Secondo quanto rivelato dal Tgr Lazio, ad accorgersi delle scritte sulla tomba del bimbo che morì cadendo in un pozzo a Vermicino il 13 giugno 1981 è stata una visitatrice del cimitero romano
La lapide di Alfredino Rampi al Verano è stata imbrattata con 11 svastiche e varie ingiurie scritte con un pennarello nero. È quanto rivelato dal Tgr Lazio, che ha riportato la testimonianza di una visitatrice del cimitero romano, la prima ad accorgersi della profanazione della tomba del bimbo morto a sei anni il 13 giugno 1981 dopo essere caduto in un pozzo a Vermicino. Domenica la donna ha notato l’emblema del nazismo, spiegando che fino a 10 giorni prima la lapide era intatta. Sono in corso le indagini dei carabinieri della stazione di San Lorenzo per rintracciare gli autori del gesto. Dopo i rilievi, stanno procedendo con le indagini e l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.
Molte le reazioni indignate del mondo politico. “Un colpo al cuore la profanazione della tomba di Alfredino Rampi. Gli autori di questo scempio devono vergognarsi e spero vengano individuati presto”, ha scritto su Twitter il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. L’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha espresso “la più ferma condanna alla vile profanazione della lapide di Alfredino Rampi. Una notizia che mai avremmo voluto leggere e che indigna profondamente. Mi auguro che al più presto i colpevoli vengano individuati dalle forze dell’ordine”. Costernazione e incredulità vengono espresse anche dall’associazione Alfredino Rampi.
Proprio nei giorni scorsi alla Garbatella è stato inaugurato un murales per ricordare Alfredino. I tentativi di salvataggio del piccolo furono seguiti da tutta Italia in una straziante diretta tv e la tragedia diede impulso alla creazione del dipartimento nazionale di protezione civile.