Dal primo gennaio 2023 la Croazia entrerà a far parte della zona euro, diventando il ventesimo Paese ad adottare la moneta unica. La Commissione europea ha dato il suo parere positivo: “Soddisfa i quattro criteri di convergenza nominale e la sua legislazione è pienamente compatibile con i requisiti del Trattato e dello Statuto del Sistema europeo delle banche centrali/Bce”. La decisione finale dell’Ecofin è attesa per il 12 luglio, dopo le discussioni in seno all’Eurogruppo e al Consiglio europeo, e dopo i pareri del Parlamento europeo e della Bce.
“L’adozione dell’euro da parte della Croazia renderà anche l’euro più forte“, commenta la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, congratulandosi con Zagabria dopo il parere positivo sull’ingresso del Paese nella zona euro. “Oggi la Croazia ha fatto un passo significativo verso l’adozione dell’euro, la nostra moneta comune. Meno di un decennio dopo la sua adesione all’Ue, la Croazia è ora pronta per entrare nell’area euro il primo gennaio. Ciò rafforzerà l’economia croata, portando vantaggi ai cittadini, alle imprese e alla società in generale”, osserva von der Leyen. Parla di “passo storico” il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, presentando il parere positivo di Bruxelles: “Il popolo croato può ora aspettarsi di unirsi agli oltre 340 milioni di cittadini che già usano l’euro e, nell’anno in cui abbiamo celebrato il ventesimo anniversario della nascita dell’euro come valuta fisica, l’area euro può aspettarsi di accogliere il suo ventesimo membro”.
La Commissione ritiene che la Croazia soddisfi i quattro parametri di Maastricht (stabilità dei prezzi, sostenibilità delle finanze pubbliche, tasso di cambio, tassi di interesse a lungo termine) per entrare nell’Unione economica e monetaria ed evidenzia che l’economia croata è “ben integrata” con quella dell’area euro. Il rispetto del primo parametro sui prezzi è stata la sfida principale per la Croazia, spiega Bruxelles, evidenziando che l’andamento dell’inflazione nel Paese nell’ultimo decennio è stato strettamente allineato con quello della zona euro e, secondo le stime Ue, continuerà a esserlo nel 2022 e nel 2023.
Positivo anche il giudizio sulle finanze pubbliche: il disavanzo è sceso al 2,9% del Pil nel 2021 e si prevede un ulteriore calo al 2,3% nel 2022 e all’1,8% nel 2023. Il rapporto Pil-debito pubblico è “relativamente elevato” (vicino all’80% nel 2021) ma i rischi per la sostenibilità o nel medio termine sono valutati come medi. Per quanto riguarda i tassi di cambio, la kuna ha oscillato in una forchetta inferiore a +/- 1% rispetto al tasso centrale dell’euro da quando la Croazia è entrata a far parte dell’Erm II e il tasso di interesse medio a lungo termine ad aprile era 0,8%, ben al di sotto del valore di riferimento del 2,6%.
Le maggiori sfide per il Paese, aggiunge la Commissione, riguardano l’ambiente imprenditoriale, compresa la qualità normativa e la corruzione, sui quali viene tuttavia segnalato un “rinnovato sforzo” da parte delle autorità. Un’attuazione efficace del Pnrr, poi, porterà il Paese ad affrontare “le principali sfide macroeconomiche e istituzionali, inclusi bassi tassi di occupazione e di attività, divari di competenze, un ambiente imprenditoriale gravoso e complesso e la qualità dell’istruzione“.