anche rispondendo al telefono al posto suo. E, per gli inquirenti, Canò sarebbe arrivata a impedire alle figlie Allegra e Alessandra Gucci e alle amiche di farle visita. A Canò viene contestato poi, tra le altre cose, il fatto che si sia fatta assumere come “assistente personale” di Reggiani per 1.600 euro al mese, di essersi appropriata dei suoi gioielli, di averle fatto firmare carte private in cui la vedova Gucci si sarebbe dichiarata debitrice nei suoi confronti di oltre 60mila euro. Ancora, si legge che l’ex compagna di cella avrebbe convinto Reggiani a “far guerra alle figlie, sostenendola nella causa per l’ottenimento del vitalizio di cui, di fatto, l’imputata poteva disporre”.

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