A far dimenticare agli italiani la breve parentesi di tempo instabile dello scorso weekend ci penserà il nuovo anticiclone africano denominato Scipione. Per i prossimi 5/6 giorni, il caldo tornerà su tutta la penisola e le temperature saranno sopra la media stagionale con picchi anomali. Non avremo solo condizioni di bel tempo praticamente ovunque, ma registreremo anche valori elevati di pressione e temperature. Dal primo giugno quindi il caldo sarà estremo. Le aree italiane più colpite saranno quelle del Centro-Sud e le due Isole maggiori, ma anche la Pianura Padana sarà toccata dall’ondata, complice l’aumento dell’afa. A cavallo del prossimo weekend, se al Nord la fase calda ed umida non impedirà lo sviluppo di forti temporali pomeridiani sull’arco alpino, al Centro-Sud l’anticiclone potrebbe dominare incontrastato per circa una settimana, sfiorando anche i 40°C sulle estreme regioni meridionali e sulle due Isole maggiori.
Con l’innalzamento delle temperature è scattato l’allarme della Coldiretti per la siccità nelle campagne italiane. A rischio sono le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia, ma anche le coltivazioni di cereali e foraggi, gli ortaggi e la frutta. Manca, infatti, l’acqua necessaria a irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico: nei primi cinque mesi del 2022 le precipitazioni si sono dimezzate. Nonostante le ultime piogge, il livello del Po, rileva la Coldiretti, è sceso al Ponte della Becca a -3,1 metri rispetto allo zero idrometrico, un livello più basso di quello raggiunto a Ferragosto. A versare in questo stato è l’intero bacino idrografico nazionale dal Nord al Centro e al Sud.
“Con il cambiamento della distribuzione nella pioggia dal punto di vista geografico e temporale – spiega l’associazione in una nota – in Italia per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto da Coldiretti e Anbi un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente”. “Il progetto – conclude Coldiretti – è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.