Un "segnale che desta preoccupazione", dice il presidente Brusaferro ricordando l'importanza di "attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani". In totale i fumatori sono 12,4 milioni, con la prevalenza maggiore tra i maschi nella fascia 25-44 anni (42,9%) mentre tra le donne il 'primato' spetta alla fascia 45-64 anni (24,5%). In media il fumatore accende 11,5 sigarette al giorno e si fuma maggiormente al Sud
La pandemia inverte il trend dei fumatori in Italia. Tornano a crescere i tabagisti e, secondo l’Iss, esiste un legame con il Covid. Il report diffuso dall’Istituto superiore di Sanità in occasione della Giornata mondiale senza tabacco segnala circa 800mila fumatori in più rispetto al 2019, pari al 2% in più della popolazione. Un “segnale che desta preoccupazione”, dice il presidente Silvio Brusaferro ricordando l’importanza di “attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani”. A fumare è quasi un italiano su quattro (il 24,2%): una percentuale che non era mai stata registrata dal 2006, poiché erano sempre seguiti stagioni di “stagnazione” e nel triennio 2017-19 addirittura una “costante diminuzione” delle fumatrici. Il 2022 invece fa segnare un incremento delle percentuali di entrambi i sessi.
Il dato “ci conferma come la pandemia abbia significativamente influenzato le abitudini al consumo dei prodotti del tabacco di nicotina degli italiani”, spiega Roberta Pacifici, responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss. In totale i fumatori sono 12,4 milioni, con la prevalenza maggiore tra i maschi nella fascia 25-44 anni (42,9%) mentre tra le donne il ‘primato’ spetta alla fascia 45-64 anni (24,5%). In media il fumatore accende 11,5 sigarette al giorno e si fuma maggiormente al Sud, dove risiede il 32,6% degli uomini e il 21,6% delle donne tabagiste. “I nuovi prodotti del tabacco e le e.cig si sono aggiunti al consumo delle sigarette tradizionali e i loro utilizzatori – aggiunge Pacifici – sono quasi esclusivamente consumatori duali”.
Le sigarette elettroniche sono utilizzate abitualmente o occasionalmente da 1,2 milioni di persone, pari al 2,4% della popolazione, con un nuovo aumento dopo la diminuzione dal 2,5% del 2017 all’1,7% del 2019. E a riguardo l’Iss segnala un fenomeno preoccupante legato ai luoghi in cui si fuma. Ad oltre 15 anni dall’introduzione della legge Sirchia, che vieta il fumo nei luoghi pubblici al chiuso, l’introduzione sul mercato di prodotti alternativi alla sigaretta tradizionale, unita alla legislazione “ancora non adeguata” ai nuovi scenari, “stanno rimettendo in discussione l’educazione al comportamento rispettoso” nei confronti dei non fumatori. “Il 66,8% degli utilizzatori di e-cig (erano il 62% nel 2019) si sentono liberi di usare questi prodotti nei luoghi pubblici – scrive l’Iss – Gli incrementi percentuali registrati nel 2022 degli utilizzatori di entrambe le tipologie di prodotti disposti a trasgredire i divieti di fumo, mandano un ulteriore chiaro segnale di allerta nei confronti di una legislazione ancora troppo fragile nei confronti dei prodotti diversi dalla sigaretta tradizionale”.