Coppia suicida a Forlì, come analista ho avuto a che fare con ‘fuoriusciti’ da gruppi parareligiosi
‘Vogliamo trovare altrove la nostra pace e altre possibilità per noi’, sono queste le ultime parole vergate da Paolo Neri e Stefania Platania, morti suicidi in quel di Spinello. Tra le varie piste percorse per motivare questa drammatica scelta, molti media hanno ricordato il fatto che i coniugi erano da tempo usciti dalla Ramtha’s School of Enlightenment, un culto new age di origine statunitense, gruppo che in quella località contava diversi adepti. E’ tuttavia fuori luogo, è bene sottolinearlo nettamente, stabilire – come molti quotidiani hanno forse un po’ frettolosamente fatto – un nesso causa-effetto tra questa lontana appartenenza (si parla di dieci anni fa) e il loro tragico gesto.
Questo episodio offre però la possibilità di fare alcune considerazioni sullo sfilacciamento del legame sociale e il conseguente fenomeno delle cosiddette ‘sette’ ad esso collegato, binomio ampliatosi a dismisura nel tempo pandemico. La vita dei coniugi, il loro operare, l’aver costruito sotto casa un bunker per prepararsi ad una imminente fine del mondo danno il destro per ampliare la discussione e indagare la ricerca di luoghi, fisici e virtuali, di gruppi, associazioni dove cercare protezione da parte di molti cittadini a causa dello stato di precaria incertezza e insicurezza che ha travolto tanti uomini e donne provenienti da diversi strati sociali. La pandemia non solo ha incrinato tante certezze, ma si è innestata su una crisi economica che, già prima del Covid, andava sbriciolando posti di lavoro, generando quelle condizioni di precarietà cronica alla quale tanti hanno cercato un rimedio. Chi ha scelto la famiglia, chi la famiglia invece l’ha persa, chi ha optato per la farmacologia, chi per la ricerca di ascolto e chi, purtroppo, è finito nelle grinfie di sette incantato dai discorsi di guru in cerca di adepti da intruppare e spennare economicamente.
Ho iniziato ad interessarmi del fenomeno del plagio mentale dopo averlo incontrato e successivamente accogliendo molti reduci da psicoterapie devastanti operate da maldestri e raffazzonati epigoni di Freud, nebulizzati al momento del redde rationem con il loro operato. Mi sono rivolto poi all’accoglienza e al trattamento delle persone cadute nelle spire delle sette.
In questi anni di attività ho avuto che fare con decine di ‘fuoriusciti’ da gruppi a sfondo parareligioso, ad orientamento misticheggiante, congregazioni che attendevano la fine del mondo nonché devoti ad incarnazioni di novelli messia in cerca di facili guadagni. Una delle caratteristiche di alcuni dei capi di queste sette è il richiamo a massime nietzschiane, evocate a validare azioni ammantate di spirito fondativo, rete oscurante per celare intenti manipolativi e predatori. I fondatori a sfondo perverso sono soliti mascherare la loro predace fame di adepti indossando l’abito dei novelli portatori di scandalose verità, ‘costretti’ a reclutare altrove i discepoli perché forzati dal fato, favorendo movimenti scismatici all’interno dei gruppi più strutturati dai quali spesso provengono.
Spacciarsi per novello Gesù, colui che resiste alle regole ossidate tiranniche dell’ordine costituito, è il modo col quale il soggetto perverso nobilita le sue basse gesta, il suo desiderio di raggruppare manipoli di adepti facilmente addomesticabili. Con la scusa del ‘creatore’ il perverso condottiero nasconde la sua atavica allergie alle regole altrui, la sua incapacità di sottomettersi ad esse, perché lo limitano, lo inibiscono, frenano il desiderio di fama e godimento illimitato. Sovente infatti si tratta di personaggi che hanno avuto guai con la legge, pregressi di violenza o sono stati messi ai margini dal legame sociale per condotte illecite. Le truppe scelte devono essere attentamente selezionate, dotate di grandi venature di isteria, o menti assai fragili, affinché possano prendere per valide tutte le verità assolute delle quali il neo messia necessita per giustificare la chiusura delle porte della sua setta. Costoro intruppano la prima linea nella difesa dell’ortodossia perversa, bevuta come legge infusa e permeata di etica.
Sono questi che, quando la polizia fece irruzione nella tenuta a Waco, per primi spararono agli agenti per difendere il loro guru. Son questi che sui sociali ti inondando di insulti se osi mettere in dubbio le parole o la condotta del loro maestro (io ho collezionato diverse velate minacce private per aver una criticato questi sistemi, uno di questi fatto da un collega per via messaggistica). Molti dei suicidi che avvengono a seguito del crollo del castello di carta di questi neo superuomini è legato appunto alla precisione svizzera con la quale si svolgono i reclutamenti. Individui sovente con povertà culturale e facilità di manipolazione, indotti a credere che il neo Gesù sia il loro salvatore, al punto da chiudere ogni tipo di contatto con amici, familiari e altri legami, facendo della parola del maestro la loro unica strada di vita. Morendo il maestro, muoiono con esso togliendosi la vita.
La pandemia ci ha insegnato qualcosa di nuovo. Al di là del binomio guru-soggetto fragile e facilmente manipolabile, la verità che questi anni hanno fatto emergere in maniera inconfutabile è che non è affatto vero che queste spire settarie avvinghino solo soggetti ‘deboli’. Al contrario, il principio dell’obbedienza è un elemento assai più diffuso di quello che si possa immaginare e recluta uomini e donne del cosiddetto ‘mondo normale’. L’attempato e serioso uomo che vi passa di fianco mentre siete al supermercato, l’azzimata professoressa che sale in cattedra, il rigido direttore di azienda, il pensionato, la casalinga, l’operaio. Molti di essi nottetempo si recando in luoghi nei quali si assoggettano a regole di vita, di comportamento emanate da guru, profeti e guaritori portatori di verità mistiche e millenaristiche.
Vero è che il principio di realtà prima o poi fa capolino nella mente di individui che sino ad un momento prima si definivano adepti di questo o quel maestro, così da permettere loro una fuga da quelle spire. E’ doloroso e clinicamente interessante ascoltare i loro racconti, che descrivono una devozione spesso totale, portata sino alle estreme conseguenze fatta di annullamento della personalità e distruzione dei legami sociali in funzione dell’obbedienza ai capricci del capo.
Si tratta di un fenomeno attuale, frutto di un innato desiderio di servire il padrone che alberga in tanti comuni cittadini, sdoganato ed ampliato dal tempo pandemico. Abbiamo insomma a che fare con quel mondo normale che ancora oggi colma le sale di questi capi adunanze, uomini e donne che hanno nel tempo visto sbriciolare le loro fedi, i loro deboli credo, e pur di non arrendersi ad una quotidianità spesso grigia e ripetitiva sono pronti a giurare fede a credi strampalati o, peggio, offrire la loro devozione a personaggi istrionici che, una volta interiorizzati, diventano padroni delle loro vite. Qua sta la questione squisitamente clinica: il guru, il maestro, il caposetta diventa letale quando diventa una parte integrante del sistema psichico della vittima, quando cioè viene interiorizzato sino a tramutarlo in una sorta di entità superegoica dalla quale accettare ordini, desideri e capricci. La fragilità di coloro quali non riescono ad uscire diventa evidente quando, nonostante le finestre aperte lascino trasparire la realtà, l’ancoraggio che essi hanno effettuato alle idee solide del guru sopravanza il reale, preferendo saldarsi definitivamente ad un destino di martirio e devozione che può portare anche alla morte.
Tornando al caso della morte dei due coniugi, impossibile non pensare ad una struttura con venature persecutorie preesistenti, probabilmente fragili, se è vero come le cronache dicono che sono stati capaci di costruire un bunker sotto la loro casa.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "Vogliamo essere gli architetti di una nuova democrazia. La grandissima preoccupazione, pensando al tema della geo cultura è che quando la politica si fa guidare dall’economia, diceva Adam Smith, diventa un problema democratico perché l’economia avrà sempre un interesse diverso dalla politica. Se la politica gestisce l’economia stiamo tutti bene. Ho paura del fatto che nelle mani di pochissime di persone c’è il potere economico, praticamente, di tutti, e che non si colga questo pericolo". Lo ha detto Walter Mauriello, presidente nazionale Meritocrazia Italia, oggi a Firenze, chiudendo il focus dedicato alla Geo cultura, in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
“Meritocrazia Italia - spiega Mauriello - fa passi in avanti molto improntati in termini di qualità e sostanza, ma il leader deve essere un passo indietro rispetto agli altri, non tanto per umiltà, ma per osservare, vedere le qualità e metterle a servizio del gruppo. La politica che stiamo costruendo è attrattiva, vuole dare la possibilità al debole di parlare e al forte di mettersi in discussione, nel rispetto delle regole che evita manganelli e sanzioni e dà la possibilità di una vita equilibrata e felice. Sull’ambiente, ad esempio la geo cultura è stata distrutta dalla necessità di energia. Certo, non si esclude il nucleare, ma è importante sfruttare tutte le risorse, mentre continuiamo ad andare a prendere" energia in Paesi con petrolio "dove l'egemonia è di pochi. Insieme si può realizzare una grande opera. Questo vale anche per la giustizia”.
“Nel nostro cammino abbiamo incontrato tante persone di qualità - conclude Mauriello - La grande certezza è questo gruppo, di cui pensiamo sempre il prossimo step. Abbiamo da tempo interlocuzione diretta con il presidente della Repubblica, con il presidente del Consiglio” e Oltreoceano. "Abbiamo l’ambizione di essere noi stessi, per essere un vero cambiamento".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - In collaborazione con TgPoste.it
Nel 2025 focus su pacchi, risparmio postale, assicurazioni e offerta luce e gas. Sono le priorità di Poste Italiane, messe in fila dall’amministratore delegato, Matteo del Fante, intervistato da Tg Poste all’alba dei conti del gruppo, che ha chiusto il 2024 con numeri record e obiettivi futuri in rialzo. Ora, “rimaniamo focalizzati sulla logistica, in particolare sui pacchi” ma “resteranno importanti i prodotti di risparmio: quest’anno ricorre il 150° anniversario del libretto postale e il centenario del buono fruttifero. Stiamo studiando con Cassa Depositi e Prestiti delle emissioni per celebrare le soluzioni di risparmio più apprezzate dagli italiani, per un valore di 340 miliardi”; per quanto riguarda la protezione “sarà un anno molto positivo” e per “la nostra offerta di luce e gas il 2025 sarà storico perché ci siamo dati l’obiettivo di raggiungere il milione di contratti. Al momento Poste Energia conta 700mila clienti, abbiamo ancora lavoro da fare”, ha riferito l’Ad. (Video)
“Questa azienda non produce beni fisici ma offre servizi. Se i nostri colleghi operativi e l’azienda tutta non collaborassero non si raggiungerebbero questi numeri. Quando si ottiene più di quello che ci si aspettava, significa che tutti i colleghi ci hanno messo passione ed è la cosa per noi più importante. Un grazie sulla base di risultati concreti”, ha aggiunto poi Del Fante, riferendosi ai 120mila dipendenti di Poste.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Rispetto al sistema geopolitico non riteniamo che sia assolutamente ragionevole togliere dal patto di stabilità la spesa per le armi. Noi pensiamo a una geopolitica che rimetta al centro l'uomo, rimetta al centro il welfare, rimetta al centro la salute. Questi sono temi che dovrebbero essere tolti dal patto di stabilità”. Lo ha detto Andrea Quartini, deputato M5S, nel suo intervento oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
“L'Italia è l'incrocio di tantissime culture, di tantissime lingue, di tantissimi soggetti - argomenta Quartini - Questo rende l'Italia un paese assolutamente particolare. Noi siamo stati i migliori diplomatici del mondo, non a caso. Noi siamo un po' spagnoli, un po' greci, un po' africani, un po' arabi. Questa miscela è straordinaria. Ci può far comprendere quanto è importante il dialogo, quanto si può essere efficaci nella capacità di impostare dei negoziati di pace. Credo che questa forza che l'Italia può esprimere può anche riuscire a far ritornare molti giovani ad occuparsi di politica. E credo che questo sia un tema che ci riguarda nel senso anche di avvicinarsi alle strategie di Meritocrazia Italia. Credo che Movimento 5 Stelle e Meritocrazia Italia su questa linea abbiano molte cose da condividere”.
“Credo fermamente nell'idea di un'Europa che riesce a governare una transizione ecologica - aggiunge Quartini - Quindi, da questo punto di vista, credo ci siano degli aspetti che ci assimilano, che ci possono consentire un dialogo forte. Allo stesso tempo, credo che il tema della pace sia un tema assolutamente importante, rilevante. Sono tre anni che, diciamo, che dobbiamo arrivare a un momento di negoziazione e che probabilmente siamo davvero in ritardo e il prezzo pagato da tanti uomini in Ucraina sia un prezzo troppo alto e poteva essere evitato. Allo stesso tempo riteniamo che si debba farlo in un'ottica di credibilità”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "L'attualità internazionale impone una riflessione. Con determinazione dobbiamo rilanciare quello spirito europeo che l'Italia ha contribuito come Paese fondatore a creare. Dal 1957 i passi in avanti fatti sono stati straordinari, eccezionali, però ora è necessario uno scatto ulteriore. È centrale il tema della difesa, ma in questo ambito le posizioni sono ancora piuttosto articolate all'interno dell'Unione e non è un bene". Lo ha detto Alessandro Battilocchio, deputato Fi, partecipando oggi al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"L'Italia fu uno dei Paesi che prima ancora dei trattati di Roma nel 1954 con De Gasperi lanciò l'idea di una difesa comune - continua Battilocchio - Poi, proprio dalla Francia ci fu una grande frenata. Dopo il trattato di Lisbona sembrava che questo percorso si fosse riavviato con una serie di step previsti che dovranno portare ad una difesa comune, però anche in questo caso, pur in una contingenza difficile, legata alla pandemia, i passi in avanti sono stati assolutamente troppo flebili. Ora il tema è tornato prepotentemente d'attualità e io ritengo che sia importante che si sia aperto un dibattito. Le parole che arrivano da Oltreoceano rappresentano, in questo contesto, una spinta ad accelerare questa discussione".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Credo che, sotto il profilo geo culturale un'enfasi forte sul consesso europeo sia strettamente necessario perché ritengo che si stia perdendo culturalmente un ruolo che il nostro contesto geografico politico ha sempre avuto. Con il linguaggio dei numeri, il valore delle nostre imprese in relazione al totale delle imprese del mondo non è sceso, è crollato in modo ingiustificato. Se confrontate il 2005 con il 2024, vi accorgete che il prodotto interno lordo dell'Europa è passato dal 35% del totale del mondo al 20%. Siamo scesi come peso e come significatività. Se poi andiamo a vedere il peso delle società quotate, nel 2005 e oggi, troviamo che è passato dal 35% del totale a meno del 15%”. Così Maurizio Dallocchio, professore ordinario università Bocconi, intervenendo oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni e i cittadini.
Nel mondo, “le banche europee, sono irrilevanti - aggiunge Dallocchio - La prima banca europea per dimensione di capitalizzazione è dopo il numero 20. Nelle prime 10 ce ne sono 4 americane, 4 cinesi, una della Gran Bretagna e una giapponese. Non ce n'è una europea. Le banche europee, per finanziare le imprese europee, sono fortissime, sono importantissime - evidenzia il professore - Se consideriamo 100 il debito delle imprese europee, 75 è debito bancario e solo 25% è legato ai mercati e all'emissione di titoli obbligazionari. Credo che se partiamo da questi numeri ci rendiamo contro che stiamo diventando, in qualche modo, preda, sotto il profilo economico. Ma - avverte il professore - l'economia influisce sulla politica e sulla società ed evidentemente dà un impulso numerico alla cultura prevalente”.
C’è una concentrazione geopolitica delle maggiori imprese del mondo. “Tra le prime otto per capitalizzazione di borsa, sette sono statunitensi, l'altra è saudita e fa petrolio - illustra l’esperto - Quella che capitalizza di più in borsa, che vale 3.600 miliardi di dollari, molto di più del debito pubblico italiano per intenderci, quasi il doppio del Pil italiano, è una società che appartiene al settore tecnologico. Le sette americane sono tutte imprese tecnologiche. Per cui il secondo elemento di concentrazione, il settoriale, è potentissimo. Le prime otto società per capitalizzazione di borsa, nel 2005, l'anno di riferimento che ho preso insieme al 2024, erano presenti in sei settori diversi: il farmaceutico, diversificato, la grande distribuzione, il bancario, l'oil and gas e le tecnologie. Oggi i settori presenti sono, praticamente, uno”.
Inoltre, “la capitalizzazione di borsa delle prime cinque società al mondo per capitalizzazione - rimarca il professore - valgono il 30% del mercato di tutto il mondo. La sola, Nvidia, che è legata al mondo dell'intelligenza artificiale, da sola pesa una 1,6 tutta la borsa tedesca: una concentrazione dimensionale incredibile, mai esistita in passato. Altamente preoccupante è che si tratta di realtà proprietarie. Nel 2005, delle grandi imprese che connotavano il mondo, la concentrazione della proprietà era altamente diffusa. Nessuno possedeva più del 7 - 8 - 9%. Oggi, le prime otto società per capitalizzazione, si rifanno al nome di un padrone. Sotto il profilo evidentemente economico, finanziario, ma anche sociale e culturale, ha un impatto sul mondo che è straordinario”.
Come Europa, “se vogliamo tornare ad avere il ruolo sotto il profilo culturale in primo luogo sotto il profilo economico e sociale - suggerisce Dallocchio - è necessario accettare che ci sia un debito comune, è necessario provvedere a una difesa comune, al rilancio dei mercati e della finanza, intesa nel senso buono, dei soldi che finiscono alle aziende proveniendo dalle famiglie. È necessaria una fiscalità omogenea ed è necessario prendere consapevolezza del fatto che se vuoi essere competitivo devi investire in tecnologie e in intelligenza, che poi naturale o artificiale, con una visione di lungo periodo che porti a credibilità, a sostenibilità, a visibilità, a credito, che si trasformi anche in credito culturale della nostra Europa”. In questo contesto, l’Italia “è un Paese che paga una valanga di tasse. Partiamo da un livello di tassazione che, rispetto ad altri Paesi è mostruosamente superiore”. Va bene la rottamazione delle cartelle esattoriali? “Si, ma cum grano salis”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sulportale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "La politica deve essere capace di guidare la narrazione, le trasformazioni, non deve essere esecutrice di decisioni raggiunte in altri ambiti. Meritocrazia Italia chiede un rinascimento della politica, per questo siamo a Firenze. La politica non è solo nei palazzi, parte dal basso e abbiamo ambizioni grandi, anche oltre confine". Lo ha detto Zenaide Crispino, ministro MI Turismo, Cultura, Impresa e Territorio, nel suo intervento al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"La geopolitica e la geo cultura si muovono in un gioco di specchi - spiega Crispino - perché si condizionano reciprocamente e il momento storico che viviamo ci pone di fronte a degli scontri asimmetrici. C'è un occidente che si dibatte per mantenere la geocultura, anche al cospetto di un sistema che manifesta delle crepe e delle fragilità. Ci sono Paesi come quelli del Golfo, l'India, la Cina che vogliono riscrivere le regole proprio della geopolitica, si muovono tra capitalismo e autoritarismo, tra egemonia e soft power. Le guerre vogliono riscrivere le frontiere del diritto internazionale. Poi c'è l'Europa, che sembra un po' dispersa tra questi giganti”. A livello internazionale, “sicuramente l'elezione di Trump vede degli Stati Uniti che accelerano sull'indipendenza energetica - illustra - ma che, nello stesso tempo, si svincolano da trattati internazionali che sono stati stilati proprio per una visione coesa internazionale contro il cambiamento climatico. C'è la Cina che, pur essendo uno dei paesi più inquinanti al mondo, ha il monopolio nella produzione delle tecnologie green. C'è l'Europa che insegue, una transizione ecologica giusta, ma tante volte anche ideologica. Ci siamo persi, a volte, perché scollati dalle esigenze delle economie reali".
Ma "l'ambiente non è solo un problema climatico, è anche un problema di sicurezza - sottolinea Crispino - perché dove ci sono delle crisi climatiche si evidenziano anche spesso delle crisi umanitarie e migratorie. Anche in questo caso la politica e la cultura non possono discostarsi l'una dall'altro. Tante volte meritocrazia ha chiesto l'integrazione reale che si basa sull'incontro di quelle culture che vengono in contatto, che restituiscano la tolleranza a chi deve ospitare e la dignità a chi viene ospitato. Questo, a dispetto di un'accoglienza indiscriminata, che invece crea quelle bolle di subcultura che genere illegalità e quindi intolleranza. Anche la giustizia è un elemento essenziale nell'immaginario collettivo. La giustizia deve essere percepita come equa, certa, svincolata dalla burocrazia, deve restituire sicurezza, certezza del diritto, ma anche della pena". Rimarcando l’importanza della politica, Crispino conclude mettendo in guarda sull’affacciarsi di "protagonisti, che sono soggetti privati, che perché dispongono di un potere finanziario tale, hanno la possibilità di gestire asset strategici, la comunicazione, la sicurezza, l'intelligenza artificiale, le energie rinnovabili, fino alla conquista dello spazio. Il mio riferimento non è velato, sto parlando Musk, ovviamente".
non riesci a leggere ilfattoquotidiano.it perché hai negato i consensi relativi alla pubblicità. Per continuare a leggerci accetta i consensi o diventa nostro Sostenitore (in questo modo navigherai senza nessuna inserzione).
Ti ricordiamo che il nostro lavoro ha un costo ripagato dalla pubblicità e dai sostenitori. Il tuo aiuto è per noi indispensabile.
Se clicchi “Accetta i consensi” acconsenti in questo modo al trattamento dei tuoi dati personali mediante l'impiego di tutti i cookie presenti sul sito, fermo restando la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento. Navigherai in modo totalmente gratuito e potrai visualizzare fino ad un massimo di 5 articoli al mese, e vedrai la pubblicità. Che cosa sono i cookie?
Se clicchi su “Rifiuta e Sostienici” sottoscrivi un abbonamento Sostenitore a “ilfattoquotidiano.it”, al costo promozionale di 1€ al mese per 3 mesi. A decorrere dal quarto mese il costo dell'abbonamento diverrà di 5,99€ al mese, il tutto mantenendo le tue attuali impostazioni. Da abbonato potrai navigare senza alcun tipo di pubblicità.
Maurizio Montanari
Psicoanalista
Società - 1 Giugno 2022
Coppia suicida a Forlì, come analista ho avuto a che fare con ‘fuoriusciti’ da gruppi parareligiosi
‘Vogliamo trovare altrove la nostra pace e altre possibilità per noi’, sono queste le ultime parole vergate da Paolo Neri e Stefania Platania, morti suicidi in quel di Spinello. Tra le varie piste percorse per motivare questa drammatica scelta, molti media hanno ricordato il fatto che i coniugi erano da tempo usciti dalla Ramtha’s School of Enlightenment, un culto new age di origine statunitense, gruppo che in quella località contava diversi adepti. E’ tuttavia fuori luogo, è bene sottolinearlo nettamente, stabilire – come molti quotidiani hanno forse un po’ frettolosamente fatto – un nesso causa-effetto tra questa lontana appartenenza (si parla di dieci anni fa) e il loro tragico gesto.
Questo episodio offre però la possibilità di fare alcune considerazioni sullo sfilacciamento del legame sociale e il conseguente fenomeno delle cosiddette ‘sette’ ad esso collegato, binomio ampliatosi a dismisura nel tempo pandemico. La vita dei coniugi, il loro operare, l’aver costruito sotto casa un bunker per prepararsi ad una imminente fine del mondo danno il destro per ampliare la discussione e indagare la ricerca di luoghi, fisici e virtuali, di gruppi, associazioni dove cercare protezione da parte di molti cittadini a causa dello stato di precaria incertezza e insicurezza che ha travolto tanti uomini e donne provenienti da diversi strati sociali. La pandemia non solo ha incrinato tante certezze, ma si è innestata su una crisi economica che, già prima del Covid, andava sbriciolando posti di lavoro, generando quelle condizioni di precarietà cronica alla quale tanti hanno cercato un rimedio. Chi ha scelto la famiglia, chi la famiglia invece l’ha persa, chi ha optato per la farmacologia, chi per la ricerca di ascolto e chi, purtroppo, è finito nelle grinfie di sette incantato dai discorsi di guru in cerca di adepti da intruppare e spennare economicamente.
Ho iniziato ad interessarmi del fenomeno del plagio mentale dopo averlo incontrato e successivamente accogliendo molti reduci da psicoterapie devastanti operate da maldestri e raffazzonati epigoni di Freud, nebulizzati al momento del redde rationem con il loro operato. Mi sono rivolto poi all’accoglienza e al trattamento delle persone cadute nelle spire delle sette.
In questi anni di attività ho avuto che fare con decine di ‘fuoriusciti’ da gruppi a sfondo parareligioso, ad orientamento misticheggiante, congregazioni che attendevano la fine del mondo nonché devoti ad incarnazioni di novelli messia in cerca di facili guadagni. Una delle caratteristiche di alcuni dei capi di queste sette è il richiamo a massime nietzschiane, evocate a validare azioni ammantate di spirito fondativo, rete oscurante per celare intenti manipolativi e predatori. I fondatori a sfondo perverso sono soliti mascherare la loro predace fame di adepti indossando l’abito dei novelli portatori di scandalose verità, ‘costretti’ a reclutare altrove i discepoli perché forzati dal fato, favorendo movimenti scismatici all’interno dei gruppi più strutturati dai quali spesso provengono.
Spacciarsi per novello Gesù, colui che resiste alle regole ossidate tiranniche dell’ordine costituito, è il modo col quale il soggetto perverso nobilita le sue basse gesta, il suo desiderio di raggruppare manipoli di adepti facilmente addomesticabili. Con la scusa del ‘creatore’ il perverso condottiero nasconde la sua atavica allergie alle regole altrui, la sua incapacità di sottomettersi ad esse, perché lo limitano, lo inibiscono, frenano il desiderio di fama e godimento illimitato. Sovente infatti si tratta di personaggi che hanno avuto guai con la legge, pregressi di violenza o sono stati messi ai margini dal legame sociale per condotte illecite. Le truppe scelte devono essere attentamente selezionate, dotate di grandi venature di isteria, o menti assai fragili, affinché possano prendere per valide tutte le verità assolute delle quali il neo messia necessita per giustificare la chiusura delle porte della sua setta. Costoro intruppano la prima linea nella difesa dell’ortodossia perversa, bevuta come legge infusa e permeata di etica.
Sono questi che, quando la polizia fece irruzione nella tenuta a Waco, per primi spararono agli agenti per difendere il loro guru. Son questi che sui sociali ti inondando di insulti se osi mettere in dubbio le parole o la condotta del loro maestro (io ho collezionato diverse velate minacce private per aver una criticato questi sistemi, uno di questi fatto da un collega per via messaggistica). Molti dei suicidi che avvengono a seguito del crollo del castello di carta di questi neo superuomini è legato appunto alla precisione svizzera con la quale si svolgono i reclutamenti. Individui sovente con povertà culturale e facilità di manipolazione, indotti a credere che il neo Gesù sia il loro salvatore, al punto da chiudere ogni tipo di contatto con amici, familiari e altri legami, facendo della parola del maestro la loro unica strada di vita. Morendo il maestro, muoiono con esso togliendosi la vita.
La pandemia ci ha insegnato qualcosa di nuovo. Al di là del binomio guru-soggetto fragile e facilmente manipolabile, la verità che questi anni hanno fatto emergere in maniera inconfutabile è che non è affatto vero che queste spire settarie avvinghino solo soggetti ‘deboli’. Al contrario, il principio dell’obbedienza è un elemento assai più diffuso di quello che si possa immaginare e recluta uomini e donne del cosiddetto ‘mondo normale’. L’attempato e serioso uomo che vi passa di fianco mentre siete al supermercato, l’azzimata professoressa che sale in cattedra, il rigido direttore di azienda, il pensionato, la casalinga, l’operaio. Molti di essi nottetempo si recando in luoghi nei quali si assoggettano a regole di vita, di comportamento emanate da guru, profeti e guaritori portatori di verità mistiche e millenaristiche.
Vero è che il principio di realtà prima o poi fa capolino nella mente di individui che sino ad un momento prima si definivano adepti di questo o quel maestro, così da permettere loro una fuga da quelle spire. E’ doloroso e clinicamente interessante ascoltare i loro racconti, che descrivono una devozione spesso totale, portata sino alle estreme conseguenze fatta di annullamento della personalità e distruzione dei legami sociali in funzione dell’obbedienza ai capricci del capo.
Si tratta di un fenomeno attuale, frutto di un innato desiderio di servire il padrone che alberga in tanti comuni cittadini, sdoganato ed ampliato dal tempo pandemico. Abbiamo insomma a che fare con quel mondo normale che ancora oggi colma le sale di questi capi adunanze, uomini e donne che hanno nel tempo visto sbriciolare le loro fedi, i loro deboli credo, e pur di non arrendersi ad una quotidianità spesso grigia e ripetitiva sono pronti a giurare fede a credi strampalati o, peggio, offrire la loro devozione a personaggi istrionici che, una volta interiorizzati, diventano padroni delle loro vite. Qua sta la questione squisitamente clinica: il guru, il maestro, il caposetta diventa letale quando diventa una parte integrante del sistema psichico della vittima, quando cioè viene interiorizzato sino a tramutarlo in una sorta di entità superegoica dalla quale accettare ordini, desideri e capricci. La fragilità di coloro quali non riescono ad uscire diventa evidente quando, nonostante le finestre aperte lascino trasparire la realtà, l’ancoraggio che essi hanno effettuato alle idee solide del guru sopravanza il reale, preferendo saldarsi definitivamente ad un destino di martirio e devozione che può portare anche alla morte.
Tornando al caso della morte dei due coniugi, impossibile non pensare ad una struttura con venature persecutorie preesistenti, probabilmente fragili, se è vero come le cronache dicono che sono stati capaci di costruire un bunker sotto la loro casa.
Articolo Precedente
Ucraina, anche in guerra facciamo il tifo: un’emozione irrazionale
Articolo Successivo
Incels, lo studio Ue pone l’Italia al quarto posto per misoginia: serve un upgrade culturale
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Papa Francesco, i medici del Gemelli: “Non è fuori pericolo, il vero rischio è la sepsi. Resterà ricoverato almeno tutta la settimana prossima”
Mondo
Trump: “Non serve Zelensky alle riunioni sulla pace”. Media: “Putin vuole annunciare vittoria il 24 febbraio”. L’Ue punta a dare altre armi per dei miliardi a Kiev
Mondo
Musk: “Zelensky si nutre dei corpi dei suoi soldati”. E lancia modifiche a X contro le smentite a Trump
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "Vogliamo essere gli architetti di una nuova democrazia. La grandissima preoccupazione, pensando al tema della geo cultura è che quando la politica si fa guidare dall’economia, diceva Adam Smith, diventa un problema democratico perché l’economia avrà sempre un interesse diverso dalla politica. Se la politica gestisce l’economia stiamo tutti bene. Ho paura del fatto che nelle mani di pochissime di persone c’è il potere economico, praticamente, di tutti, e che non si colga questo pericolo". Lo ha detto Walter Mauriello, presidente nazionale Meritocrazia Italia, oggi a Firenze, chiudendo il focus dedicato alla Geo cultura, in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
“Meritocrazia Italia - spiega Mauriello - fa passi in avanti molto improntati in termini di qualità e sostanza, ma il leader deve essere un passo indietro rispetto agli altri, non tanto per umiltà, ma per osservare, vedere le qualità e metterle a servizio del gruppo. La politica che stiamo costruendo è attrattiva, vuole dare la possibilità al debole di parlare e al forte di mettersi in discussione, nel rispetto delle regole che evita manganelli e sanzioni e dà la possibilità di una vita equilibrata e felice. Sull’ambiente, ad esempio la geo cultura è stata distrutta dalla necessità di energia. Certo, non si esclude il nucleare, ma è importante sfruttare tutte le risorse, mentre continuiamo ad andare a prendere" energia in Paesi con petrolio "dove l'egemonia è di pochi. Insieme si può realizzare una grande opera. Questo vale anche per la giustizia”.
“Nel nostro cammino abbiamo incontrato tante persone di qualità - conclude Mauriello - La grande certezza è questo gruppo, di cui pensiamo sempre il prossimo step. Abbiamo da tempo interlocuzione diretta con il presidente della Repubblica, con il presidente del Consiglio” e Oltreoceano. "Abbiamo l’ambizione di essere noi stessi, per essere un vero cambiamento".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - In collaborazione con TgPoste.it
Nel 2025 focus su pacchi, risparmio postale, assicurazioni e offerta luce e gas. Sono le priorità di Poste Italiane, messe in fila dall’amministratore delegato, Matteo del Fante, intervistato da Tg Poste all’alba dei conti del gruppo, che ha chiusto il 2024 con numeri record e obiettivi futuri in rialzo. Ora, “rimaniamo focalizzati sulla logistica, in particolare sui pacchi” ma “resteranno importanti i prodotti di risparmio: quest’anno ricorre il 150° anniversario del libretto postale e il centenario del buono fruttifero. Stiamo studiando con Cassa Depositi e Prestiti delle emissioni per celebrare le soluzioni di risparmio più apprezzate dagli italiani, per un valore di 340 miliardi”; per quanto riguarda la protezione “sarà un anno molto positivo” e per “la nostra offerta di luce e gas il 2025 sarà storico perché ci siamo dati l’obiettivo di raggiungere il milione di contratti. Al momento Poste Energia conta 700mila clienti, abbiamo ancora lavoro da fare”, ha riferito l’Ad. (Video)
“Questa azienda non produce beni fisici ma offre servizi. Se i nostri colleghi operativi e l’azienda tutta non collaborassero non si raggiungerebbero questi numeri. Quando si ottiene più di quello che ci si aspettava, significa che tutti i colleghi ci hanno messo passione ed è la cosa per noi più importante. Un grazie sulla base di risultati concreti”, ha aggiunto poi Del Fante, riferendosi ai 120mila dipendenti di Poste.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Rispetto al sistema geopolitico non riteniamo che sia assolutamente ragionevole togliere dal patto di stabilità la spesa per le armi. Noi pensiamo a una geopolitica che rimetta al centro l'uomo, rimetta al centro il welfare, rimetta al centro la salute. Questi sono temi che dovrebbero essere tolti dal patto di stabilità”. Lo ha detto Andrea Quartini, deputato M5S, nel suo intervento oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
“L'Italia è l'incrocio di tantissime culture, di tantissime lingue, di tantissimi soggetti - argomenta Quartini - Questo rende l'Italia un paese assolutamente particolare. Noi siamo stati i migliori diplomatici del mondo, non a caso. Noi siamo un po' spagnoli, un po' greci, un po' africani, un po' arabi. Questa miscela è straordinaria. Ci può far comprendere quanto è importante il dialogo, quanto si può essere efficaci nella capacità di impostare dei negoziati di pace. Credo che questa forza che l'Italia può esprimere può anche riuscire a far ritornare molti giovani ad occuparsi di politica. E credo che questo sia un tema che ci riguarda nel senso anche di avvicinarsi alle strategie di Meritocrazia Italia. Credo che Movimento 5 Stelle e Meritocrazia Italia su questa linea abbiano molte cose da condividere”.
“Credo fermamente nell'idea di un'Europa che riesce a governare una transizione ecologica - aggiunge Quartini - Quindi, da questo punto di vista, credo ci siano degli aspetti che ci assimilano, che ci possono consentire un dialogo forte. Allo stesso tempo, credo che il tema della pace sia un tema assolutamente importante, rilevante. Sono tre anni che, diciamo, che dobbiamo arrivare a un momento di negoziazione e che probabilmente siamo davvero in ritardo e il prezzo pagato da tanti uomini in Ucraina sia un prezzo troppo alto e poteva essere evitato. Allo stesso tempo riteniamo che si debba farlo in un'ottica di credibilità”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "L'attualità internazionale impone una riflessione. Con determinazione dobbiamo rilanciare quello spirito europeo che l'Italia ha contribuito come Paese fondatore a creare. Dal 1957 i passi in avanti fatti sono stati straordinari, eccezionali, però ora è necessario uno scatto ulteriore. È centrale il tema della difesa, ma in questo ambito le posizioni sono ancora piuttosto articolate all'interno dell'Unione e non è un bene". Lo ha detto Alessandro Battilocchio, deputato Fi, partecipando oggi al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"L'Italia fu uno dei Paesi che prima ancora dei trattati di Roma nel 1954 con De Gasperi lanciò l'idea di una difesa comune - continua Battilocchio - Poi, proprio dalla Francia ci fu una grande frenata. Dopo il trattato di Lisbona sembrava che questo percorso si fosse riavviato con una serie di step previsti che dovranno portare ad una difesa comune, però anche in questo caso, pur in una contingenza difficile, legata alla pandemia, i passi in avanti sono stati assolutamente troppo flebili. Ora il tema è tornato prepotentemente d'attualità e io ritengo che sia importante che si sia aperto un dibattito. Le parole che arrivano da Oltreoceano rappresentano, in questo contesto, una spinta ad accelerare questa discussione".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Credo che, sotto il profilo geo culturale un'enfasi forte sul consesso europeo sia strettamente necessario perché ritengo che si stia perdendo culturalmente un ruolo che il nostro contesto geografico politico ha sempre avuto. Con il linguaggio dei numeri, il valore delle nostre imprese in relazione al totale delle imprese del mondo non è sceso, è crollato in modo ingiustificato. Se confrontate il 2005 con il 2024, vi accorgete che il prodotto interno lordo dell'Europa è passato dal 35% del totale del mondo al 20%. Siamo scesi come peso e come significatività. Se poi andiamo a vedere il peso delle società quotate, nel 2005 e oggi, troviamo che è passato dal 35% del totale a meno del 15%”. Così Maurizio Dallocchio, professore ordinario università Bocconi, intervenendo oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni e i cittadini.
Nel mondo, “le banche europee, sono irrilevanti - aggiunge Dallocchio - La prima banca europea per dimensione di capitalizzazione è dopo il numero 20. Nelle prime 10 ce ne sono 4 americane, 4 cinesi, una della Gran Bretagna e una giapponese. Non ce n'è una europea. Le banche europee, per finanziare le imprese europee, sono fortissime, sono importantissime - evidenzia il professore - Se consideriamo 100 il debito delle imprese europee, 75 è debito bancario e solo 25% è legato ai mercati e all'emissione di titoli obbligazionari. Credo che se partiamo da questi numeri ci rendiamo contro che stiamo diventando, in qualche modo, preda, sotto il profilo economico. Ma - avverte il professore - l'economia influisce sulla politica e sulla società ed evidentemente dà un impulso numerico alla cultura prevalente”.
C’è una concentrazione geopolitica delle maggiori imprese del mondo. “Tra le prime otto per capitalizzazione di borsa, sette sono statunitensi, l'altra è saudita e fa petrolio - illustra l’esperto - Quella che capitalizza di più in borsa, che vale 3.600 miliardi di dollari, molto di più del debito pubblico italiano per intenderci, quasi il doppio del Pil italiano, è una società che appartiene al settore tecnologico. Le sette americane sono tutte imprese tecnologiche. Per cui il secondo elemento di concentrazione, il settoriale, è potentissimo. Le prime otto società per capitalizzazione di borsa, nel 2005, l'anno di riferimento che ho preso insieme al 2024, erano presenti in sei settori diversi: il farmaceutico, diversificato, la grande distribuzione, il bancario, l'oil and gas e le tecnologie. Oggi i settori presenti sono, praticamente, uno”.
Inoltre, “la capitalizzazione di borsa delle prime cinque società al mondo per capitalizzazione - rimarca il professore - valgono il 30% del mercato di tutto il mondo. La sola, Nvidia, che è legata al mondo dell'intelligenza artificiale, da sola pesa una 1,6 tutta la borsa tedesca: una concentrazione dimensionale incredibile, mai esistita in passato. Altamente preoccupante è che si tratta di realtà proprietarie. Nel 2005, delle grandi imprese che connotavano il mondo, la concentrazione della proprietà era altamente diffusa. Nessuno possedeva più del 7 - 8 - 9%. Oggi, le prime otto società per capitalizzazione, si rifanno al nome di un padrone. Sotto il profilo evidentemente economico, finanziario, ma anche sociale e culturale, ha un impatto sul mondo che è straordinario”.
Come Europa, “se vogliamo tornare ad avere il ruolo sotto il profilo culturale in primo luogo sotto il profilo economico e sociale - suggerisce Dallocchio - è necessario accettare che ci sia un debito comune, è necessario provvedere a una difesa comune, al rilancio dei mercati e della finanza, intesa nel senso buono, dei soldi che finiscono alle aziende proveniendo dalle famiglie. È necessaria una fiscalità omogenea ed è necessario prendere consapevolezza del fatto che se vuoi essere competitivo devi investire in tecnologie e in intelligenza, che poi naturale o artificiale, con una visione di lungo periodo che porti a credibilità, a sostenibilità, a visibilità, a credito, che si trasformi anche in credito culturale della nostra Europa”. In questo contesto, l’Italia “è un Paese che paga una valanga di tasse. Partiamo da un livello di tassazione che, rispetto ad altri Paesi è mostruosamente superiore”. Va bene la rottamazione delle cartelle esattoriali? “Si, ma cum grano salis”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sulportale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "La politica deve essere capace di guidare la narrazione, le trasformazioni, non deve essere esecutrice di decisioni raggiunte in altri ambiti. Meritocrazia Italia chiede un rinascimento della politica, per questo siamo a Firenze. La politica non è solo nei palazzi, parte dal basso e abbiamo ambizioni grandi, anche oltre confine". Lo ha detto Zenaide Crispino, ministro MI Turismo, Cultura, Impresa e Territorio, nel suo intervento al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"La geopolitica e la geo cultura si muovono in un gioco di specchi - spiega Crispino - perché si condizionano reciprocamente e il momento storico che viviamo ci pone di fronte a degli scontri asimmetrici. C'è un occidente che si dibatte per mantenere la geocultura, anche al cospetto di un sistema che manifesta delle crepe e delle fragilità. Ci sono Paesi come quelli del Golfo, l'India, la Cina che vogliono riscrivere le regole proprio della geopolitica, si muovono tra capitalismo e autoritarismo, tra egemonia e soft power. Le guerre vogliono riscrivere le frontiere del diritto internazionale. Poi c'è l'Europa, che sembra un po' dispersa tra questi giganti”. A livello internazionale, “sicuramente l'elezione di Trump vede degli Stati Uniti che accelerano sull'indipendenza energetica - illustra - ma che, nello stesso tempo, si svincolano da trattati internazionali che sono stati stilati proprio per una visione coesa internazionale contro il cambiamento climatico. C'è la Cina che, pur essendo uno dei paesi più inquinanti al mondo, ha il monopolio nella produzione delle tecnologie green. C'è l'Europa che insegue, una transizione ecologica giusta, ma tante volte anche ideologica. Ci siamo persi, a volte, perché scollati dalle esigenze delle economie reali".
Ma "l'ambiente non è solo un problema climatico, è anche un problema di sicurezza - sottolinea Crispino - perché dove ci sono delle crisi climatiche si evidenziano anche spesso delle crisi umanitarie e migratorie. Anche in questo caso la politica e la cultura non possono discostarsi l'una dall'altro. Tante volte meritocrazia ha chiesto l'integrazione reale che si basa sull'incontro di quelle culture che vengono in contatto, che restituiscano la tolleranza a chi deve ospitare e la dignità a chi viene ospitato. Questo, a dispetto di un'accoglienza indiscriminata, che invece crea quelle bolle di subcultura che genere illegalità e quindi intolleranza. Anche la giustizia è un elemento essenziale nell'immaginario collettivo. La giustizia deve essere percepita come equa, certa, svincolata dalla burocrazia, deve restituire sicurezza, certezza del diritto, ma anche della pena". Rimarcando l’importanza della politica, Crispino conclude mettendo in guarda sull’affacciarsi di "protagonisti, che sono soggetti privati, che perché dispongono di un potere finanziario tale, hanno la possibilità di gestire asset strategici, la comunicazione, la sicurezza, l'intelligenza artificiale, le energie rinnovabili, fino alla conquista dello spazio. Il mio riferimento non è velato, sto parlando Musk, ovviamente".