Il presidente onorario dell’Anpi ed ex parlamentare, scomparso martedì, è stato per anni anche un consigliere regionale del Pci. Quando viene a mancare una personalità, la giunta quasi sempre dirama comunicati in cui il governatore Attilio Fontana esprime il proprio cordoglio. Non è avvenuto in questo caso. Il presidente del Consiglio regionale: "La prassi è un'altra, privatamente già inviato il telegramma di condoglianze"
Tra i tanti messaggi di cordoglio per la morte di Carlo Smuraglia, ne è mancato uno: quello di Regione Lombardia. Un stonatura dai consueti cerimoniali istituzionali, un silenzio che finisce per fare rumore. Perché Smuraglia, oltre che presidente onorario dell’Anpi ed ex parlamentare, è stato per anni anche un consigliere regionale del Pci. E al Pirellone ha ricoperto il ruolo di vice presidente del consiglio e, tra il 1978 e il 1980, di presidente. Una vergogna, per il capogruppo del Pd Fabio Pizzul: “Si tratta di una dimenticanza molto grave che denunciamo solo ora perché abbiamo faticato a credere fosse reale. Smuraglia è stato per decenni un protagonista della vita del Paese, partigiano, testimone della resistenza, politico, giurista e avvocato, comunque strenuo difensore della democrazia. Il suo valore è sempre stato riconosciuto da tutti, al di là dell’appartenenza politica. Che l’Istituzione, di cui è peraltro stato autorevole rappresentante, non abbia pensato di dedicargli nemmeno una riga di cordoglio è semplicemente vergognoso. Una mancanza che fa venire il dubbio che chi siede a palazzo Lombardia e a palazzo Pirelli non abbia neppure rispetto dell’istituzione che è chiamata a rappresentare”.
La “dimenticanza” è effettivamente insolita. Quando viene a mancare una personalità, la giunta quasi sempre dirama comunicati in cui il governatore Attilio Fontana esprime il proprio cordoglio. È successo persino per il sindaco di Lugano Marco Borradori, politicamente vicino a Fontana. Ma anche per personaggi lontani, come il fondatore di Emergency Gino Strada, ricordato per “il suo lavoro e il suo impegno per offrire cure e aiuto alle popolazioni coinvolte nelle guerre”. Per Smuraglia è comparso sì sul Corriere della Sera un necrologio in cui il governatore lo definisce “una figura di grande spessore istituzionale e professionale e uomo di grande impegno civile e rigore morale”. Ma nemmeno l’ombra di un comunicato ufficiale. Che non si volesse dare merito a un ex partigiano che ha dedicato molti sforzi alla difesa della Costituzione? Dagli uffici della giunta negano che ci siano state ragioni politiche e assicurano che Smuraglia verrà commemorato, come di solito accade, nel corso della prossima seduta del consiglio regionale.
E chi il consiglio regionale lo presiede, cioè il leghista Alessandro Fermi? Anche lui fa presente che “è prassi consolidata e condivisa anche dai capigruppo consiliari commemorare gli ex consiglieri regionali scomparsi nelle sedute di consiglio regionale successive alle loro esequie, invitando i rispettivi familiari e cercando di condividere con loro la data. Una grande personalità come Carlo Smuraglia sarà commemorata – e lo sapeva bene anche Pizzul – in occasione della seduta del 14 giugno insieme a Paolo Arrigoni e Franco Ferrari, scomparsi nei giorni scorsi. È prassi dare adeguata comunicazione a mezzo stampa in occasione delle commemorazioni per sottolinearne l’istituzionalità e l’ufficialità. L’istituzione regionale ha già provveduto all’invio ai familiari del consueto telegramma di condoglianze e vicinanza”. Fermi accusa Pizzul di fare sterili polemiche: “Sia lui a vergognarsi e cerchi piuttosto di trarre lezione dall’insegnamento politico e civile di Smuraglia, invece di evocarlo a sproposito”.
Ma quando quattro anni fa venne a mancare un altro ex presidente del consiglio, il leghista Ettore Adalberto Albertoni, Fermi espresse il suo cordoglio anche prima della commemorazioni in aula. Cosa che oggi spiega così: “A lui mi legava grande amicizia e condivisione non solo politica ma anche umana e territoriale”. Salvo però non dire che nel caso di Albertoni, Fermi fece uscire più di un comunicato: il primo per riconoscergli di essere stato “uno dei padri dell’autonomia”, poi per annunciare la sua partecipazione ai funerali “in rappresentanza dell’Assemblea regionale lombarda”, qualche giorno dopo una nota sulla commemorazione in aula e infine più di una dichiarazione per dar conto dell’intitolazione ad Albertoni di una sala al 25esimo piano del Pirellone.
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