L'impianto, che dà lavoro a mille persone direttamente e altre 2.500 nell'indotto è di proprietà della russa Lukoil che la controlla attraverso la holding svizzera Litasco. Dall'inizio della guerra in Ucraina utilizza solo petrolio proveniente dalla Russia che arriva via nave
C’è preoccupazione nella grande raffineria siciliana Isab, nei pressi di Priolo in provincia di Siracusa. L’impianto, che dà lavoro a mille persone direttamente e altre 2.500 nell’indotto è di proprietà della russa Lukoil che la controlla attraverso la holding svizzera Litasco. L’embargo alle forniture di greggio russo via nave potrebbe infatti pregiudicarne l’operatività. La raffineria prima utilizzava petrolio proveniente da diversi paesi fornitori e non solo dalla Russia. I primi pacchetti di sanzioni hanno però bloccato i finanziamenti bancari necessari per l’acquisto dei carichi. La raffineria siciliana si è quindi affidata completamente alla casa madre utilizzando esclusivamente petrolio russo. Una circostanza che, tra l’altro, ha fatto balzare la quantità di petrolio russo importato nel paese ponendo l’Italia in testa alla classifica europea insieme all’Olanda.
Isab è la più grande in Italia con una capacità di 16 milioni di tonnellate l’anno. È in grado di trattare una cinquantina di qualità di greggio e il 90% dei prodotti ottenuti viene poi rivenduta via nave. Fondata nel 1972, è stata acquisita nel 2008 da Litasco, società svizzera controllata da Lukoil. Il ministero dello Sviluppo economico “segue con la dovuta attenzione la situazione della raffineria di Priolo soprattutto per le possibili ricadute occupazionali che le misure conseguenti alla guerra in Ucraina potrebbero causare”. Lo fanno sapere fonti del ministero, aggiungendo che al tempo stesso, nel rispetto di tutte le competenze, il Mise è pronto a valutare la dichiarazione di area di crisi complessa.
“Le ulteriori restrizioni che appesantiscono l’embargo non consentiranno a gennaio di importare via nave il greggio russo, determinando di fatto la fermata della raffineria Lukoil di Priolo con conseguenze pesantissime per l’intera area industriale siracusana. Occorre che il governo faccia presto, che convochi l’azienda affinché si determinino soluzioni alternative. Ciò servirà almeno a gestire l’emergenza nell’immediato”, affermano però Paolo Pirani e Andrea Bottaro, segretari generale e nazionale della Uiltec. I due sindacalisti parlando “di una riunione interlocutoria che dimostra come non si abbia contezza del contesto emergenziale riguardante l’area industriale”.