Immediata la reazione di mamme e papà che hanno bussato alla porta della dirigente scolastica Marisa Dariol, che dalle pagine de La Stampa ammette: "Scelta sbagliata"
Chi non fa religione, non può mettere piede in chiesa. A prendere questa decisione, nei giorni scorsi, sono state alcune insegnanti dell’istituto comprensivo “Romolo Onor” di San Donà di Piave (in provincia di Venezia ma sotto il controllo della diocesi di Treviso). L’uscita didattica, programmata dalle docenti, aveva come obiettivo la visita del Duomo della città per conoscere i mosaici realizzati da padre Marko Rupnik. Una “gita” culturale per far vedere ai ragazzi com’è fatto un mosaico, quanta bellezza c’è dietro il lavoro di chi fa un’opera d’arte. A fine giornata quattro ragazzi di quarta primaria sono tornati a casa e hanno raccontato ai loro genitori di essere stati lasciati all’esterno della chiesa ad aspettare, seduti sugli scalini aspettando che i loro compagni uscissero dal Duomo: il tutto solo perché non usufruiscono dell’ora di religione.
Immediata la reazione di mamme e papà che hanno bussato alla porta della dirigente scolastica Marisa Dariol. Quest’ultima ha ammesso – come riportato su La Stampa che “non è stata la scelta giusta”. Ciò che è certo è che non c’è stato alcun intervento vessatorio, che nessun docente voleva punire i bambini. A parlare con Ilfattoquotidiano.it è il primo cittadino Andrea Cereser: “Forse c’è stato da parte delle maestre un eccesso di zelo nei confronti dei genitori che hanno scelto di non far frequentare l’ora di religione ai loro figli. La preside ha riconosciuto l’errore. Certo, forse, potevano – come ha detto la stessa dirigente – essere avvisati prima i genitori affinché potessero scegliere se far entrare o meno i loro figli in chiesa ma non è facile fare l’insegnante”.
I più pensano che le docenti abbiano preso questa decisione per prudenza, per evitare qualsiasi discussione con i genitori: “Non c’è stata – continua Cereser – alcuna malizia e forse questo caso ha più attenzione di quella che si merita. Certo va detto che in Italia la religione ha una dimensione spirituale e culturale. In ogni caso, la visita ad un edificio di culto, non richiede alcuna professione di fede: anch’io quando vado all’estero entro in moschee e sinagoghe portando e ricevendo rispetto”.
Intanto a San Donà c’è un certo imbarazzo sulla vicenda. Il parroco non è voluto intervenire e ieri quando abbiamo provato a contattare la vice preside Maria Grazia Murer non ci ha nemmeno permesso di parlare dicendo: “Ho gli scrutini in corso”. Un’uscita didattica che ha fatto molto discutere anche i maestri che da una parte difendono la scelta dei colleghi e dall’altra si chiedono cosa sia meglio fare. Diviso anche il popolo dei genitori tra coloro che si schierano con le famiglie degli alunni coinvolti e chi dice che forse si è esagerato a prendersela con la scuola per un episodio che poteva risolversi senza finire sui giornali.