A deciderlo è stato il giudice per l'udienza preliminare, Robero Crepaldi, che ha rigettato la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal sostituto procuratore generale Massimo Gaballo, che aveva avocato l’inchiesta 'sfilandola' alla Procura
“Il fatto non sussiste”. È stata prosciolta con questa motivazione Maria José Falcicchia, l’ex dirigente dell’Upg, cioè della sezione Volanti della Questura di Milano, finita imputata per un presunto peculato di 4mila euro. A deciderlo è stato oggi il giudice per l’udienza preliminare, Robero Crepaldi, che ha rigettato la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal sostituto procuratore generale Massimo Gaballo, che aveva avocato l’inchiesta ‘sfilandola’ alla Procura. Per il giudice quindi non esisteva neanche il presupposto di verifica di una ipotesi di reato a dibattimento.
Per la vicenda, l’unica contestata e rimasta in piedi nell’ambito di una indagine più ampia su presunte irregolarità nella gestione di oltre 40mila euro provenienti da donazioni in favore della stessa Questura milanese e di cui in gran parte è stata chiesta l’archiviazione, il giudice ha ritenuto che non si sia trattato di soldi pubblici (i bonifici sono di privati). Pertanto, il reato tutt’al più sarebbe appropriazione indebita, procedibile a querela di parte. Querela che in questo caso non è stata presentata.
“Dopo quasi 4 anni, stravolgimento di fatti, conseguenze inimmaginabili su carriere e vita privata, la dottoressa Falcicchia ha trovato un giudice. – è il commento del difensore, Domenico Aiello – Le accuse erano infondate il giudice ha cosi sentenziato. Sin dall’inizio della vicenda abbiamo chiesto rigore e riservatezza nell’analisi dei fatti e comportamenti. La storia delle persone non può essere ignorata con disinvoltura – ha proseguito il legale – né essere il pretesto per accuse scorrette nei confronti di un alto dirigente dello Stato con una carriera specchiata“. Il pg Gaballo ha annunciato che impugnerà il provvedimento del giudice.