Ne abbiamo parlato con Andrea Giustina, docente ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Università Vita-Salute San Raffaele e Primario di Endocrinologia IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano
La notizia che il noto influencer e imprenditore Gianluca Vacchi ricorra a punture di testosterone ha suscitato tra i suoi followers – e non solo – diversi interrogativi e scatenato alcune fantasie. A che servono queste iniezioni? Magari a migliorare performance sessuali o sportive? Facciamo un passo indietro. Prima di tutto, spieghiamo cos’è il testosterone. “È l’ormone steroideo maschile (androgeno) prodotto dalla gonade maschile, cioè dal testicolo”, spiega il professor Andrea Giustina, docente ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Università Vita-Salute San Raffaele e Primario di Endocrinologia IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. “Il testosterone inizia a essere prodotto in maniera significativa durante la pubertà sotto il controllo dell’ipofisi ed è responsabile dello sviluppo dei caratteri sessuali secondari come crescita dei peli, sviluppo di massa e forza muscolare e degli organi genitali, modificazione della voce e stimolo della libido cioè del desiderio sessuale”, continua Giustina. “Nell’uomo non vi è un corrispettivo biologico della menopausa della donna, cioè un momento preciso della vita in cui la gonade smette di produrre l’ormone. Vi è però una progressiva riduzione dei valori medi di testosterone nella popolazione maschile con l’invecchiamento. I valori di testosterone nel maschio adulto si abbattono nel caso di una vera e propria patologia dell’asse ipofiso-testicolare (ipogonadismo maschile)”.
In quali situazioni, allora, si prescrivono punture di testosterone?
“Solo in casi di ipogonadismo accertato è indicata la terapia con testosterone che può essere somministrato in forma quindi iniettiva o come gel, ma solo dietro prescrizione medica che, oltre a stabilire l’indicazione, ne determina modalità e dosaggio”.
Quali sono gli effetti indesiderati?
“Il testosterone stimola gli organi e i tessuti androgeno sensibili, quindi l’abuso e l’eccesso di questo ormone, soprattutto se non vi è una chiara indicazione medica, sono legati alla possibile insorgenza di numerosi effetti collaterali: ipertrofia prostatica e aumentato rischio di cancro della prostata, incremento di peso e gonfiore, ipertensione arteriosa, aumento della viscosità del sangue, ipercolesterolemia, epatopatia, acne e modificazioni dell’umore spesso con aumento dell’aggressività. Proprio per questo motivo anche nei soggetti in cui la terapia con testosterone è clinicamente indicata occorre escludere controindicazioni (per esempio una pre-esistente patologia prostatica) e comunque mettere in atto un monitoraggio appropriato clinico e biochimico per determinare la sicurezza della terapia”.
È fondata l’idea che aumentare questi livelli migliora la risposta sessuale negli uomini?
“Solo nei soggetti che ne sono significativamente carenti. Laddove non vi sia un livello basso di testosterone nel sangue la somministrazione dell’ormone non determina rilevanti effetti clinici positivi. In altre parole, quello con testosterone è un trattamento esclusivamente sostitutivo cioè da somministrare a chi ne ha bassi livelli nel sangue e non ha senso medico utilizzare il testosterone come terapia farmacologica, cioè aumentando livelli che sono nella norma per uno sfavorevole rapporto rischio beneficio”.
Nella pratica sportiva, farsi queste iniezioni implica un vero e proprio doping? Che cosa si rischia?
“Il testosterone è un ormone anabolizzante e quindi aumenta la massa muscolare. L’utilizzo negli atleti che non ne sono carenti non solo è una pratica dopante, quindi vietata, ma comporta rischi seri anche a breve termine, esponendo l’atleta a possibili effetti collaterali anche gravi come quelli oncologici e cardiovascolari”.
Con l’età, la quantità di testosterone si riduce. Con quali ripercussioni nell’organismo? In questi casi è consigliabile fare iniezioni?
“In alcune persone anziane i livelli di testosterone scendono al di sotto della norma e la riduzione è clinicamente rilevante con riduzione della massa e forza muscolare e della libido. In questi casi si parla di LOH (ipogonadismo a insorgenza tardiva), termine più appropriato rispetto a quello abusato e poco corretto biologicamente di andropausa. La terapia con testosterone può essere considerata dal medico escludendo eventuali controindicazioni e bilanciando accuratamente i possibili rischi verso i benefici. Concludendo, la terapia con testosterone non va assolutamente considerata come ‘anti aging’ o come stimolatore sessuale, né tanto meno può essere un fai da te. La motivata prescrizione con un attento controllo medico è conditio sine qua non per instaurare questa terapia”.