Confronto serrato a “L’aria che tira” (La7) tra l’editorialista del Corriere della Sera, Federico Rampini, e lo scrittore Moni Ovadia sulla posizione dell’Occidente, e in particolare degli Usa, nella guerra tra Russia e Ucraina.
Rampini, amico di Ovadia da tanti anni, lancia una stoccata sull’anti-americanismo dell’artista, che prontamente nega: “Non sono per niente anti-americano, anche perché proprio la mia formazione personale deve moltissimo agli Usa. E ci sono cose che io amo moltissimo dell’America, in particolare quello che ha detto Federico: la libertà di dire le proprie opinioni senza vedere le faccine scandalizzate”.

Ovadia menziona le dichiarazioni di Andrew Bacevich, professore emerito di relazioni internazionali e di storia alla Boston University: “Bacevich, ex colonnello dell’esercito degli Usa e reduce del Vietnam, ha perso un figlio nella guerra in Iraq. In una intervista, dopo aver premesso che l’aggressione di Putin non è affatto giustificabile, dice che i danni della guerra di Putin contro l’Ucraina sono inferiori rispetto a quelli fatti dagli Usa in Iraq e in Afghanistan. Parliamo di un milione di morti sulla base di una menzogna spudorata“.

Rampini ribatte: “Oggi non c’è più la guerra in Iraq. Ma all’epoca tutte le piazze erano piene di proteste contro Bush e contro la guerra. E alla fine abbiamo eletto presidente degli Usa Barack Obama anziché Hillary Clinton, proprio perché Obama era uno di quelli che avevano votato contro la guerra in Iraq. Dove sono ora le piazze piene contro Putin oggi? Perché poi dobbiamo processare la guerra in Iraq, quando oggi stiamo parlando di un’altra guerra? La mia spiegazione è questa: siamo stati talmente allenati a processare e a denunciare l’imperialismo americano che non riusciamo neanche a capacitarci che ci sono altri imperialismi, come quello russo e cinese”.

“Io faccio solo notare che la Russia sta ricevendo sanzioni su sanzioni – osserva Ovadia – Chi ha fatto invece sanzioni per le guerre criminali degli Usa? Che credibilità avrà l’Occidente a trattare con Putin? Circa le proteste di piazza, io nella Russia di Putin starei in galera, perché difendo le minoranze. Quando Putin ha scatenato la guerra, la prima cosa che ho fatto è stata accogliere in casa tre profughe ucraine, perché sto sempre con gli ultimi. Sempre. Così come sto coi palestinesi, contro cui si può fare qualsiasi cosa senza che nessuno batta ciglio. Sto coi curdi, che possono essere sistematicamente massacrati dal tiranno senza che l’Occidente faccia una piega. Anzi: prima li usa contro l’Isis e poi li molla”.

A intervenire per tirare le fila del dibattito è la conduttrice Myrta Merlino, la quale, dinanzi alle argomentazioni di Ovadia sull’espansione della Nato verso l’Est, commenta: “Dobbiamo però dire che non è giustificabile quello che ha fatto Putin“.
“Non ho mai detto che Putin è giustificabile – replica Ovadia – Primo Levi non ha mai giustificato la Shoah, ma ha sempre voluto capire. Io voglio capire a cosa stiamo andando incontro. Bisogna disarmare”.

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