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Fabrizio Corona torna in una struttura comunitaria in affidamento terapeutico

I giudici, infatti, hanno evidenziato i "miglioramenti" dell’ex agente fotografico e mettono in luce nel provvedimento che "il percorso terapeutico", che tra l’altro è già in corso, "appare idoneo ai bisogni di cura" per promuovere la sua "riabilitazione" e il "superamento di importanti fragilità personali", anche perché soffre di una "patologia psichiatrica"

di F. Q.

Nell’intrica storia personale e giudiziaria di Fabrizio Corona si aggiunge un nuovo capitolo. L’ex agente fotografico, protagonista di più procedimenti a partire da Vallettopoli, ha ottenuto la misura alternativa dell’affidamento terapeutico in una “struttura comunitaria” a Limbiate, in provincia di Monza e Brianza. Corona, che era in detenzione domiciliare per scontare la pena residua per le sue condanne, andrà in comunità su decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano accogliendo l’istanza degli avvocati Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra.

I giudici, infatti, hanno evidenziato i “miglioramenti” dell’ex agente fotografico e mettono in luce nel provvedimento che “il percorso terapeutico”, che tra l’altro è già in corso, “appare idoneo ai bisogni di cura” per promuovere la sua “riabilitazione” e il “superamento di importanti fragilità personali”, anche perché soffre di una “patologia psichiatrica”. Corona ha portato avanti, scrivono i giudici, “un lavoro introspettivo” anche sulla sua “dipendenza patologica dai guadagni”. Corona dovrà recarsi per 4 ore il venerdì nella comunità a Limbiate.

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