L’aumento generalizzato dei prezzi, dovuto all’incremento del costo dell’energia e delle materie prime ed esacerbato dalla guerra in Ucraina, ha raggiunto cifre che non si toccavano da trent’anni. I rincari di spesa riguardano tutti i settori produttivi, le bollette, il prezzo del carburante e dei prodotti alimentari. Con un’indagine statistica sugli effetti dell’inflazione, l’associazione di consumatori Altroconsumo ha fotografato la condizione attuale delle famiglie italiane, rilevando che le abitudini sono cambiate in diversi contesti: nei consumi domestici, nell’alimentazione, nella mobilità e nello shopping, nel tempo libero e nell’assistenza sanitaria. Gli esiti della ricerca, presentata oggi al Festival del Giornalismo Alimentare di Torino, rilevano difficoltà anche per le spese mediche: 1 intervistato su 3 le considera un lusso e dichiara di non riuscire a far fronte ai costi necessari per la cura, 16% non può permettersi le cure dentistiche necessarie, il 13% non può sostenere i costi di una visita specialistica. L’8% dei rispondenti ha dovuto cancellare o rimandare le sedute di psicoterapia, mentre per il 10% è diventato proibitivo l’acquisto di dispositivi medici come gli occhiali da vista o l’apparecchio acustico.

Il settore dei consumi domesticicasa, energia, acqua – risulta comunque il più colpito dall’inflazione: è l’ambito nel quale è maggiore la percentuale degli italiani – l’80% degli intervistati – che hanno cambiato le proprie abitudini di consumo all’insegna del risparmio. Per fare un esempio, nell’inverno scorso il 52% degli italiani ha “usato con più parsimonia l’impianto di riscaldamento e presumibilmente starà facendo lo stesso con quello di condizionamento”. 4 rispondenti su 10 inoltre – fanno sapere da Altroconsumo – oltre che risparmiare sulle temperature in casa, limitano l’uso di elettrodomestici (40% degli intervistati), di acqua (27%) facendo “docce più veloci” e tenendo il rubinetto chiuso mentre si lava i denti. Dall’indagine risulta poi che il 43% degli italiani ha vissuto, nell’ultimo anno, un peggioramento della propria condizione economica e il 25% afferma di “aver avuto difficoltà a pagare le bollette“. L’inflazione – continua Altroconsumo – “sta velocemente deteriorando il potere di acquisto delle famiglie italiane“, per questo l’associazione si è rivolta al governo chiedendo che vengano rese definitive le misure varate per frenare il caro-energia: l’abbassamento dell’Iva, l’eliminazione degli oneri di sistema dalle bollette e il taglio delle accise sul carburante. “Le risorse derivanti dall’extragettito Iva e dalle tasse sugli extraprofitti dovrebbero essere impiegate per ristorare le famiglie in difficoltà, in quanto il bonus da 200 può essere un aiuto, non una soluzione”.

Il 65% degli intervistati ha cambiato anche abitudini di guida: il caro-carburante ha fatto sì che il 31% usi l’auto “solo quando è strettamente necessario” e che il 26% metta in pratica accorgimenti salva-benzina – guidare a velocità moderata, non spingere troppo il motore, evitare sorpassi. Molti italiani poi si sarebbero convertiti alla mobilità verde: il 18% degli intervistati si muove maggiormente a piedi o in bicicletta, il 10% prende mezzi pubblici con più frequenza di quanto non facesse prima. Per 6 italiani su 10 poi, è cambiato il modo di fare la spesa: si comprano maggiormente “prodotti a primo prezzo” – ovvero il prezzo a scaffale più basso in assoluto nella categoria, alimenti a marchio supermercato e prodotti super-scontati. Inoltre, il 29% degli intervistati ha tagliato l’acquisto di cibo e bevande non essenziali (alcol, dolci, snack salati…) e, si legge, 1 italiano su 5 rinuncia all’acquisto di alimenti importanti come il pesce e la carne. Il clima di incertezza aumenta poi la preferenza di acquisto dei prodotti a lunga conservazione – cibi in scatola, zucchero, pasta e farina. Ridotti anche le pause caffè al bar e le uscite al ristorante, più sporadiche per il 26% degli intervistati.

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