Power bank che esplodono nello zaino del legittimo proprietario. Quello che è accaduto in una scuola di Milano è un caso raro ma non isolato. Online sono presenti diverse segnalazioni di apparecchi esplosi in tasca, in borsa o in auto, e video registrati da telecamere di sicurezza che hanno ripreso l’incidente a bordo di un autobus o all’interno di un aeroporto, magari a pochi istanti dall’imbarco del passeggero. Secondo un rapporto, le batterie agli ioni di litio ricaricabili utilizzate per alimentare apparecchi digitali sarebbero responsabili di oltre duecento incendi negli Stati Uniti tra 2009 e 2017.
Il problema se lo sono posto molti siti che recensiscono apparecchiature e accessori digitali. Chi ha riportato le analisi dei produttori, scrive che il motivo principale che causa le esplosioni potrebbe essere legato “a micro particelle metalliche all’interno della cella della batteria che potrebbero interagire con altre parti della cella stessa”, come dichiarato da Sony, tra i maggiori produttori di batterie agli ioni di litio. A causare il problema potrebbe essere un difetto di progettazione ma anche sollecitazioni esterne, come l’eccessiva temperatura, gli urti e le vibrazioni. Quando le microscopiche particelle si concentrano in un unico punto, nella cella si svilupperebbe un cortocircuito che innesca un’elevata autoscarica che porta all’aumento della temperatura che indebolisce lo strato isolante. Da qui il cortocircuito elettrico che può portare il power bank a prendere fuoco o addirittura a esplodere se la temperatura aumenta troppo in fretta.
Tra possibili i motivi di un incidente sono la progettazione e le costruzioni. Un power bank certificato deve avere i circuiti isolati ed essere dotato di controllo della temperatura, della sovratensione e di protezione dell’alimentazione, che garantisce l’interruzione della carica una volta esaurita. Ma anche la scarsa qualità della batteria è un fattore di rischio. La maggior parte di questi gadget elettronici sono agli ioni di litio o ai polimeri di litio, il componente più costoso. Ma siccome parliamo di apparecchi che competono innanzitutto sul prezzo, alcuni produttori tendono ad acquistare batterie più economiche o addirittura riciclate. Ultimo e non ultimo, l’uso che ne facciamo, come esporli a umidità o temperature elevate, magari dimenticandoli in carica all’interno di un’automobile sotto al sole.
Ma anche lasciare questi apparecchi in carica per un periodo prolungato potrebbe mettere alla prova la loro sicurezza, soprattuto quando l’apparecchio non è dotato delle suddette protezioni. Altrettanto pericoloso è continuare a utilizzare e ricaricare il power bank dopo che ha subito una caduta che può aver compromesso i circuiti interni. Bisogna fare attenzione se l’apparecchio tende a surriscaldarsi, segnalano i siti specializzati, se presenta rigonfiamenti, se emette un odore metallico o di bruciato o un sibilo strano, in particolare durante la carica. Di fronte a questi segnali il dispositivo va rimosso da qualunque fonte energetica o altro apparecchio e portato con cautela in uno spazio all’aperto. Se invece vediamo scintille o fumo non rimane che allontanarsi il più in fretta possibile.
Da ultimo, si raccomanda di smaltire questi apparecchi in modo sicuro al primo segnale di malfunzionamento. E soprattutto, acquistarli seguendo alcune cautele, come affidarsi a marchi con ottima reputazione anche se più costosi ed evitare power bank estremamente potenti quanto a capacità di ricarica rispetto al prezzo proposto dal produttore. Inoltre, verificare che il prodotto sia dotato dei già menzionati sistemi di protezione multipli come il controllo della temperatura di uscita, le protezioni da sovraccarico del dispositivo e della batteria, dall’alta tensione in ingresso e in uscita e la capacità di regolare la corrente in entrata come in uscita. Oltre, ovviamente, alla protezione dai cortocircuiti. Tutte caratteristiche che possono essere verificate sulle schede fornite da prodotti di qualità, ma anche sui siti di settore che li recensiscono, magari controllando che siano presenti le certificazioni che garantiscono gli standard di qualità per questa categoria di dispositivi. Non si tratta di apparecchi più pericolosi di altri dotati di batterie interne, e in quanto tali vanno considerati e trattati.