Negli ultimi anni mantenere un figlio in Italia è costato circa 640 euro al mese, vale a dire un quarto del reddito medio delle famiglie. Il dato è contenuto nella Relazione annuale di Banca d’Italia presentata ieri dal governatore Ignazio Visco. In base a questo dato, portare un figlio fino alla maggiore età comporta una spesa di quasi 140mila euro. Nel 2020, complici le restrizioni della pandemia, la spesa si è leggermente abbassata a 580 euro: meno spostamenti e meno spese per il tempo libero. Anche sui figli si riverbera il gap tra Nord e Sud del paese. Nelle fasce più alte di reddito al centro Nord la spesa supera gli 800 euro. Nel Mezzogiorno si spende meno ma l’incidenza sul reddito è più o meno invariata ed in ogni caso oltre la metà (il 60%) del totale viene impiegato per soddisfare i bisogni primari, alimentari, abbigliamento e spese per la casa, istruzione e salute.

Numeri e proporzioni però potrebbero cambiare da quest’anno. Da marzo infatti è iniziata l’erogazione dell’assegno unico e universale per le famiglie che prevede un importo massimo per figlio di 175 euro mensili ma con maggiorazioni per i nuclei con almeno tre figli, per quelli in cui entrambi i genitori lavorano, se la madre ha meno di 21 anni e in presenza di figli in condizioni di disabilità. Secondo l’elaborazione di Bankitalia l’ammontare massimo sarebbe sufficiente a sostenere, a seconda dell’approccio di stima, tra un terzo e la metà circa delle spese necessarie per mantenere un minore alle famiglie della fascia di reddito più bassa.

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